"La lunga notte di Sarajevo", dal 9 febbraio in mostra al Mastio della Cittadella
L’Associazione La Porta di Vetro e il suo presidente Michele Ruggiero utilizzano ancora una volta una mostra fotografica per dare respiro a eventi che appartengono alla nostra storia contemporanea: dopo “Torino ferita” e “Città ferite” sugli anni del terrorismo in Italia, la proposta attraversa il luttuoso e drammatico periodo della guerra nei Balcani con l’assedio a Sarajevo, durato quattro anni, dal 1992 al 1996, dal titolo emblematico: "La lunga notte di Sarajevo".[1]
Le foto rappresentano il lavoro del fotoreporter free-lance torinese Paolo Siccardi[2], testimone attendibile e scrupoloso, nei suoi continui reportage, ben undici, in quella città martoriata, di una guerra crudele e barbara. E le sue istantanee, in questo particolare momento storico come un segnale su quanto disastrose siano le guerre. Chi ha visto le guerre non può amarle e può cercare come Paolo Siccardi di riproporre alla memoria il danno che esse procurano.
La mostra, a cura di Tiziana Bonomo, sarà inaugurata il 9 febbraio alle 17,30. E all’interno degli spazi del Mastio della Cittadella, raccoglie trenta immagini in bianco e nero di medio-grande formato. Trenta immagini suddivise in cinque gruppi con l’intenzione di rendere terribilmente vera quell’attesa di persone intrappolate, di gente impazzita, di una vita sotto continue esplosioni, nel silenzio assordante, nella morte. Tutte le immagini di Paolo Siccardi e i testi di Marco Travaglini e Michele Ruggiero invocano di ricordare, di guardare e ricordare, di osservare ogni dettaglio e non dimenticare, di percepire la sofferenza e ricordare, ricordare, ricordare. Ricordare per non amare la guerra.
Note
[1] L’iniziativa, che ha ricevuto il sostegno del Consiglio regionale del Piemonte e del Comitato regionale Diritti Umani e Civili, e il patrocinio della Città di Torino, è frutto di una proficua collaborazione con la Direzione del Museo di Artiglieria (nelle persone del Ten. col. Gerardo Demo e del 1° Luogotenente Enrico Galletti), cui si deve l’ospitalità, e l’ANARTI, l’Associazione Artiglieri d’Italia, che ha inserito la mostra all’interno delle manifestazioni previste per il Centenario della sua costituzione.
[2] Paolo Siccardi, giornalista e photoreporter free-lance, è autore di diversi libri e mostre fotografiche. Il suo
percorso professionale parte da Torino documentando le lotte operaie, i tragici avvenimenti del terrorismo e i successivi processi ai militanti delle organizzazione armate. I suoi reportages, prevalentemente a carattere sociale, sono stati pubblicati dai più importanti giornali italiani ed esteri. Tra i più significativi: la guerra in Afghanistan durante l’invasione sovietica nel 1986 che seguirà fino al 2009 con la missione Isaf. Il Nicaragua sandinista e nel 1991 la prima guerra del Golfo con l’Iraq di Saddam Hussein. Per dieci anni ha seguito i conflitti nell’ex Jugoslavia (Slovenia, Croazia, Bosnia, Macedonia fino al 1999 in Kosovo). Nell’ottobre 2012 è in Siria nella città assediata di Aleppo, a Gaza e West Bank per seguire i progetti dell’ONG inglese Oxfam. Nel 2015 inizia un lavoro sul conflitto nel Donbass in Ucraina che lo porterà più volte in quella regione. Da gennaio 2016 lavora sulle rotte migratorie e sui profughi in fuga dalle guerre attraverso la Wester Balk Route. Vincitore del premio giornalistico nella categoria fotografia: “Reportage di guerra nel 2002” promosso dall’Ordine dei Giornalisti dell’Abruzzo. Medaglia d’oro del Presidente della Repubblica per la partecipazione alla mostra fotografica collettiva “Exodos” del 2017.
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