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L'orribile notte dei conservatori. La Gran Bretagna si sposta a sinistra: trionfo del Labour

di Stefano E. Rossi


Quarantasei milioni di britannici al voto di giovedì, 4 luglio, affossano il partito Conservatore, in un risultato definito, nella diretta BBC della scorsa notte, ‘orribile’.

Dopo quattordici anni di indiscusso primato, i conservatori cedono il posto al Labour Party di Keir Starmer, artefice di una storica vittoria e del raddoppio della presenza di propri deputati in Parlamento.

Durante tutta la notte, mentre proseguiva il rito tutto inglese della pubblica proclamazione del risultato di ogni singolo collegio elettorale, prendeva forma la consistenza della presenza dei Labour nella House of Commons, la camera elettiva. È stata stimata in 410 seggi, ben oltre la maggioranza di 326 necessaria per eleggere il nuovo Prime Minister. 

Buona anche la performance dei Libdem, saliti di 53 seggi sui 61 conquistati in totale.

Le ragioni della vittoria risiedono pressoché unanime richiesta di cambiamento delle passate politiche, con una maggiore attenzione verso il lavoro, la ripresa economica attraverso una nuova strategia industriale, più fondi alla transizione green, una maggior offerta abitativa, il potenziamento dei servizi pubblici con la tassazione della scuola privata a vantaggio di quella pubblica. Le hanno riassunte in uno slogan: politiche di fiducia.

Rishi Sunak, invece, viene giudicato reo di politiche eccessivamente restrittive e di riforme che hanno comportato ulteriori tagli alla spesa sociale. Ma, più di tutto, esce di scena per una responsabilità oggettiva imperdonabile, in quanto leader dei Tories, un partito che aveva assecondato, se non condotto, la Brexit, l’uscita del Regno Unito dalla Comunità Europea.

Guardando alla storia contemporanea dell'isola, è l'opposto di ciò in cui era riuscito il conservatore Winston Churchill, l'uomo che aveva condotto l'Impero Britannico alla vittoria sul nazismo riuscendo con le truppe imperiali sui suoli di Francia, Italia e Grecia, a riaffermare l'influenza britannica, e di riflesso anche i punti di contatto, in Europa. Churchill uscì sconfitto da vincitore. E il 26 luglio del 1945 diramò un messaggio alla nazione in cui esprimeva "profonda gratitudine per l'inflessibile, incrollabile appoggio che esso mi ha dato durante il mio compito, e per le molte espressioni di gentilezza che ha usato al suo servitore". "Gentilezze", dal pesante giudizio elettorale, che non sono state evidentemente riservate a Rishi Sunak, cui va comunque riconosciuto l'onestà di non aver minimizzato l'influenza della Brexit sulle difficoltà di ripresa che ha registrato l'economica britannica dalla pandemia ad oggi.

Cosa ci dobbiamo attendere ora? Entro le prossime tre settimane, il leader progressista Keir Starmer verrà chiamato a sostituire Mr. Sunak al n. 10 di Downing Street, la sede del ‘Gabinetto’ del Primo Ministro.

Dalla lettura di questi risultati e delle loro conseguenze, è evidente il disallineamento con il resto dell’Europa. In questa area geografica, gli effetti delle scelte fatte in nome del patriottismo si sono ora rivelate perdenti.

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