L'Immobiliarista ora vuole "comprare" il Palazzo di Vetro
Aggiornamento: 2 giorni fa
di Menandro
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The Donald continua a fare acquisti, incessantemente. Il suo carrello della spesa, non sappiamo quanto intelligente, ma sicuramente sostanzioso, dopo la ventilata l'annessione della Groenlandia, il possibile l'ingresso del Canada come 51° Stato dell'Unione e, in ultimo, la speculazione annunciata sulla striscia di spiaggia di Gaza, sarebbe in procinto d'arricchirsi con una perla newyorchese, la sede dell'Onu al 760 United Nations Plaza.
Tuttavia la fascinosa (per l'acquirente) ipotesi si scontrerebbe con il diritto di extraterritorialità di cui gode il Palazzo di Vetro, ma secondo fonti ben informate, The Donald avrebbe già in mente un piano segreto per aggirare l'ostacolo e impossessarsi di un simbolo dell'Umanità: devitalizzare (o demolire) l'Onu e comprarsi il palazzo a prezzi stracciati.
Ovviamente la notizia, prima ancora di un giudizio etico sulle intenzioni di The Donald, palesemente stanco dei "lacci e lacciuoli" imposti dal diritto internazionale, sta squinternando le mire di chi puntava a uno sviluppo pacifico e non traumatico delle aree dell'East River di Manhattan. Agitazione comprensibile. Il gotha dei costruttori della Grande Mela è sinceramente preoccupato dal vorace dinamismo dell'Immobiliarista della Casa Bianca che ha dalla sua una indubbia posizione di privilegio sul mercato. Tuttavia, nessuno si spinge ancora a parlare di concorrenza sleale per il timore di reazioni esacerbate: lo spirito vendicativo che anima The Donald è di dominio pubblico. E la possibilità che se "provocato" possa rovesciare sul malcapitato di turno gli 007 di CIA, FBI, NCIS e altri ancora, è alquanto concreta.
Un po' come sta accadendo al Procuratore capo di Roma Lo Voi, che si ritrova il fiato sul collo dei nostri servizi segreti per aver messo sotto inchiesta il governo sul caso Almasri. Una situazione che fa rimpiangere gli anni Sessanta e il Sifar, il servizio segreto militare, quando il generale De Lorenzo spiava i nostri politici e ne raccoglieva nei dossier (forse troppi) le loro solite e innocue storielle di sesso e corna... Altra epoca, in cui al massimo si percepiva un "tintinnio di sciabole" messo in giro più per frenare le voglie di riformismo del centro sinistra vivificato dall'ingresso del Partito socialista di Pietro Nenni nella stanza dei bottoni, che per un reale desiderio di colpo di stato.
A differenza di oggi, che se non fai attenzione, gli agenti segreti, in particolare quelli israeliani che operano di concerto con le loro imprese di sofisticata tecnologia, ti piazzano una cimice dell'Intelligenza Artificiale che registra anche quello che pensi. E allora, potrebbero davvero diventare c... amari, altro che la goliardia di fratelli di chat. Non invidiamo il dottor Lo Voi, soprattutto ora che è sempre più magnificato l'Asse Washington-Roma con l'empatia, sintonia, simpatia e qualunque altra parola carina che finisca col dittongo ia, ad eccezione di autonomia, che corre tra The Donald e Giorgia. Certo, l'Asse a più di uno ha richiamato alla memoria effetti nefasti. Ma alle Cassandre che hanno citato l'infausto Patto d'Acciaio Roma-Berlino-Tokio, ha replicato oggi da par suo con un editoriale il direttore di Libero Mario Sechi, di cui non si apprezzeranno mai abbastanza equilibrio e neutralità, proprio per essersi immunizzato da settarismo e partigianeria nei mesi trascorsi nel ruolo di portavoce del Giorgia pensiero.
Ma non divaghiamo. Ritorniamo al real estate di The Donald che per mandare in pezzi il Palazzo di Vetro e comperarlo per quattro soldi intende prendere di mira una a una le organizzazioni internazionali su cui si è retto finora il sistema di convivenza civile e l'idea di giustizia degli Stati. Operazione antica che si basa sul concetto noto di isolare l'obiettivo per neutralizzarlo. Ciò spiega la furia iconoclasta di The Donald che ha deciso di sanzionare la Corte internazionale penale dell'Aia, tra i sorrisi compiaciuti dell'incriminato Netanyahu e la soddisfazione silenziosa di Putin. Iniziativa da padrone del vapore che ha suscitato la reazione di quella parte del mondo che vuole restare libera: 79 Paesi membri delle Nazioni Unite, tra cui Canada, Gran Bretagna e la maggioranza degli Stati della Ue, ad eccezione dell'Italia, che si ritrova a braccetto dell'Ungheria di Orban. Epilogo davvero infelice e poco edificante per il nostro Paese che cancella con un colpo di spugna i legami storici tra l'Italia e la Corte penale internazionale, il cui atto fondativo è noto nel mondo come Statuto di Roma. Probabilmente, l'unica associazione alla capitale che contempla il governo in carica è il Natale di Roma...
L'accusa di The Donald alla CPI è di "aver intrapreso azioni illegali e infondate contro l'America e il nostro stretto alleato Israele". Lo stesso stretto alleato che agisce sistematicamente contro l’UNRWA attraverso due nuove leggi approvate lo scorso ottobre con cui si proibisce all'Agenzia delle Nazione Unite per i profughi palestinesi di portare aiuti nelle aree di Gaza, Gerusalemme Est e Cisgiordania, sconvolte dalla guerra. Un combinato disposto dalla finalità scoperta: dire al mondo chi comanda ora. Veramente. Non a caso, da giorni The Donald si balocca nello Studio Ovale con un enorme mappamondo di plastica, divertendosi come un fanciullino, lanciandolo in aria come Charlie Chaplin nel film Il Grande Dittatore. Dalla tragedia alla farsa. Un po' come il ministro della Giustizia italiano, Carlo Nordio, che si difende dalla accuse della CPI citando l'ex SS-Obersturmbannführer Eichmann, processato e condannato a morte a Gerusalemme. Parossismo al potere.
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