"Io cislino, cuore e mente a Roma con la Cgil"
Aggiornamento: 8 ott 2022
di Adriano Serafino
La manifestazione della Cgil di sabato 8 ottobre a Roma, è importante e utile. Con il pensiero e il cuore sono in quella piazza proprio perché ho la tessera Cisl da oltre sessant’anni e ben ricordo il protagonismo e l’autonomia della Cisl di altri tempi che non si affidava al gioco di rimessa aspettando “cosa dice il governo”. Non sono pochi i vecchi sindacalisti, con o senza più tessera della Cisl, e probabilmente ancora di più i lavoratori associati alla Cisl, che la pensano così.
In questi mesi, dallo scioglimento delle Camere in poi, si riconosce al protagonismo di Maurizio Landini e della Cgil un’autonomia verso i partiti e il governo e azioni valide di mobilitazione (assemblee e manifestazioni di piazza) per costruire partecipazione e condivisione alla richieste per contrastare la grave crisi economica-sociale in atto e per sollecitare iniziative diplomatiche per una tregua delle armi in Ucraina presupposto per un negoziato.
La Cgil ha individuato 10 punti, la Cisl 12 per un confronto con il futuro governo, si possono leggere con questi link: www.cgil.it (speciale manifestazione di sabato 8 ottobre a Roma) e https://www.cisl.it/notizie/focus/ripartire-insieme-lagenda-cisl-per-il-nuovo-governo/. Nelle settimane scorse, quando la Cgil prospettava una manifestazione nazionale a Roma, il segretario generale della Cisl Luigi Sbarra dichiarò “...di non comprenderne bene le finalità stante l’assenza di un nuovo governo”. In più occasioni ha sottolineato “…con Cgil e Uil ci sono tante cose che ci uniscono e tantissima attività unitaria quotidianamente per gestire aziende in crisi e rinnovare i contratti. Ma nei mesi passati abbiamo avuto dei distinguo sullo sciopero generale (…) noi pensiamo che al Paese, oggi, serva una rappresentanza sindacale con un profilo centrato sulla responsabilità, sul pragmatismo, sull'autonomia dalla politica, sulla valorizzazione della contrattazione, sul terreno vero della concertazione. Non serve un'azione sindacale centrata, invece, sulla contrapposizione e sull'antagonismo..” (Conquiste del Lavoro, 14 settembre).
Certamente non bisogna essere antagonisti ai valori e ai principi della Costituzione, vanno strenuamente difesi sempre! L’antagonismo - espresso in mobilitazioni popolari e manifestazioni di piazza - serve invece verso l’agire del cosiddetto “libero mercato” della speculazione finanziaria principale responsabile dell’inflazione galoppante in cui siamo immersi, serve per modificare le regole del mercato quando agisce “senza morale e etica” (sono affermazioni di Sergio Marchionne davanti agli studenti della Luiss) seguendo l’avidità dei profitti, qui e subito, da ripartire con gli azionisti. L’antagonismo - se mirato - serve per realizzare una reale partecipazione alle scelte auspicatadalle organizzazioni sindacali. Andare in piazza, come fare assemblee serve molto, crea coscienza su “chi siamo” e su perché “siamo insieme” su chiari punti unitari pur esprimendo pluralismo di convinzioni e orientamenti.
La Cisl di Luigi Sbarra “sogna” e auspica le manifestazioni popolari (sia per sostenere richieste verso il governo, sia per sollecitare la tregua e il negoziato in Ucraina) pensando alla disciplina ( e tranquillità!) dei Congressi o delle assemblee dei dirigenti sindacali, dove con rapidità si fa emergere “una voce unanime”. Cosa impossibile nella storia del movimento operaio che per “camminare unito” deve scegliere le cose che uniscono sapendo che altre dividono. Penso che sia questa “sindrome” il principale errore politico della Cisl dei nostri giorni, con molti sindacalisti - anche perché logorati da una lunga e faticosa carriera sindacale - che non amano più come un tempo confrontarsi - anche a “muso duro” - con le tante anime che convivo tra i lavoratori e certamente sono presenti in modo “spintaneo” nelle piazze e durante i cortei.
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