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L'appuntamento di oggi: a Torre Pellice, nel ricordo di Giorgio Bouchard

Aggiornamento: 23 ago

Stasera alle 21, venerdì 23 agosto, nella Sala professori del Collegio Valdese di Torre Pellice, sarà presentato il libro biografico "Giorgio Bouchard (1929-2020). Fede, etica, politica" a cura di Piera Egidi Bouchard e Andreas Kohn. All'incontro saranno presenti la moderatora della Tavola valdese Alessandra Trotta, il prof. Valdo Spini, già ministro all'Ambiente negli anni Novanta del Novecento, e la filosofa e teologa Elena Bein Ricco.

Scrivere, parlare, raccontare una figura così di rilievo e complessa della Chiesa valdese, in particolare, e delle chiese evangeliche italiane in generale, come Giorgio Bouchard, è senza dubbio un titolo di merito, perché significa dare un ordine anche agli avvenimenti, che furono densi e importanti, della storia del Novecento del nostro Paese. E questo merito va ascritto ai due curatori del volume [1], a Piera Egidi Bouchard, che di Giorgio è stata moglie, compagna e confidente intellettuale di rara capacità, e al pastore valdese Andreas Kohn che non hanno esitato a investire tempo e energie nella ricerca, che non si estingue o esaurisce con i documenti "ufficiali" , ma richiede l'impegno certosino di "reperire" e sistematizzare ciò che si è "disperso", che nel caso di Giorgio Bouchard è equivalso a 63 anni di attività continuativa che ha coperto la vita delle comunità evangeliche, tra politica e teologia.

Dunque, si tratta di un arco di tempo lungo, lunghissimo, che si ramifica in un itinerario di vita, per usare le parole di Elena Bein Ricco, con cui il volume si apre, dopo la prefazione di Alessandra Trotta, che "esce dai confini di una vicenda puramente personale per diventare l’occasione che ci permette di rileggere in filigrana la storia delle nostre chiese negli ultimi decenni, intrecciata con la storia del nostro Paese, e di ricostruire il percorso di impegno di un’intera generazione, verso la quale non possiamo sentirci se non come i proverbiali nani sulle spalle dei giganti".

Giganti che seppero interpretare nel migliore di modi la politica, categoria alla quale Giorgio Bouchard appartiene di diritto, come gli riconosce nel suo saggio Marco Bouchard, nell'essere stato "a tutti gli effetti un politico, un politico appassionato e di razza", condizione indispensabile ed essenziale per dare corpo a quelle iniziative e imprese politiche di cui fu soggetto protagonista, contribuendo e renderle possibili, come è stato osservato in un'altra parte del libro, "con quella capacità di ascolto e di mediazione che rende possibile trovare, anche di fronte a questioni profondamente divisive, soluzioni sostenibili, in cui ogni parte possa sentirsi sufficientemente riconosciuta e rappresentata".

Da questo breve preambolo, lo scriviamo a beneficio del lettore, appare evidente che il libro non segue una sua linea cronologica, ma da più angoli di osservazioni tematici, attraverso più saggi di più autori di un lungo elenco, mira a ricomporre con naturalezza il profilo e la personalità di Giorgio Bouchard, dall'infanzia al suo ingresso undicenne nel Collegio Valdese di Torre Pellice, agli inizi degli anni Quaranta, gli anni della guerra e dell'incontro con l'antifascismo praticato e diffuso, fino al suo impegno diretto nella diaconia e nell'avvincente vicenda dell'Intesa con lo Stato italiano nel 1984, ai sensi dell’art. 8 della Costituzione.

Una vita messa in luce anche nei suoi diversi sviluppi, da quella del cristianesimo e della fede, in primis, quanto dall'amore per la storia che lo porta a rivisitare con spirito libero e sgombro da pregiudizi alla Resistenza, al suo rapporto con gli Stati Uniti e alla conoscenza dell'America nei suoi otto viaggi dal 1980 all'ultimo nel 1997, per citarne alcuni affrontati nel libro. Momenti tutti destinati a riunirsi in quei cinque talenti che gli ha attribuito Piera Egidi, cioè quella di operatore socio-politico, predicatore, dirigente ecclesiastico, intellettuale, conferenziere e scrittore.


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