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Maurizio Jacopo Lami

Legge marziale instaurata e poi ritirata: prove di dittatura in Corea del Sud

Aggiornamento: 12 ore fa

di Maurizio Jacopo Lami



"Appoggeremo l'opposizione in Corea del Sud e poi invaderemo il Paese e la Corea sarà un unico Stato comunista sotto il nostro controllo "

Dal romanzo "Fenice Rossa " di Larry Collins del 1989, che immagina un complotto ordito dalla Corea comunista per invadere la rivale Corea del Sud.


"È proibita ogni opposizione sleale e ogni propaganda falsa. L'esercito sudcoreano difenderà la democrazia dagli oppositori al soldo dei comunisti nordcoreani".

Dalla finzione alla realtà: proclama del Capo di Stato Maggiore dell'esercito sudcoreano alla nazione nella notte del 3 dicembre 2024.


A Seul il presidente in carica Yoon Suk Yeol, eletto nel 2022, ma senza una maggioranza in Parlamento (particolare non secondario) ha clamorosamente e inaspettatamente annunciato l'instaurazione della legge marziale e di conseguenza la sospensione dell'attività parlamentare.[1]

Ha dato l'annuncio in piena notte, (la Corea del Sud ha 8 ore in avanti rispetto all'Italia) e l'opposizione sta cercando di reagire, presa assolutamente di sorpresa da questo sviluppo che giunge senza segni premonitori. L'esercito ha sbarrato le porte del Parlamento e i parlamentari dell'opposizione con l'appoggio di sostenitori hanno cercato di forzare l'ingresso. Si segnalano già scontri fra le diverse fazioni. Una forte reazione che avrebbe indotto il presidente a ritirare il provvedimento. Intanto, il principale partito di opposizione, il Partito Democratico della Corea (DPK), ha dichiarato che presenterà accuse di tradimento contro Yoon e i suoi ministri della Difesa e dell'Interno e li metterà sotto accusa per ritenerli responsabili dell'azione.[2]

Il panorama internazionale si arricchisce dunque di una nuova crisi. Ma come si è giunti a questa ennesima emergenza? Fino a poche ore fa se si parlava di Corea a preoccupare era quella del Nord, controllata da una dittatura familiare che vede al potere dal 2011 Kim Jong Un, quarant'anni, succeduto al padre Kim Jong-il (presidente dal 1994 al 2011) e al nonno Kim Il-sung (presidente dal 1948 al 1994). Kim Jong Un, che si proclama con modestia "più abile di Napoleone Bonaparte", è diventato alleato di ferro di Putin e dopo aver mandato in Russia un enorme scorta di proiettili di artiglieria (di cui i russi sono i maggiori produttori mondiali, ma la guerra in Ucraina ne assorbe una quantità spaventosa), ha anche mandato un contingente di almeno diecimila uomini a combattere a fianco della nazione amica.  

Del resto, Kim ha potuto fare bella figura con Putin perché letteralmente da sempre la Corea del Nord accumula proiettili in vista di un'invasione dell' odiato Sud. Ha colto al volo l'occasione: ha offerto l'immensa riserva alla Russia che può così bombardare in maniera massiccia l' Ucraina senza esaurire le proprie riserve. In cambio, riceve tecnologia per modernizzare il proprio esercito.

In questi giorni Kim proclama apertamente che presto l'esercito nordcoreano "spazzerà via i fantocci al servizio di Washington", cioè invaderà il Sud. Ora, a sorpresa, il presidente Yoon Suk Yeol (foto in basso) ha proclamato la legge marziale, sostenendo che "l'opposizione lavora col Nord Corea, è sleale e vuole la rovina del Paese. Proibirò ogni attività illecita e colpirò gli alleati dei comunisti".

In effetti dal 2022, da quando è stato eletto, il Presidente non riesce a governare perché l'opposizione ha la maggioranza in Parlamento e l'accusa di comportamenti illeciti. In particolare gli imputano di tentare di insabbiare i processi contro la moglie accusata di corruzione e lo stesso per vari collaboratori. A sua volta, Yeol accusa i rivali di essere in collegamento con la dittatura comunista e parla di "situazioni già viste". Si riferisce a quando in passato i predecessori di Kim assoldavano oppositori a Seul nella speranza di far cadere lo Stato. Per contrasto, gli oppositori lo accusano di usare "le tecniche del passato" cioè di fare come si usava in Corea del Sud fino al 1989: un governo autoritario, in teoria pluralista, che però era veloce ad accusare gli oppositori di "filocomunismo" per sbarazzarsene. 

Dopo 35 anni di democrazia sembravano solo schermaglie verbali, innocui scontri politici tipici di ogni democrazia. Invece, l'eccezionale accumularsi di situazioni di emergenza nel mondo, che vengono sempre più ad assomigliare ad un conflitto mondiale, ha portato a sviluppi gravi e negativi. Che il Presidente sia in buona fede o no, che lo faccia perché pensa davvero che l'opposizione collabori con il Nord, o lo faccia soltanto per evitare l'impeachment e instaurare una dittatura personale, il risultato è lo stesso: un altro Paese rischia di sprofondare nella dittatura e forse anche nella guerra col Nord.

Il pericolosissimo ed interminabile periodo di transizione fra Biden e Trump si sta rivelando una tentazione irresistibile per tutti coloro che hanno da guadagnare da situazioni in bilico: dal Libano alla Siria, dall'Ucraina a Gaza, ora da Seul a Taiwan, il vento della guerra non è solo più una minaccia.


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