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Intensa "settimana delle Libertà" Celebrata la storica Intesa tra Stato italiano e Chiesa valdese

Piera Egidi Bouchard

di Piera Egidi Bouchard


Siamo ormai abituati e incuriositi a vedere ogni anno - dal vivo, per chi abita lì o può fare una gita - i grandi falò che illuminano le Valli valdesi il 17 febbraio, e anche i telegiornali regionali ormai ce li mostrano. E’ il ricordo delle “Lettere patenti” del 1848, con cui Carlo Alberto concesse ai valdesi – e poi anche agli ebrei – i diritti civili e politici, ma non la piena libertà religiosa, consentita solo in alcuni specifici templi.

Tanti decenni dopo, il 21 febbraio 1984, venne firmata l’Intesa, prevista dall’articolo 8 della Costituzione, tra lo Stato italiano (presidente del Consiglio Bettino Craxi) e la Chiesa valdese (moderatore per la Tavola valdese il pastore Giorgio Bouchard), che prevedeva il reciproco riconoscimento, sostituendo la legge fascista sui “culti ammessi”. Questi erano sostanzialmente un problema di ordine pubblico, in cui il Ministero dell’Interno esercitava poteri di controllo, prevedendo la vigilanza sulle attività e l’approvazione governativa dei ministri di culto.

Fu un passaggio importantissimo, dopo 36 anni dalla Carta costituzionale, che aprì la strada alla laicità e al  pluralismo religioso, e la Chiesa valdese, prima firmataria, diventò una “componente” pienamente accettata nella società italiana.

Molte altre Intese infatti furono stipulate successivamente (tra gli altri con gli Avventisti, gli Ebrei, i Battisti, i Luterani, gli Ortodossi, gli Apostolici, i Buddisti, gli Induisti), e quindi, a ridosso del quarantennale della storica firma, molte iniziative nelle varie chiese italiane hanno voluto ricordarla insieme alla “prima tappa” del 17 febbraio, estendendo in questo modo le celebrazioni in quella che è chiamata la “ settimana della Libertà”.

La figura e la vita, le battaglie del pastore Giorgio Bouchard, che firmò coraggiosamente l’Intesa – a rischio spaccatura della Chiesa valdese, in cui vigeva una tradizione di secolare “separatismo” dallo Stato -, cosa che poi non avvenne, perché si fece strada la linea di un riconoscimento dello Stato democratico uscito dalla Resistenza, nella quale tanti valdesi ed evangelici avevano combattuto: fu un’importante evoluzione storica e politica nella coscienza collettiva.

Il momento più importante è stato ieri, 21 febbraio, il convegno indetto dal Polo del 900 (presidente Alberto Sinigaglia), hanno portato il saluto anche il presidente della Comunità ebraica di Torino Dario Disegni, la senatrice Anna Rossomando e la pastora Maria Bonafede, con il Centro Gobetti, la Fondazione Salvemini e la Deputazione Subalpina di Storia Patria, in cui importanti studiosi hanno svolto i vari aspetti di “Giorgio Bouchard, il suo e il nostro tempo”(Paolo Cozzo, Bruna Peyrot, Alberto Corsani, Marco Brunazzi, Pietro Polito, Bruno Quaranta). I loro densi e intensi contributi, intessuti talora anche di ricordi personali, saranno pubblicati in un libro a più voci dal Centro Gobetti, che ha anche ospitato il convegno. Il libro su Giorgio Bouchard (Claudiana), uscito per i 40 anni dell’Intesa, sarà presentato (relatore past. Jonathan Terino) nella giornata conclusiva della “settimana della libertà” domani, 23 febbraio,  a Bordighera, per le chiese valdesi del Ponente ligure, dove il pastore ha predicato nelle ferie per 15 anni, e a lui molto legate (la Chiesa di Imperia già l’ha fatto subito dopo il Sinodo).

L’appuntamento più importante è stato quello indetto dalla Federazione delle Chiese evangeliche in Italia (Fcei) il 19 febbraio con un convegno svoltosi a Roma alla Camera dei Deputati, con una folta presenza di relatori che hanno fatto il punto della situazione su “Quarant’anni dopo la prima Intesa: bilanci, prospettive, criticità” (interventi tra gli altri del presidente Fcei, past. Daniele Garrone, della moderatora Alessandra Trotta, Francesco Margiotta Broglio, Valdo Spini, Paolo Naso, Giuliano Amato).

Il presidente Garrone ha sottolineato anche in un articolo come le intese fin qui stipulate non comprendono tutte le realtà religiose presenti in Italia: “Un esempio tangibile può essere quello del diritto a chiedere assistenza spirituale da parte di chi si trova in ospedale, in una casa per anziani o in carcere: la chiesa cattolica ha cappellanie interne; le chiese e religioni con Intesa possono far accedere i loro ministri (a volte con qualche difficoltà, dovuta all’ignoranza della legge...) e gli altri? Per fare fronte sul piano normativo a queste differenze nel godimento della libertà religiosa ci sono state, a partire dal 1990 varie iniziative, finora non andate in porto, tendenti a ottenere una legge quadro o generale sulla libertà religiosa e di coscienza. Perché? (...) La riflessione sulla libertà religiosa in una società plurale e in una democrazia costituzionale come la nostra Repubblica investe necessariamente due grandi problematiche culturali ancora prima che oggetto di dialettica politica: la concezione della cittadinanza e la definizione della laicità.”


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