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L'ultima "cena" olimpica, solo dissacratoria o anche offensiva?

Aggiornamento: 28 lug

di Luca Rolandi


Nella società plurale, secolarizzata, profondamente laica, ma con dei limiti strutturali rispetto all’orizzonte di senso che l’accompagna, ha scatenato un dibattito clamoroso la Cerimonia di Apertura dei Giochi Olimpici di Parigi 2024. Entusiasmante lo scenario della Senna, sorridenti gli atleti, edificante l’apertura, nello spirito olimpico, della squadra dei rifugiati, meno alcune estremizzazioni sfrontate che ai più non hanno provocato disagio, ma non così alla comunità cristiana per una sorta di imbarazzo e di risentimento comprensibile e diffuso. A colpire in negativo, è stata la parodia dell’Ultima Cena di Leonardo in cui il Cristo viene sostituito da una donna obesa, mentre figure queer e trans (anche un bambino) raffigurano i suoi apostoli. L’attacco della Conferenza episcopale francese è stato duro: “La cerimonia di apertura proposta ieri sera dal Comitato organizzativo dei Giochi Olimpici ha regalato al mondo intero meravigliosi momenti di bellezza, di gioia, ricchi di emozioni e universalmente apprezzati. Questa cerimonia purtroppo prevedeva scene di derisione e di scherno del cristianesimo, che deploriamo profondamente”. Inoltre, i vescovi hanno ringraziato “i membri di altre fedi religiose che ci hanno espresso la loro solidarietà”.

“Non volevo essere sovversivo, né scioccare nessuno. Semplicemente, in Francia abbiamo il diritto di amarci, come vogliamo e con chi vogliamo”, ha detto Thomas Jolly, 42 anni, direttore artistico della cerimonia, vicino al presidente della Repubblica francese Macron, aggiungendo, a scanso di equivici: “abbiamo il diritto di credere o di non credere. Ieri sera, abbiamo messo in scena semplicemente le idee repubblicane, di benevolenza e di inclusione”. Anche se il tema scemerà nei prossimi giorni, con le gare, le medaglie, l’incontro splendido e unico degli atleti di tutto il mondo, la speranza forse ingenua che non si verifica mai di una tregua olimpica nel mondo, resta il tema di fondo.

Le religioni in questo caso il cristianesimo, ma domani l’islam, l’ebraismo o le tradizioni orientali come si possono e devono rappresentare, cercando di non lederne l’immagine? Tema complesso che interroga un mondo immerso in tradizioni, culture e appunto fedi diverse e che del pluralismo, le differenze e il rispetto dovrebbe fare il suo caposaldo nel contesto di una dimensione umana. Le polemiche politiche, tutte ammissibili, hanno sempre il retrogusto di una strumentalizzazione, ma la questione resta più profonda e non rinviabile. Si potrebbe pensare che la rappresentazione forse inopportuna dell’Ultima Cena, nella quale compare ad un certo punto Bacco, sia comunque la cifra di una umanità dai volti vari e che in una dimensione profondamente cristiana risulta essere composta da donne e uomini, persone, figlie e creature di quel Dio misericordioso che per alcuni viene dissacrato nell’immagine.

Resta vero anche, come ha evidenziato un acuto osservatore in un post sui social, che un certo neo-illuminismo che si erge a giudice della storia rischia nel momento di massima tensione tra civiltà, per paradosso dissacra la civiltà occidentale, celebrando i pochi, e fornendo un assist ai modelli autoritari. Il rischio di offuscare i bisogni di emancipazione dei popoli, non considerando che solo il rispetto delle differenze e la loro esaltazione potrà dare un futuro anche alla tradizione occidentale ellenica, romana e cristiana oltre che laica per non trasformarla anch’essa in un modello e pensiero unico.

 


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