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Israele: attacco a Hezbollah per distruggere il nemico Iran

Aggiornamento: 1 giorno fa

di Maurizio Jacopo Lami


"Niente può resistere alla volontà"

 Proverbio ebraico e nome in codice dell' operazione in Libano. 


"Con questi cercapersone, prodotti e arrivati direttamente dall' Iran sarete al sicuro. Non usate i telefonini, gli israeliani li individuano".

Direttiva interna di Hezbollah per i dirigenti dell' organizzazione libanese , pubblicata il 12 giugno di quest'anno 


Un uomo panciuto col cappellino in testa sta tranquillamente scegliendo la frutta in un supermercato a Beirut. Poi il cercapersone squilla e letteralmente esplode, uccidendolo e diffondendo il panico fra i testimoni. Questa scena, per incredibile che possa sembrare (ma gli ultimi anni ci stanno ormai abituando all'incredibile) si è svolta migliaia di volte in Libano ieri, 17 settembre.

Ovunque, ma specie nella parte sud di Beirut, roccaforte di Hezbollah, il "partito di Dio", cioè la milizia sciita libanese alleata dell'Iran i cercapersona che erano stati dati ai quadri per comunicare in modo sicuro si sono rivelati trappole mortali.

Ed è successo lo stesso anche in Siria, fra importanti miliziani che avevano funzioni di collegamento.  Il bilancio che in continua crescita è inimmaginabile, degno di una spy-story: almeno 15 morti accertati, più di 200 in condizioni estremamente critiche e un totale sbalorditivo di oltre 2900 feriti. Secondo il canale televisivo saudita Al Hadath, sono circa 500 agenti di Hezbollah ad aver perso la vista in seguito all'esplosione dei cercapersone in Libano e Siria.

Per Hezbollah è un tremendo disastro, anche perché fra i feriti che lottano per sopravvivere ci sono molti dirigenti importanti. E le perdite fra i quadri intermedi sono pesantissime: non si contano i feriti accecati o con mani amputate. 


Tel Aviv ha annientato l'intelligence avversaria

Ma il vero danno irreparabile è la perdita di fiducia sia sulla propria sicurezza interna (che con ogni evidenza non ha individuato il pericolo) che sul grande protettore, l'Iran, che l'ennesima volta in pochi mesi incassa una sconfitta umiliante da parte di Israele. L'Iran infatti ha visto uccidere il proprio principale alleato in Hamas, il 2 gennaio in Libano: si chiamava  Saleh el Arouri. A febbraio hanno annientato il gruppo principale dei suoi agenti in Siria. Il primo aprile, un altro colpo terribile per gli ayatollah: Reza Zahedi, generale dei guardiani della Rivoluzione, vera anima delle trame iraniane in Medio Oriente, viene eliminato insieme a tutti i suoi collaboratori principali e Teheran perde in un colpo solo tutti i migliori esperti di spionaggio in Siria, Iraq e Libano. In modo vistoso, da quel momento l'Iran non riesce più a riprendere fiato.

A fine luglio tocca ad Ismail Haniyeh, il capo di Hamas ed è davvero la beffa più clamorosa, quella che fa davvero vacillare il regime: lo uccidono nel modo più spettacolare possibile, facendolo saltare in aria nel palazzo più sorvegliato dell'Iran, dove dormivano i ministri stranieri invitati per l'investitura ufficiale del nuovo primo ministro che doveva avvenire il giorno dopo. Il palazzo era protetto come non mai naturalmente, pieno di miliziani scelti. Per capirci è come se uccidessero un cardinale nella sua stanza durante il conclave per l'elezione del Papa...

Ora la nuova beffa che davvero sembra ispirata direttamente dalla leggendaria fantasia ebraica. Pensate: Hezbollah duramente provato dai colpi ricevuti in questi mesi (quasi 450 miliziani perduti) abbandona i telefonini in favore dei cercapersone e, particolare importantissimo, se li fa mandare dall'Iran, il grande protettore. Gli israeliani con sorprendente audacia intercettano il carico, e chiaramente con l'aiuto di iraniani che odiano il regime, manomettono gli strumenti, trasformandoli in trappole mortali. Per farlo probabilmente hanno introdotto circa 10-20 grammi di esplosivo in ogni apparecchio camuffandolo da falsa seconda batteria. Così hanno falcidiato i quadri di Hezbollah e seminato il panico e soprattutto la sfiducia fra alleati.


Netanyahu prepara l'invasione del Libano

Ora cosa succederà? Con buona probabilità una nuova guerra con l'invasione del Libano da parte di Israele. Lo scopo nella mente di Benjamin Netanyahu è semplice e terribile da dirsi: regolare definitivamente i conti con i nemici sciiti in Libano, dopo aver sconfitto Hamas a Gaza. Sarebbe un disastro per il popolo libanese e probabilmente porterebbe allo scontro definitivo con l'Iran. Terribile, certo. 

Ma ci sono due considerazioni da fare: in primo luogo, sono veramente tanti in Israele e anche fuori (in tutto l'Occidente) a pensare che lo scontro sia inevitabile e allora meglio farlo adesso che si è preparati piuttosto che lasciarlo decidere al nemico; secondo, nessuno degli amici di Israele sembra poter offrire una soluzione alternativa che suoni convincente, della serie "vi promettiamo che in questo modo non sarete mai più attaccati".

Un nuovo conflitto in Libano sarà certo una tragedia, ma Israele preferisce affrontare una tragedia così che vivere aspettando di essere attaccata da ogni lato.

La strategia è sanguinosa, ma chiara: attaccare Hamas nella Striscia di Gaza, distruggere i suoi reparti militari; poi invadere il Libano per annientare Hezbollah, il più grande alleato dell'Iran in Medio Oriente; poi infine cercare di scatenare una rivolta in Iran appoggiandola militarmente.

Naturalmente ciò che si descrive è un vero e proprio dramma che non solo produrrà moltissime vittime innocenti, ma che porterà anche a sviluppi veramente imprevedibili (per esempio il Libano potrebbe frantumarsi in più entità, come è accaduto alla Jugoslavia, all'Iran e alla Libia) e oltretutto non prevede ancora una soluzione al problema palestinese. Ma per evitare tutto questo bisognerebbe presentare un piano alternativo credibile che garantisca a Israele la sicurezza di non essere attaccato in futuro. Difficile davvero che gli attuali leader dell' Occidente riescano a farlo, soprattutto in un momento con così tanti governi in crisi interna o in attesa di elezioni.

Il quarto cavaliere dell' Apocalisse, quello della guerra, sembra davvero incombere su tutto.   

                         

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