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La scomparsa di Andrea Foco, consigliere regionale 1990-2000

Rocchino Muliere

Aggiornamento: 5 giorni fa

di Rocchino Muliere*


All'età di 75 anni è morto Andrea Foco, uno di più noti politici e della vita civile di Alessandria, vice sindaco della città negli anni Ottanta e consigliere regionale del Piemonte nell'ultimo decennio del Novecento, nonché vicepresidente dell'emiciclo di Palazzo Lascaris dal 1995. E proprio dalla sede del Consiglio regionale, tra i primi commenti arrivati, quello di Domenico Ravetti, alessandrino, vice presidente del Consiglio regionale, che ha ricordato Foco per la passione e l’impegno nelle istituzioni e nella sua veste di presidente dell’associazione Memoria della Benedicta.

"Per la mia generazione, ha sottolineato Ravetti, ha rappresentato un esempio e un punto di riferimento. Personalmente gli sono grato per i tanti e preziosi consigli che seppe darmi durante il mio percorso politico". Il ricordo di Rocchino Muliere.

La prima immagine di Andrea Foco che ricavo dalla memoria, da un passato che conta oramai quasi mezzo secolo, lo colloca in una riunione nella sede del Pci di Alessandria, in via Plana 43, seconda metà degli anni Settanta; un decennio in cui tutto era diverso, soprattutto la città, con le sue attività industriali e il suo blasone del marchio Borsalino che la rendeva unica nel mondo.

Andrea Foco arrivava dalla diaspora del Psiup, dal Partito socialista di unità proletaria da dissidenti del Psi, che nel 1964 avevano deciso di contestare la linea nenniana del centro-sinistra e di aderire a una visione pienamente di sinistra in sintonia con il Pci. Un'esperienza che si sarebbe dissolta nel 1972, con un'altra migrazione, verso il Pci e un ritorno al Psi, che nel frattempo aveva esaurito l'effimera riunificazione con il Psdi di Giuseppe Saragat.

Ex Psi, poi psiuppino in una città come Alessandria di antica tradizione e vocazione socialiste: era più che sufficiente per ascoltare con attenzione il professore di Lettere Andrea Foco, che oltre alla caratura politica era riconosciuta una notevole cultura. E noi giovani della Fgci, di cui ero segretario cittadino, avevamo bisogno quotidiano di cultura. E Andrea Foco non si sottraeva a questo compito. Una sorta di maestro politico che sapeva insegnare anteponendo sempre l'ascolto alla parola, "facilitato", mi viene da dire, dalla mitezza che improntava il suo carattere, equilibrato e misurato, quanto determinato nell'agire politico, sempre però al servizio dell'unità, alieno da pratiche divisive.

Amava riflettere, prima di esprimere un'opinione, mai ad alta voce. Un tratto che gli era riconosciuto all'interno del Pci, grazie al quale il partito decise di affidargli l'assessore alla Pubblica istruzione del Comune di Alessandria, nella giunta di centro-sinistra con a capo il sindaco Francesco Barrera e vice sindaco Alfio Brina, che si era formata dopo le amministrative del 1980, l'anno in cui, eletto consigliere comunale, re-incontrai Andrea. Da quell'assessorato prese il là per diventare vice sindaco di Alessandria. Prevedibile, considerata la sua competenza e la sua dedizione al lavoro. Qualità che gli elettori gli restituirono in toto nel 1990, quando venne eletto in Consiglio Regionale, sempre nella lista del Pci. L'ultima, prima della Bolognina, della "Cosa" di Achille Occhetto, della fine di un'epoca.

In Consiglio regionale, seconda parte della sua vita politica al servizio delle istituzioni, Foco vi rimase per due mandati. Dieci anni in cui divenne apprezzato vicepresidente del consiglio a Palazzo Lascaris, garante e testimone dei valori della Resistenza e del rispetto per la Costituzione, elementi che diverranno centrali nella sua terza vita, quella di cofondatore della Memoria della Benedicta, il luogo di congiunzione della Resistenza tra Piemonte e Liguria, uno dei patrimoni di più alto valore morale patriottico della guerra partigiana.

Ebbi modo di osservare il suo lavoro, puntuale, quasi certosino nel promuovere la memoria e trasmettere agli studenti l'eco del riscatto italiano dalla regime fascista attraverso la continuità delle sue iniziative, dai banchi del consiglio regionale. Nei fatti, eletto nella circoscrizione di Alessandria, Andrea mi aveva passato il testimone. Ricordo di aver vissuto l'ingresso nell'emiciclo dell'aula consigliare con comprensibile emozione, legittimo orgoglio, e con il pensiero alla responsabilità che gravava su di me nel prendere il posto di Andrea. Una responsabilità di cui non ho mai smesso di ringraziarlo.


*Sindaco di Novi Ligure

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