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L'attentato a Togliatti e la convalescenza in Valle Vigezzo

di Marco Travaglini


Qualche anno fa a Toceno, località della Valle Vigezzo a nord del Piemonte e a ridosso del confine con la Svizzera, una mostra fotografica e l’anteprima del docufilm “Via della Missione” ricordarono il 70° anniversario dell’attentato a Palmiro Togliatti, segretario del Pci, Vicepresidente del Consiglio e ministro di Grazia e Giustizia nei primi governi dell’Italia liberata, di cui oggi si ricorda il sessantesimo della morte.[1] L’attentato nel quale venne ferito gravemente, mettendone a repentaglio la vita, fu compiuto a Roma in via della Missione, una strada che collega piazza del Parlamento a piazza Montecitorio, dove nella seconda metà del Seicento aveva sede la Congregazione della Missione fondata da San Vincenzo de’ Paoli. Erano le 11,30 del 14 luglio 1948 quando il dirigente comunista venne colpito da tre colpi di pistola sparati a distanza ravvicinata con una calibro 38 a tamburo da Antonio Pallante, ventiquattrenne di Bagnoli Irpino, studente fuoricorso di giurisprudenza a Catania, già simpatizzante del Fronte dell’Uomo Qualunque, ossessionato dalla paura del comunismo in Italia. Un uomo che a 97 anni (morì un anno dopo, nel luglio del 2022) in una intervista all’agenzia Adnkronos rilasciata nel 2021 in occasione del centenario della nascita del Pci, dichiarò di non essersi mai pentito, sostenendo di aver pensato "che fosse la cosa giusta da fare per salvare il Paese".

In quella torrida giornata del 1948, Togliatti stava uscendo da Montecitorio per recarsi, insieme a Nilde Iotti, alla direzione del Pci in via delle Botteghe Oscure. Immediatamente soccorso e ricoverato d’urgenza, Togliatti fu operato con successo dal chirurgo Pietro Valdoni. Al termine del decorso post operatorio Togliatti volle recarsi per la convalescenza in Piemonte. In un primo tempo scelse una villa a Orta San Giulio ma successivamente, per sfuggire a cronisti e curiosi, si trasferì a Toceno dove soggiornò per due settimane, fino al 20 settembre, all’albergo Miravalle, trascorrendovi un periodo di riposo, serenità e lunghe passeggiate nella natura di questa valle alpina al confine con la Svizzera.

Ritornando alla mostra e al documentario, oltre alla configurazione dell’attentato nel contesto del clima di guerra fredda, alla reazione popolare di indignazione e dolore, al comportamento del Pci volto a scongiurare l’approfondirsi di tensioni e disordini, vennero posti in evidenza i tratti salienti della figura di Togliatti, leader politico e statista. Tornato in Italia nel marzo 1944 dopo 18 anni di esilio, l’allora leader indiscusso dei comunisti italiani diede un contributo decisivo alla ricomposizione della nazione con la proposta di unità e riscatto nota come la “svolta di Salerno”.

Il 2 giugno 1946, scelta la Repubblica ed eletto il nuovo Parlamento, egli divenne uno dei protagonisti nella elaborazione della Costituzione che diede linfa popolare e democratica allo Stato unitario sorto nel 1861, la cui esistenza era stata messa in pericolo dalla guerra nazifascista. Il documentario “Via della Missione” e la mostra fotografica sono stati il frutto di una ricerca nata da un’idea di Maria Agostina Pellegatta, già parlamentare del Pci di Cassano Magnago e frequentatrice della val Vigezzo come tanti lombardi della zona di Gallarate e Busto Arsizio.

Le immagini della mostra e le sequenze del film si sono avvalse delle collaborazioni degli eredi Albergo Miravalle e dell’ANPI del VCO, dell’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico, dell’Istituto Gramsci, delle Teche Rai e dell’Università degli Studi Roma Tre. Va rammentato che all’episodio lo scrittore vigezzino Benito Mazzi dedicò un articolo sul numero del 2010 dell’Almanacco Storico Ossolano edito da Grossi, intitolandolo “L’anno che Togliatti si rifugiò a Toceno”.


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