Legge di bilancio inadeguata: per i sindacati "continua la mobilitazione"
di Giovanni Cortese*
Il disegno di legge di bilancio 2022 non dà risposte sufficienti per contrastare le diseguaglianze sociali ed economiche che, negli ultimi anni, anche a causa della pandemia, sono drammaticamente cresciute e destano forti preoccupazioni per la tenuta sociale del Paese. Per migliorarne i contenuti, insieme a CGIL e CISL Piemonte, abbiamo avviato un percorso di mobilitazione regionale, a supporto delle piattaforme unitarie nazionali su fisco, lavoro, previdenza e welfare. Nel mese di novembre abbiamo partecipato a numerose assemblee in presenza e da remoto, ad attivi unitari e iniziative di informazione, volti a coinvolgere lavoratrici e lavoratori, pensionati, precari e giovani. Sabato 27 novembre si è svolta la manifestazione regionale in piazza Castello a Torino, con la partecipazione di diverse migliaia di persone.
Ora, continuiamo a ribadire la necessità di profonde riforme legislative, a cominciare da quella del sistema fiscale, che deve tradurre il principio di progressività sancito dalla nostra Costituzione. Intanto, sarebbe importante utilizzare gli 8 miliardi previsti nella manovra per ridurre le tasse a lavoratori dipendenti e pensionati, a cominciare dai redditi più bassi. Per combattere l’inflazione, nemico antico che ha rialzato la testa, e tutelare il potere d’acquisto, è necessario, inoltre, rinnovare i contratti di lavoro scaduti. Bisogna intensificare e rendere efficace la lotta all’evasione, all’elusione fiscale e al lavoro nero, se si vogliono recuperare risorse e rendere sostenibili dal punto di vista economico e sociale i sistemi protezione indispensabili per gli italiani.
Sulla ripresa in atto, distante dall’aver recuperato quanto perso nel periodo di pandemia e prima, nella crisi iniziata nel 2008, è inconcepibile che produca scarsi effetti occupazionali e che dilati ancora il ricorso a forme contrattuali deboli e precarie. Bisogna mettere in campo misure per contrastare la povertà. Il rifinanziamento del reddito di cittadinanza va nella giusta direzione, ora occorre completarlo con azioni volte a favorire l’inclusione lavorativa attraverso politiche attive adeguate. In tutti i comparti del lavoro pubblico serve un piano straordinario di assunzioni, per modernizzare, compensare i mancati rinnovi del turn-over, dotarsi di giovani qualificati, in possesso delle professionalità carenti. Con le risorse del PNRR bisogna pensare alla sanità, ripartendo dalla medicina di comunità, dalla rete dei servizi territoriali e da una legge per la non autosufficienza.
Il disegno di legge di bilancio destina poco più di 600 milioni al capitolo previdenziale. Noi pensiamo che sia necessaria una riforma strutturale della legge Monti-Fornero, che si traduca in una maggior flessibilità di accesso alla pensione, a partire dai 62 anni di età o con 41 di contributi. Bisogna prevedere una pensione di garanzia per i giovani, spesso danneggiati da carriere lavorative discontinue, rafforzare l’Ape sociale abbassando i contributi minimi richiesti ed estendere la platea dei lavori gravosi, riconoscere il lavoro di cura svolto dalle donne e la maternità ai fini della contribuzione (un anno di sconto contributivo per ogni figlio).
L’elenco delle nostre richieste sarebbe ancora lungo, ma una cosa è certa: la mobilitazione proseguirà fino a quando non otterremo risultati concreti da presentare ai nostri rappresentati, senza precluderci l’utilizzo di alcuno strumento per raggiungere gli obiettivi che sinteticamente ho enunciato. *Segretario Generale UIL Torino e Piemonte
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