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Maurizio Jacopo Lami

L'ira inimmaginabile di Israele ha cambiato la vita di tutti noi

di Maurizio Jacopo Lami


Giosue' fece suonare le trombe e le mura possenti di Gerico crollarono.

Dall'Antico Testamento 


Quanto può cambiare la percezione della vita in un anno? Tantissimo ed è successo dal 7 settembre 2023. Abbiamo visto, come l'androide di Blade Runner, visioni che mai avremmo immaginato. Abbiamo visto i terroristi di Hamas, da sempre considerati feroci, ma improvvisati, preparare ed eseguire il più grande attacco di commandos mai visto; li abbiamo visti calare dall'alto con i deltaplani (scriveva il Jerusalem Post sei mesi prima: "questa fa davvero ridere: invece di combattere i terroristi di Hamas si danno alle gioie del volo: si sono rammolliti") e fare una terribile strage di giovani ad un rave party distante cinque minuti dalla Striscia di Gaza. Si è visto l' esercito israeliano, considerato il più reattivo al mondo, restare come inebetito. Poi le foto terribili di case devastate, passeggini pieni di sangue, i pogrom visti non più sui libri di storia. E dopo l'orrore Israele che si alza e combatte una guerra mai vista prima su cinque fronti. Abbiamo visto l'IDF affrontare le terribili scavate da Hamas (finanziate anche dall'Unione Europea per la costruzione di ospedali e scuole).

Una battaglia che secondo gli esperti americani non avrebbe mai dovuto cominciare: "perderete 100 uomini al giorno, è una follia, lasciate perdere". In realtà i morti di Israele nella Striscia sono stati 347 in un anno (tutti giovani e pieni di vita come i soldati di ogni guerra), non trentamila. Abbiamo sentito Netanyahu promettere all'infinito che avrebbero fatto tutto il possibile per evitare morti civili: "Anche se Hamas si nasconde vilmente in mezzo alla popolazione". Poi, invece, come nel film Il Gladiatore è stato scatenato l'inferno e fra miliziani integralisti uccisi (più o meno 17000) e popolazione civile palestinese siamo intorno alle cinquantamila vittime, se includiamo anche i dispersi. Un massacro devastante.

Abbiamo visto l'Iran oscurantista del clero sciita illudersi di diventare la nuova grande potenza regionale senza immaginarsi minimamente che cosa lo aspettava. A gennaio sono cominciati i colpi di Israele fuori dalla Striscia e tutto è cambiato. Hanno cominciato con Saleh Al Arouri, il numero due di Hamas all'estero su cui pendeva una taglia di 10 milioni di dollari, ucciso a Beirut insieme a tutti i suoi più stretti collaboratori. Era "l'uomo dell'Iran all'interno di Hamas", cioè quello che faceva da collegamento. Lo hanno ucciso durante una riunione con i suoi collaboratori e tutti gli analisti hanno pensato: "ci siamo, il Mossad si è ripreso dallo shock del 7 ottobre e ora comincia la riscossa israeliana". È andata così.

Hanno cominciato a dimostrare di sapere tutto dei nemici e di colpire senza pietà. Hanno ucciso Tawil, comandante di Hezbollah, così importante da essere considerato un possibile successore del leader Nasrallah. Poi è stato un crescendo continuo, con il bombardamento ad aprile dell'ambasciata iraniana a Damasco e la morte di ben 16 fra i più importanti ufficiali dei guardiani della Rivoluzione: un colpo durissimo per Teheran. 

Ma questo anno strano e terribile dava sempre nuove sorprese: a luglio Israele uccide Fuad Shukr, il nuovo capo militare di Hezbollah e gli sciiti integralisti si spaventano davvero. Cominciano a capire che il Mossad si è infiltrato in profondità 

Appena poche ore dopo il "colpo impossibile" quello che nessuno poteva immaginare. A Teheran è prevista la cerimonia di insediamento del nuovo primo ministro iraniano (il predecessore è appena misteriosamente morto in un incidente aereo insieme al suo Ministro degli Esteri...) e fra gli invitati c'è anche il capo di Hamas Ismail Haniyeh. È molto preoccupato, sa di essere sulla lista nera degli israeliani, ma gli iraniani lo rassicurano: "sarai nel palazzo più sorvegliato dell'Iran". È vero, ma la sua stanza esplode ugualmente. Tutto il mondo assiste incredulo.

Sembra impossibile immaginare qualcosa di più clamoroso. Ma sta per arrivare settembre. 

Una premessa: gli israeliani si preparavano da anni a una possibile guerra con gli Hezbollah e in prospettiva anche con l'Iran. Credevano che Hamas si fosse rassegnata. Così erano pronti con tante "sorprese". La prima è un capolavoro assoluto di intelligence, qualcosa che nessun esperto dimenticherà mai: il piano dei cercapersone. Hezbollah era preoccupata per le intercettazioni e ha pensato di ricorrere a una ditta fidata dell'Estremo Oriente. Ma dietro c'è il Mossad. Sono loro a produrre i cercapersone, ci mettono dentro microspie per avere informazioni e una micidiale sorpresa: una piccola carica di esplosivo. Nemmeno nei film sembrerebbe realizzabile un piano così. Invece funziona: il cicalino che suona per circa sette secondi per dare tempo al possessore di prenderlo in mano, poi un messaggio che fa esplodere il telefonino: migliaia di miliziani libanesi morti o feriti gravemente.

Sembra impossibile ma gli israeliani replicano il colpo il giorno dopo con le walkie-talkie: anche queste sono state sabotate ed esplodono: tanti altri nemici uccisi e feriti.

Nasrallah è in preda ad una totale agitazione ed ordina agli ufficiali della sua migliore unità la Radwan di riunirsi per cercare disperatamente di replicare in qualche modo. Non ha ancora capito che la sua organizzazione è infiltrata in modo irrimediabile. 

Il giorno dopo, tutti i migliori ufficiali di Hezbollah restano uccisi in uno spaventoso bombardamento. Si scopre fra l' altro che gli israeliani hanno lavorato per anni su bombe di penetrazione (cioè che si infilano nel terreno ed esplodono in profondità) di fabbricazione americana per penetrare i bunker sotterranei. Un'altra clamorosa sorpresa di questi dodici mesi.

Mentre scoppia la guerra aperta fra Hezbollah e Israele, Nasrallah è seguito passo passo: fa una riunione con tutti i principali collaboratori per decidere il da farsi e lo fa a ben trenta metri di profondità in un sotterraneo coperto da ben sei grandi edifici. Pur di eliminarlo gli israeliani scagliano ben 75 tonnellate di bombe ad alta penetrazione: il quartiere di Beirut diventa come un vulcano. Tutti morti compreso il temutissimo Nasrallah. Per Netanyahu, affamato di vendetta, desideroso di mostrare al mondo che "Bibi" è solo un diminutivo inversamente proporzionale alla sua determinazione e brutalità nell'eliminare chiunque si professi nemico di Israele, è la grande rivincita. .

"Negli ultimi dodici mesi abbiamo cambiato la realtà da un capo all' altro" così si rivolge ai soldati schierati al confine col Libano, facendo capire di essere orgoglioso di come si sta evolvendo la situazione. Ma ad un anno esatto del 7 ottobre, dall'attacco sorprendente che causò il più grande eccidio di ebrei dalla fine della Seconda guerra mondiale e sbalordì il mondo, che bilancio si può fare?

Ha raccontato un palestinese alla BBC: "Questo non è più vivere e non è nemmeno morire. È qualcosa per cui non so nemmeno trovare un nome. Ho perso tanti parenti e continuiamo a sentirci dire "andate da quella parte e sarete al sicuro", ma non è mai vero. Il cuore si logora , è peggio della morte".

Ha raccontato una israeliana al Jerusalem Post: "è stato orribile e da allora vivo la vita con occhi diversi: è come se avessi perso ogni illusione".

Per chi è in mezzo a questa guerra non solo sanguinosa, ma anche complicata, con tante crisi che si sommano da Israele alla Striscia di Gaza, dalla Cisgiordania al Libano, dallo Yemen al grande e temuto Iran si può parlare di tragedia, ma anche di grande possibilità: se il regime clericale venisse sconfitto, ci saranno cambiamenti immensi e forse le fazioni moderate dei vari Paesi dell'area potrebbero dare vita a nuove politiche che comprenderanno la convivenza con Israele e una qualche forma statale per i palestinesi. Quello che è certo è che l'alleanza che gravitava intorno all'Iran ha subito fin qui un enorme ridimensionamento.

Ha scritto il grande arabista francese Gilles Kepel: "Oggi Netanyahu si gode la sua rivincita: è il Giosuè che ha riscattato il popolo ebraico sconfiggendo i Cananei nascosti dietro le possenti mura di Gerico". Verosimile. Però, è sicuramente vero, che nessuno di noi è come prima del 7 ottobre 2023.


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