Il voto in Europa: ritorno della Porta di Vetro in versione cartacea
Aggiornamento: 3 giu
di Rosanna Caraci
E’ dal Salone Internazionale del Libro di Torino che riprende in questo 2024 il cammino della Porta di Vetro con la sua rivista cartacea che dal 2014 fino all'anno della pandemia pubblicava annualmente uno o più numeri. Da ieri, 9 maggio, giorno d'apertura, il nuovo numero dedicato all'Europa è a disposizione del pubblico, allo stand H28 nel padiglione 2 della casa editrice Impremix, che ne ha curato la pubblicazione.
Domenica 12 maggio, incontro al Salone del Libro
La testata diretta da Michele Ruggiero, che ha nel suo sito on line www.laportadivetro.com un momento dibattito e riflessione culturale e politico aggiornato giornalmente, si avvale, insieme con il lavoro dei soci dell'associazione, delle firme di giornalisti, intellettuali, medici, operatori culturali, politici, scienziati, sindacalisti, piemontesi e non. Dunque, non è una piazza per pochi. Anzi. La Porta di vetro si propone di essere sempre più un ingresso trasparente di un luogo dove il confronto è la priorità e dove, nel rispetto dell’altro e della pluralità, della democrazia e dell’individuo, i progetti si interfacciano, diventando intento. Di qui l'invito ad un incontro domenica 12 maggio, alle 11, proprio allo stand della casa editrice per una informazione presentazione con i lettori.
Certo, cinque anni o quasi di assenza sono molti. Ma, la pandemia del febbraio 2020 è stato un nemico che ha raffreddato molti progetti. Allo stesso tempo, però, ne ha permesso altri, come lo sviluppo del sito attraverso il quale si è dato continuità ad un dialogo quotidiano con gli “internauti” sull’attività dell’Associazione e sui temi che essa privilegia dalla sua nascita: politica, economia, sanità, cultura, religioni, memoria storica, sport e, naturalmente, vicende europee. Il tutto sostenuto dall’abnegazione e disponibilità di una solida rete di collaboratori, diventata a maglie sempre più fitte nel corso degli anni, come annota Michele Ruggiero nella sua introduzione.
Gli interventi di Stefano Rossi, Pietro Terna e Mercedes Bresso
Con il suo numero dedicato all'Europa, esattamente come lo fu per il primo nel 2014, alla vigilia dell'ottavo appuntamento elettorale per il rinnovo del Parlamento europeo, la Porta di Vetro guarda al voto. E Stefano Rossi, analizza nel suo articolo le possibili novità di queste elezioni. In primis, la “svolta a destra” paventata nei sondaggi, che "potrebbe non rappresentare soltanto un’oscillazione del consenso a livello europeo idoneo a spostare l’orientamento delle politiche europee, ma determinare una netta cesura del sistema po-litico europeo rispetto a quanto abbiamo osservato dalla prima elezione del Parlamento europeo nel 1979 fino a oggi”.
Pietro Terna sottolinea nella sua ampia riflessione come il voto dell’8 e 9 giugno prossimi non sia importante sol per l’Europa. “Rendere l’Europa centrale in tutte le scelte, perché ha il peso e il ruolo per affrontare alla radice le minacce che ci atterriscono – scrive – . Dobbiamo votare e votare bene, fronteggiando chi offre scorciatoie e azioni clamorose, sostenendo invece chi vuole consolidare la grande realtà democratica che si chiama Unione Europea”
L’eurodeputata Mercedes Bresso che nel suo articolo fa un bilancio della sua esperienza al Parlamento Europeo tracciando gli obiettivi raggiunti ma anche le tante difficoltà di un’istituzione che ai cittadini sembra ancora qualcosa di troppo lontano dall’essere concretamente calata nella quotidianità. Forse la pandemia e poi la guerra in Ucraina, le posizioni nei confronti del conflitto israelo-palestinese che rischia ogni ora di allargarsi a tutto il Medio Oriente fa si che si guardi a Bruxelles come a qualcosa di meno empirico e più concreto. Ce lo diranno le prossime elezioni europee dell’8 e 9 giugno, cominciando dal banco di prova più tangibile: l’affluenza alle urne.
Interessante la riflessione posta da Bresso in merito alle competenze in materia di Sanità dell’Unione europea: “in un bilancio su questo quinquennio, è impossibile non parlare della salute. L’Unione Europea oggi ha scarsissime competenze in materia sanitaria, eppure proprio nell’emergenza pandemica ha trovato, rapidamente e in maniera rocambolesca, un modo per far sì che gli Stati Nazionali potessero lavorare insieme, giungendo alla negoziazione e all’acquisto coordinato dei vaccini”. E aggiunge: "sarebbe importante che nella Convenzione si discutesse di una competenza concorrente dell’Unione in materia di sanità, per far sì che in caso di future crisi, che ci auguriamo non debbano arrivare o perlomeno siano lontanissime nel tempo, le competenze e gli strumenti dell’Unione ci permettano di reagire prontamente”.
Le analisi: da Anna Paschero a Germana Tappero Merlo e Michele Corrado
Anna Paschero, nel suo articolo dettagliato in materia fiscale europea, sottolinea “una asimmetria regolamentare nell’azione dell’UE in quanto essa ha cercato di creare un assetto giuridico comune per gli Stati membri in tema di imposte indirette, mentre non sono state interessate da spinte armonizzatrici le imposte dirette”. Paschero sottolinea che "ogni intervento dell’Unione Europea in tale ultimo settore della fiscalità ha perseguito e persegue il differente obiettivo di realizzare forme di mero riavvicinamento fra le legislazioni degli Stati membri. Tuttavia diverse direttive stabiliscono norme armonizzate per le imposte sulle società e sul reddito delle persone fisiche. Solo negli ultimi anni è diventata per l’UE una priorità strategica la lotta contro l’evasione, l’elusione e le frodi fiscali".
C’è poi l’Europa delle migrazioni, il continente che ha paura, che non ha una posizione univoca in merito all’accoglienza. Germana Tappero Merlo nella sua analisi approfondita su un’Europa stretta tra identità e sopravvivenza politica riflette su come “alcune emozioni hanno una potenza politica maggiore di altre. Lo status quo viene così sconvolto da sentimenti di nostalgia, risentimento, rabbia e paura. Da qui la ricerca, e sovente la riconferma, di soggetti forti, rassicuranti, da porre in posizione di comando: sono i sentimenti che, trasversalmente, hanno colpito paesi come gli Stati Uniti (Trump), Brasile (Bolsonaro), si ripropongono in continuazione in Turchia (Erdogan), Israele (Netanyahu) o che hanno portato al potere, in Europa, soggetti dalle chiare definizioni identitariste come l’ungherese Orbán o altri dalla ferrea coerenza ideologica, non disponibili ai compromessi, come una Meloni nostrana, di fronte a minacce alla stabilità, come l’immigrazione illegale e tutto quanto possa portare con sé, concretamente ma ancor più nell’immaginario, finendo per debordare, qui sì rischiosamente, da un cauto populismo verso il più becero identitarismo”. E conclude, con una preoccupazione profonda, ricordando che “dalla paura e dalla rabbia scattano pulsioni securitarie, sino a quel securitarismo inteso come ideologia politica che mira a trasformare l’ordine sociale in ordine pubblico”.
Sullo sfondo di questi ultimi anni di Europa, predominante e condizionante degli equilibri internazionali, la guerra in Ucraina che ha cambiato il mondo, protagonista del focus realizzato da Michele Corrado, che a termine della sua riflessione non rinuncia a una pennellata di realismo poco ottimistico nel constatare che "si sta continuando a relegare il conflitto ucraino in un dimenticatoio, insieme con il peso specifico che si potrebbe avere da una seria azione diplomatica parallela, che vogliamo sia sempre più profondo, distraendoci con le drammatiche “novità” mediorientali su cui non si incide minimamente nell’interesse della pace, senza tener conto che i veri giochi (almeno quelli che ci riguardano) si sono sempre fatti in Europa".
Difesa Europea: documento del Movimento Federalista
Il Movimento Federalista tratta, nel suo Manifesto pubblicato su questo numero de La Porta di Vetro, l’annoso tema della difesa europea, ponendo alla base una fondamentale riflessione alla quale è necessario un progetto concreto da realizzare con estrema urgenze “L’Unione Europea saprà fare un salto di qualità nella sua capacità di assumere decisioni nel quadro della sicurezza sotto la pressione del rischio di un rovescio militare ucraino? Riuscirà a farlo in un anno elettorale per l’Unione? È auspicabile che, nonostante la complessità delle procedure che seguiranno alle elezioni di giugno, l’Europa non sia paralizzata”.
Porre le basi per la difesa europea nel corso della prossima legislatura (2024-2029) e concretizzare un ‘Sistema Europeo di Difesa Comune’ dev’essere, per il Movimento Federalista, quanto mai centrale per dare una struttura istituzionale compiuta e stabile all’Unione della Difesa Europea.
La sanità in Europa vista con la lente di Emanuele Davide Ruffino e Germana Zollesi
I presupposti etici della sanità europea, affrontati nell’articolo di Emanuele Davide Ruffino e Germana Zollesi, si basano sull’evidenza del fatto che, se proseguirà il processo di integrazione europea, anche la sanità dovrà essere governata in modo uniforme, almeno prevedendo forme di comunicazioni tra i vari sistemi. Si legge nell'articolo: “Il costituente italiano al momento dell’emanazione della Carta Costituzionale, dimostrò maggior attenzione alla questione, riconoscendo il dovere dello Stato nel tutelare la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività ed esprimendo anche indicazioni di natura etica (articolo 32 della Costituzione italiana)”. Viene poi aggiunto, in un confronto con l’Unione Europea, che “tali principi non si ritrovano nel dettato della Costituzione europea, obbligando ad interrogarci, se e come anche il nostro sistema si deve adeguare. È vero che il dettato europeo rinvia di fatto ogni comportamento alla legislazione e alla prassi dei singoli paesi, ma questo non risolve il problema. Se il processo di integrazione tra le varie nazioni procederà, come auspicato dalla stessa Costituzione Europea, gli aspetti connessi con la tutela della salute, dovranno essere ripresi. Un approccio di tipo assicurativo vorrebbe almeno che tutti i cittadini godessero di una copertura che gli garantisca, almeno i servizi essenziali, su tutto il territorio dell’unione, mentre se l’Europa è realmente una casa comune dovrebbe essere un suo compito diretto provvedervi”.
L'ultimo libro di Luca Jahier nella recensione di Luca Rolandi
“La recensione” di Luca Rolandi punta i riflettori sulle esigenze della costruzione a dodici stelle - numero come è noto simbolico - che “saranno con tutta probabilità, e ancora una volta, largamente assenti dal dibattito che porterà al voto del giugno 2024 per il rinnovo del parlamento europeo, cioè dell’unica assemblea sovranazionale designata a suffragio universale”. Tuttavia l’autore mette in guardia i lettori quando ammette che il progetto europeo rischia il collasso: retoriche nazionaliste e partiti antisistema guadagnano consensi in tutta Europa, corrodendo i principi di solidarietà e democrazia transnazionale a fondamento dell’Unione”.
La rivista è conclusa dalla penna di Luca Jahier e dalla sua agenda della speranza per evitare il collasso, da lui riassunta in “alcune linee programmatiche per il prossimo decennio, basate sui punti di grande innovazione ma anche su quelli più critici e tutt’ora di grande sfida che sono emersi negli ultimi anni”. Alcuni di questi sono la creazione di un Patto verde 2.0, la sovranità strategica come interesse europeo, la Riforma dei Trattati, il nuovo Bilancio europeo che dovrà corrispondere alle sfide da sostenere, l’allargamento ai 10 paesi dai Balcani all’Ucraina, la convergenza sociale e territoriale, la Difesa europea, l’immigrazione e l’asilo, la cultura e l’educazione, l’Africa e il Mediterraneo come essenziali partenariati strategici per il progresso e la sicurezza comuni. Jahier ricorda come L’Europa non sia un incidente storico ma come rappresenti ,oggi più che mai, una grande opportunità per raggiungere quella forza propulsiva, corale ambita dai padri dell’Unione. Occorre parlare con una voce sola, armonizzare gli strumenti di ciascun orchestrale affinché la sintonia sia perfetta per l’azione corale che avrà come unico obiettivo la crescita dell’Europa.
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