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La Porta di Vetro

L'appuntamento di oggi. A Chivasso è protagonista la Pace

Stasera a Chivasso, alle 20,45 presso il Salone della Croce rossa italiana, via Gerbido 11, l'inviato di guerra Domenico Quirico e Michele Ruggiero, giornalista, presidente de La Porta di Vetro, affronteranno il tema delle guerre, o meglio dell'omicidio della Pace che si compie quotidianamente in un clima di generale acquiescenza e assuefazione. L'incontro è promosso dal Comitato per la Pace di Chivasso, un'associazione da anni sempre in prima fila nel segno della convivenza civile.

Oggi la Pace sembra diventato sinonimo di faziosità. O comunque di presa di posizione tendenzialmente vicina a chi "non è dalla parte giusta", e quindi da condannare, anche e soprattutto se la richiesta di Pace è sostenuta dalla Chiesa Cattolica, da Papa Francesco in prima persona, e da altre religioni: ciò, secondo la versione dominante che assegna anche le "pagelle" all'informazione, dividendo i giornalisti, commentatori, opinionisti in "buoni" e "cattivi" rispetto all'orientamento che mostrano nel perseguire una soluzione pacifica, il cessate il fuoco, il passaggio dalla frenesia (interessata) dell'uso e consumo di armi alla diplomazia. Tutto ciò, nonostante la dimensione assunta da alcuni conflitti eufemisticamente e ipocritamente siano classificati come "regionali" o a "bassa intensità", ma non certo per il numero delle vittime diventato impressionante. In primis, lo si coglie dalla guerra nella Striscia di Gaza che ad oggi ha provocato, cifre rese noto dal Ministero della Salute di Gaza (MoH) controllato da Hamas, più di 41 mila morti e circa 100mila feriti tra la popolazione palestinese, con il 30 per cento delle vittime che aveva meno di cinque anni.[2]  

Secondo l‘esercito israeliano e fonti ufficiali israeliane, sono stati uccisi più di 1.546 israeliani e cittadini stranieri, la maggior parte il 7 ottobre e nelle sue immediate conseguenze. La cifra include 346 soldati uccisi a Gaza o lungo il confine in Israele dall’inizio dell’operazione di terra. Inoltre, 2.284 soldati israeliani sono stati segnalati feriti dall’inizio dell’operazione di terra.[3]

Inoltre, i dati dell’Ufficio delle Nazione Unite per il coordinamento degli affari umanitari (Ocha) nei territori occupati (Ot) e del gruppo israeliano per i diritti umani B'Tselem, ci dicono che da ottobre sono stati uccisi circa 640 palestinesi in Cisgiordania. Oggi, poco più di un milione di rifugiati palestinesi su una popolazione totale di 1,4 milioni dipendono dall’assistenza alimentare dell‘UNRWA, l’Agenzia Onu per i rifugiati palestinesi, rispetto alle sole 80.000 del 2000. Ricordiamo, che pochi giorni fa, il Parlamento israeliano ha approvato una legge che vieta ogni attività dell’Unrwa all’interno di Israele. E nulla hanno potuto le pressioni internazionali sostenute da Unione Europea e Stati Uniti per frenare la decisione della Knesset che ha votato a larghissima maggioranza, 92 voti, contro 10 contrari.

Dai dati forniti nel giugno scorso dall'Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile (ASVIS), emerge che il livello medio di pace è sceso dello 0,56%: è la dodicesima volta che accade negli ultimi 16 anni. Su 163 Paesi, 97 registrano un peggioramento. L’Islanda rimane il Paese più pacifico, seguito da Irlanda, Austria, Nuova Zelanda e Singapore. L’Italia occupa il 33° posto, davanti a Paesi come l’Inghilterra, Svezia e Grecia. Lo Yemen è il Paese meno pacifico al mondo, seguito da Sudan, Sud Sudan, Afghanistan e Ucraina. Questo è il primo anno in cui lo Yemen è stato classificato come il Paese meno pacifico del mondo, scendendo di 24 posizioni da quando è stato introdotto l’Indice. Il divario tra i Paesi più e meno pacifici del mondo è oggi più ampio di quanto non sia mai stato negli ultimi 16 anni. L’Europa è la regione più pacifica del mondo e ospita otto dei dieci paesi più pacifici. La regione del Medio Oriente e del Nord Africa rimangono le regioni meno pacifiche del mondo. lo Yemen finisce in ultima posizione.[1] Attualmente sono attivi una sessantina di conflitti (il numero esatto è sempre suscettibile di rettifiche), che rimane la cifra più alta mai registrata dalla fine della Seconda guerra mondiale.


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