L'Editoriale della domenica. "Il Referendum per la rappresentanza è l'antidoto all'antipolitica"
Aggiornamento: 8 nov
di Giancarlo Rapetti
“Non vi dico di rispettare la politica, vi dico di amarla”. Parole di Roberto Benigni, nel 2013, in una cerimonia /spettacolo di presentazione della Costituzione. Una breve introduzione al tema. Tre minuti di grande comunicazione ma soprattutto di alta cultura politica. Il brano si trova ancora su Youtube e val la pena di risentirlo per intero.[1]
“Disprezzare la politica è come disprezzare noi stessi”.
“Non interessarti di politica è come non interessarti della tua vita e di quella di tuo figlio: se andrà a scuola, se avrà un buon insegnamento, se quando sta male sarà curato, se si sposerà, se avrà un lavoro”.
“Non interessarsi di politica è come non interessarsi della vita”.
La politica è l’esercizio della democrazia e la democrazia si esercita attraverso la rappresentanza. Come si scelgono i rappresentanti del popolo è cruciale. Da qui discende l’importanza della legge elettorale. Eppure, stando alla arrancante raccolta firme sul Referendum per la rappresentanza, che vuole correggere il Rosatellum (la vigente legge elettorale per Camera e Senato) abrogandone gli aspetti peggiori, non sembra che il tema appassioni gli elettori. Gli stessi che lamentano ogni giorno la cattiva qualità e le cattive performance del ceto politico, non si interessano del modo in cui quel ceto è selezionato.
Si è già detto che il primo motivo di questo disinteresse deriva dal fatto che nessun partito o leader politico nazionale ha preso posizione, anche solo contraria, parlandone in televisione. Il che induce ad una curiosa riflessione: l’elettore non ha fiducia nei partiti, ma poi ne segue pedissequamente le indicazioni, per delega o per pigrizia.
Nella circostanza contingente, poi, le opposizioni sembrano intenzionate a creare il campo larghissimo, e quindi pensano che l’attuale legge elettorale convenga loro. La maggioranza è convinta della stessa cosa, visto che sta al governo grazie alla medesima legge. Tutti fermamente ancorati allo status quo. La legge elettorale dovrebbe, secondo alcuni, stare in Costituzione, essere il frutto di un processo costituente condiviso e stabile. Non ci si è mai riusciti. Proprio per questo motivo, quello a cui dovrebbe interessare il referendum anti–rosatellum è l’elettore che voglia poter scegliere i propri rappresentanti con voto semplice, chiaro e libero.
C’è ancora tempo. Si può firmare facilmente online, sulla Piattaforma referendum, pubblica e gratuita: i quattro quesiti del Referendum per la Rappresentanza sono i primi che si trovano quando si accede al sito. Si può firmare presso il Comune di residenza. Si può firmare presso gli studi professionali degli avvocati autenticatori che hanno dato localmente la loro disponibilità. Non mancano le possibilità, se si vuole e si è colta l’importanza della posta in palio. Quanto al contenuto dei singoli quesiti, è sinteticamente illustrato in più precedenti articoli.[2]
Le regole del gioco determinano il risultato, contano molto più delle promesse e dei programmi. I principi, infatti, sono soggetti alla legge di Marx (Groucho, non Karl): sono intercambiabili, interpretabili, sostituibili. Le regole sono oggettive. Diamoci regole buone, e avremo un buon risultato. Per gli estimatori di Obama, we can, if we may.
*Componente della Assemblea Nazionale di Azione
Con questo articolo, l'Editoriale della domenica sospende le pubblicazioni per la pausa estiva. Appuntamento per la ripresa il 1° settembre.
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