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STEEME COMUNICATION snc

Le incomprensibili attese della Cisl


di Savino Pezzotta*


Tensioni e divisioni sindacali sempre più marcate e ripetitive che vede la contrapposizione tra Cgil e Uil da una parte e Cisl dall'altra. E lo sciopero generale di venerdì prossimo sta infiammando il dibattito politico. Il ministro dei Trasporti Matteo Salvini ha disposto la precettazione per evitare disagi a quanti "devono viaggiare". Ma il leader della Cgil, Maurizio Landini, ha replicato: "andremo avanti ed è soltanto l'inizio". Il governo chiede di ridurre l'astensione del lavoro dalle 9 alle 13, anziché per l'intera giornata. Per Cgil e Uil la precettazione è un atto politico gravissimo.

La Cisl sta alla finestra. Una posizione questa che segue altri distinguo rispetto a Cgil e Uil, che sta provocando reazioni e insofferenze nel mondo cislino e mugugni tra quanti, nell'apparato, affacciano critiche (timide) alla gestione del segretario generale Luigi Sbarra. Una critica - non la prima - arriva da uno storico segretario della Cisl, Savino Pezzotta, di cui La Porta di Vetro ospita un intervento.



Sono uomo di altra generazione, come presidente dell’associazione Prendere parola esprimo in questo articolo un sentire comune manifestato nell’incontro di sabato 11 novembre a Milano. Debbo pertanto confessare che non sempre riesco a comprendere le ragioni di certe posizioni del mio sindacato e pertanto mi sento in dovere di avanzare osservazioni con il preciso scopo che si pervenga a un chiarimento. Non solo a non capire poiché mi capita sovente di incontrare iscritti, lavoratori e lavoratrici che mi esprimono lo stesso sconcerto.

In questi giorni, leggendo le cronache sindacali su diversi quotidiani ho avuto la sensazione che la Cisl abbia, fatto nuovo nella storia del sindacalismo, elaborato la strategia dell’attesa. Questo ha portato alla mia mente la pièce di Samuel Becket, che è incentrata sul tema dell’attesa e principalmente dell’attesa vana. Infatti, rappresenta l’attesa di due, Estragon e Vladimir, di un certo Godot, che ha dato loro appuntamento. Il luogo e l’orario dell’appuntamento sono vaghi.

Come sembra si stia svolgendo il confronto con il Governo mi chiedo ma la Cisl aspetta …Godot? Questa strategia dell’attesa potrà creare delle simpatie da parte del governo, ma dubbi tra i lavoratori e le lavoratrici. Soprattutto, oggi che è in atto un duro attacco al diritto di sciopero. Di cui il ministro “del fare” è il più accanito sostenitore. Oggi tocca a Cgil e Uil ma non è detto che domani non tocchi alla CISL. Modestamente consiglio alla Cisl di cambiare passo e registro!

Anch’io sono convinto che è sempre importante tenere un piede al tavolo del confronto con il governo ma credo che sia altrettanto necessario spostare l’altro piede nelle piazze con Cgil, Uil e le tante Associazioni. Quando si è conquistato un posto al tavolo non significa “inchiodarsi ai tavoli” perché l’inchiodarsi fa perdere la necessaria flessibilità che è l’elemento importante del confronto con le controparti, il riferimento non può essere esclusivamente il tavolo a cui si è seduti ma valutare se dal confronto emergono interventi su ciò che i lavoratori e le lavoratrici ritengono siano le priorità del paese e i bisogni delle lavoratrici e dei lavoratori e dei poveri. Con al centro la sanità pubblica, e il sistema di Welfare che resta l’unica politica che pratica il principio di uguaglianza.

Quando si sta a tavolo di confronto con le Istituzioni non bisogna mai dimenticare che si è a quel tavolo perché si rappresentano persone concrete e non per meriti personali. Apprezzo molto che si richiami il principio di responsabilità, ma questo non può essere una nube che copra ritardi e volontà di non cogliere le richieste sindacali e rinviare nel tempo le soluzioni perché il governo dichiara che la “coperta è corta”.

Si lanciano strali contro l’austerità ma nel contempo la si pratica nel concreto. Inoltre, si svuota il riferimento alle priorità indicate, a luglio 2023, nell’interessante documento programmatico della Cisl “La cura della persona e la priorità del lavoro”.

La Cisl continua ad aspettare e sollecitare risposte dal governo ma inspiegabilmente si sgancia dall’unità d’azione con Cgil e Uil per ottenerle. Non mi sembra una buona strategia. Se esistono differenze di orientamento con Cgil e Uil va aperto un confronto e soprattutto con i lavoratori e le lavoratrici. Dopo mesi di confronto bisogna prendere atto che le risposte del Governo auspicate, sollecitate e attese da Luigi Sbarra sono come Godot, si annuncia il loro arrivo ma non arrivano. Quelle che arrivano sono di tutt'altro tono.


* Segretario generale della Cisl dal 2000 al 2006, ora presidente dell’Associazione Prendere parola



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