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Israele: guerra senza respiro a Hezbollah, ma il Libano ora rischia di disintegrarsi

di Maurizio Jacopo Lami


"Ho promesso che avremmo cambiato gli equilibri di potere nel Nord, cioè in Libano, ed è esattamente quello che stiamo facendo.

Stiamo eliminando alti funzionari, terroristi, distruggendo missili e le nostre mani sono tese.

Non aspettiamo la minaccia, la preveniamo e continueremo a farlo".

Benjamin Netanyahu, primo ministro israeliano.


Dopo i sorprendenti raid dei giorni scorsi in Libano, che hanno portato alla morte di numerosi dirigenti di Hezbollah, compresi i tre più importanti ufficiali della sezione militare, l'IDF, le forze armate israeliane, ha scatenato una vera e propria tempesta di incursioni aeree, un'operazione denominata Northern Arrows, in particolare sulla valle della Beekaa e sul sud del Paese, con il dichiarato obiettivo di eliminare il maggior numero possibile di miliziani di Hezbollah, l'organizzazione sciita filo iraniana.

L' attacco nella descrizione dei militari israeliani ha soprattutto lo scopo di distruggere i missili a lunga gittata che sono l'arma più temuta da Tel Aviv. Ci sono però nel mirino anche i droni, i razzi di minore potenza che possono comunque colpire Israele (i bersagli sono ad una distanza minima) e più in generale le postazioni di Hezbollah nel sud del Paese dei Cedri.

Si contano già, secondo il Ministero della Sanità di Beirut almeno 500 morti e oltre milleseicento feriti (ma sono dati in continua evoluzione, prova incontrovertibile di come i raid stiano colpendo in profondità). Ed è nata subito una polemica di fuoco fra il governo di Tel Aviv e quello di Beirut con il premier libanese Najib Mikati che ha accusato: "L'aggressione israeliana contro il Libano è una guerra di sterminio e un piano volto a distruggere i villaggi e le città libanesi". 

Per contro, gli ultimi avvenimenti segnalano l'intensificarsi della risposta di Hezbollah con razzi lanciati su postazioni militari e fabbrica di munizioni. I razzi utilizzati sono del tipo Fadi-1 e Fadi-2 [1] contro la base di Amos, indicata come il principale hub logistico e di trasporto nel nord del Paese, la fabbrica di esplosivi Zichron a 60 chilometri dal confine, la base aerea di Ramat David e l'aeroporto militare di Megiddo, ha riferito l'emittente televisiva libanese Al Manar. Di conseguenza, la pioggia di missili ha costretto Israele a chiudere le scuole al confine, nelle aree Megido, Yokneam Illit, Daliyat al-Karmel e Isfiya, e a sospendere l'attività aerea civile da e per l'aeroporto Ben Gurion.

Intanto, fra le nuove perdite subite da Hezbollah colpisce la presenza di comandanti di primo livello:  se si tiene conto che ormai da giorni era chiaro a chiunque che l'attacco era imminente, e quindi ogni esponente di spicco aveva preso ogni precauzione possibile, si ha un'idea di come l'organizzazione integralista sia stata infiltrata a fondo in maniera incredibile dal Mossad, il non mai abbastanza celebrato servizio segreto israeliano. 

Su tutti spicca un nome sorprendente: Alì Karaki, appena stato nominato comandante militare di Hezbollah per sostituire i dirigenti uccisi giovedì nell'attacco a Beirut. In particolare, Ali Karaki, che aveva preso il posto di Ibrahim Agil, capo dell'unità scelta Radwan, si era salvato dalla micidiale bombardamento che aveva colpito tutti i principali ufficiali del ramo militare di Hezbollah, perché essendo capo del comando Sud (in pratica del settore che fronteggia gli israeliani) si occupava di altro. Il fatto stesso che avessero messo lui a capo dell'intera struttura, è la dimostrazione più convincente che a Beirut tutti i principali comandanti sono morti o feriti.

La controprova è data anche dal fatto che il comandante chiamato a sostituire il "numero 2 (si chiamava Fuad Shukr ed era temuto per la sua ferocia) è al vertice di un altro settore: si tratta di Talal Hamia, che in precedenza si occupava del settore ovest.

Mentre in queste ore frenetiche c'è incertezza sulla morte o meno (Hezbollah ha smentito che sia stato ucciso nei raid) di Ali Karaki, l'uomo senza volto, di cui nemmeno i servizi segreti israeliani dispongono di una immagine, non vi purtroppo nessuna incertezza sulla tragedia dei civili libanesi, costretti a una fuga disperata, ad abbandonare le proprie case, forse per sempre. Si segnala già il triste corollario di ogni guerra: donne e bambini in fuga, con la morte alle spalle e davanti un futuro incerto. 

Se la guerra continuerà assisteremo a infinite altre tragedie simili ed anche peggio perché ci sarà sicuramente strage dei civili innocenti che Hezbollah usa come scudo. Inoltre, altra tragedia nella tragedia, l'attacco di Israele potrebbe portare alle estreme conseguenze le mille contraddizioni del Libano e portarlo alla disgregazione, come è successo a Jugoslavia e Libia. Si immagini che catastrofe sarebbe con i cristiani Maroniti  per esempio, minacciati dalle milizie delle altre frazioni. E più in generale, si immagini la tragedia di un popolo di antica civiltà come il libanese che si ritrovi di nuovo in balìa della violenza.

Perché la guerra probabilmente continuerà? La certezza non esiste, però molti in Israele sono profondamente convinti che per evitare la minaccia di un altro 7 ottobre, Israele non debba fare tregue coi nemici, ma disarmarli uno per uno, per poter respirare in seguito. Così molti sostengono addirittura una specie di tabella di marcia per abbattere i nemici di Israele: prima l'attacco a Gaza, poi in Cisgiordania, quindi contro gli Hezbollah libanesi. E infine, ma qui nemmeno loro sanno specificare in che modo, attaccare l'Iran , la " testa del serpente ''. 

Netanyahu è incerto sull'Iran, si rende conto che comporterebbe affrontare troppe incognite, ma è d'accordo sul resto della "tabella di marcia ". Ha colpito davvero a fondo Hamas e ora vuole fare lo stesso con Hezbollah. E non importa se gli Stati Uniti non sono d'accordo: il debole Biden non è riuscito ad imporsi in quasi un anno intero, figurarsi ora che in pratica nessuno lo vede più in attesa di sapere chi sarà il prossimo Presidente.  Alcuni analisti pensavano che Netanyahu volesse vedere chi vinceva le elezioni negli States prima di agire, ma i continui attacchi contro Hezbollah dimostrano che ha scelto la strada esattamente opposta: approfittare dell'interregno per mettere il mondo davanti al fatto compiuto e poter dire al proprio popolo: "ho abbattuto il potente nemico Hezbollah, ora non siamo più circondati da nemici e i piani dell'Iran vanno in fumo ".

Netanyahu sa benissimo che il passare da una guerra all'altra è un azzardo enorme che costerà sangue al suo popolo e agli altri, ma gli permetterà, se il saldo sarà positivo, di farsi perdonare gli errori (tanti) del passato e diventare  agli occhi della Storia lo statista che disarmò tutti i nemici di Israele. Di  sicuro gli assicurerà altro tempo al potere e la possibilità di riscattarsi: lo si giudichi come si vuole, ma è sorprendente la sua capacità di resistere alle pressioni interne ed internazionali e guadagnarsi spazi di tempo di di manovra ad ogni minima pausa. Biden si era illuso di poterlo condizionare, ma Netanyahu, l'eterna sfuggente anguilla, è riuscito a sottrarsi ad ogni impegno, ad abbattere moltissimi dirigenti nemici, fra capi di Hamas, dirigenti dell'Iran e ora anche di Hezbollah e, soprattutto dal suo punto di vista, a restare in sella. 

E mentre lui in effetti da una parte segnava davvero molti colpi, eliminando nemici storici, fra cui il capo di Hamas, i generali iraniani più importanti, ed ora i migliori comandanti di Hezbollah, sull'altro piatto della bilancia sono posate la tragedia del popolo palestinese (siamo a 42.000 morti e oltre diecimila dispersi) e la morte degli ostaggi, ,mentre si allarga la frattura fra Israele e il resto dell' opinione pubblica internazionale (perfino con alleati storici ed amici sinceri) e in ogni parte del mondo si assiste ad un terribile ritorno dell'antisemitismo pericolosamente confuso nella legittima critica al governo Netanyahu.

Per il Libano e per l'intero Medio Oriente si prospettano giorni di fuoco.


Note

[1] Secondo Hezbollah, il missile Fadi-1 ha un calibro di 220 mm e può colpire bersagli a una distanza massima di 80 km. Il missile Fadi-2 ha un grosso calibro, 302 mm, e lancia la sua testata su una distanza di 100 km in Serie MLRS "Fadi" del movimento Hezbollah (topwar.ru).


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