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Michele Corrado

L'OPINIONE DELL'ESPERTO. Ucraina, terrore e inganno con droni al servizio della contro-offensiva

di Michele Corrado*

Ieri, 31 maggio, due articoli firmati da Andrea Nicastro e Andrea Marinelli-Guido Olimpio sulle pagine del Corriere del Sera hanno messo in evidenza l'ingresso in una fase delle operazioni che amplia sia territorialmente, sia psicologicamente le applicazioni della guerra d’Ucraina. Il “terrore” e l’”inganno”, infatti, sembrano i nuovi protagonisti dell'operazione speciale ordinata da Putin il 24 febbraio del 2022.

Il “terrore” è uno degli effetti psicologici che da sempre si ricerca, con ogni mezzo, nella condotta delle operazioni militari convenzionali al fine di moltiplicare gli effetti delle normali attività tattiche, si pensi al suono delle sirene di allarme aereo, o al rumore prodotto dai colpi in arrivo dei proietti di artiglieria. Quanto più è indeterminato dove andrà a cadere il missile o la granata, tanto maggiore sarà l’effetto psicologico di chi può solo attendere che l'evento accada. Un’esplosione senza effetto sonoro perde molto dalla sua efficacia percettiva.

Se questo poi si registra nello spazio aereo di Mosca, come è avvenuto in questi giorni, il cambio di livello delle possibilità ucraine (indipendentemente che i droni utilizzati siano o meno da loro rilasciati) nei confronti degli abitanti della capitale russa diventa reale. E nulla è più reale di un evento poco controllabile che può avere effetti su chiunque, indistintamente. Le nuove possibilità offensive offerte dai droni costituiscono, peraltro, l'elemento più inedito di sviluppo tecnologico delle armi che la guerra in Ucraina sta rivelando, per quanto si sia soltanto agli inizi. Per dare un parametro di confronto, i droni sono paragonabili agli aerei impiegati nella Grande Guerra del 1914-1918. Tale nuova capacità è possibile che dia effetti diretti e collaterali tutti da definire e valutare, se la guerra non terminerà entro pochi mesi. Oggi i cittadini moscoviti hanno compreso che sono vulnerabili e quindi lo saranno anche in futuro. La percezione di un nuovo terrore (in linea teorica destinata a crescere) che sostituisce una pregressa sicurezza certa.

Le azioni di “inganno” per mezzo di eventi molteplici e diversificati sono da sempre parte integrante di attività operative che possano portare a confondere l’avversario sulle nostre reali intenzioni. È fondamentale ricorrere a questo tipo di azioni per indurre il nemico a pianificare sulla base di ipotesi errate. Nell’imminenza dell’inizio di una contro-offensiva, per offuscare la valutazione della situazione operativa, si ricorre ad un insieme di misure intese a fuorviare per mezzo della manipolazione, della distorsione, della falsificazione di elementi o circostanze reali. Tale scenario rappresenta la norma per qualsiasi operazione militare su vasta scala con ambizioni di ricadute a livello operativo; ed è quello che gli apparati ucraini di vertice stanno cercando di mettere in atto.

Ora, si tratta di vedere quali contromisure metteranno in campo i vertici delle forze armate russe che, tra l'altro, da alcuni giorni hanno intensificato il bombardamento missilistico e con droni su Kiev con lo scopo identico, presumiamo, di accrescere anche la diffusione del terrore tra gli abitanti della capitale ucraina e minarne il morale. Un calcolo, si può ipotizzare nei panni del Cremlino, che da una parte mira a confondere l'atteggiamento intransigente di Zelensky e del gruppo dirigente che lo circonda, dall'altra a spingere verso una pace con il mantenimento dei territori conquistati. Dunque, posizioni inconciliabili e comunque inaccettabili per l'Occidente.

In un contesto così variegato, i droni finiscono per rappresentare una variante a basso costo (priva di perdite umane amiche) in continuo e rapido perfezionamento che consente la condotta (e il proseguimento) di operazioni che solo dieci anni addietro sarebbero state considerate impossibili. E incursioni per quanto a scopo dimostrativo, come quelle su Mosca, in ogni caso sono utili a distrarre risorse dal settore della difesa aerea e a far nascere insicurezza tra la popolazione civile che trascende la reale efficacia dell'offesa.

Va inoltre aggiunto che lo spettro d'applicazione dei droni ha una potenzialità enorme e, per quanto possa essere cinico e assurdo, nulla è meglio di un conflitto su larga scala per valutarne e misurarne l'evoluzione, anche associata ad altre tecnologie in fase di sperimentazione (robot e macchine da combattimento comandate da remoto), con ricadute d’impiego al momento imprevedibili per entrambe le parti. E per il futuro dell'umanità.



* Col. in Ausiliaria Esercito Italiano


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