Il vescovo di Torino Repole incalza Stellantis: "Progetti chiari su Mirafiori"
Aggiornamento: 19 nov 2024
di Vice
Da settimane il periodico della sua Diocesi, la Voce e il Tempo, di cui l'arcivescovo di Torino Roberto Repole è "azionista di riferimento", batte sulla questione Stellantis e sull'idea, o meglio sulla non idea, che i vertici del Gruppo multinazionale maturano di giorno in giorno sul futuro di Mirafiori e delle fabbriche dell'indotto auto nel Torinese. Nell'ultimo numero, il direttore del settimanale, Alberto Riccadonna, si è tolto anche lo sfizio di "ironizzare" amaramente su Stellantis che mentre inonda le redazioni di comunicati plaudenti sulle sue quote di mercato e ricavi, "continua la ritirata" a Mirafiori, tra l'esaltazione acritica dei media che gongolano per l'inaugurazione proprio nello stabilimento di un "hub di economia circolare" che riutilizzerà auto dismesse... e darà occupazione a 200 lavoratori, destinati a salire nel 2025 a 550. A Mirafiori, ricorda la Voce e il Tempo, sulla carta vi lavorano ancora 10 mila persone. Sulla carta, perché la cassa integrazione è oramai la norma e non l'eccezione.
La settimana precedente, un altro titolo aveva ricordato alla città, che non riesce neppure a sognare con i bilanci di previsione dell'amministrazione Lo Russo, la nuova vocazione del Gruppo Stellantis per Torino: quella di "postino" con cui invita a mezzo lettera i suoi dipendenti di licenziarsi.
Così Roberto Repole oggi ha rotto gli indugi, e dopo aver ricevuto nel pomeriggio in Arcivescovado una delegazione di lavoratori della Lear di Grugliasco[1], 420 dipendenti appesi a un filo se Stellantis non ridarà nuove commesse, ha diffuso un comunicato molto meditato (visto i precedenti) e poco curiale, richiamando la multinazionale, che parla e fa profitti in francese, alle sue responsabilità.
"Lear non è purtroppo l’unica fabbrica in grave crisi nell’area torinese - scrive Repole - tante altre hanno chiuso negli anni e mi vengono ancora segnalate ogni giorno, ultime in ordine di tempo la Te Connectivity di Collegno che sta rischiando il taglio di 200 lavoratori e in Valle di Susa il Feltrificio Fir di Sant’Ambrogio, con 41 posti di lavoro a forte rischio."
Aggiunge il presule: "Non sarà un Natale sereno quello delle famiglie sospese sul baratro del licenziamento: sono centinaia di uomini e donne, con i loro figli, che hanno paura perché senza lavoro non c’è vita e non c’è futuro. Io come pastore della Chiesa torinese, ma anche come cittadino, sento il dovere di inviare ai responsabili delle aziende e alle istituzioni pubbliche un forte appello perché non si rassegnino alle difficoltà dei mercati e facciano tutto il possibile, tentino tutte le strade possibili, per conservare le produzioni e i posti di lavoro".
L'arcivescovo di Torino non si nasconde che la crisi industriale non sia di ieri e neppure di ieri l'altro, e che gli stessi imprenditori paghino prezzi elevati, ma sottolinea quanto sia vietato rassegnarsi. "Stiamo parlando di vite umane", dice Repole, che fa poi notare quanto l'emergenza sia diffusa tra le piccole e medie aziende torinesi, una situazione che "rientra da decenni in una crisi di sistema, originata primariamente dalla contrazione del comparto automobilistico attorno alle fabbriche Stellantis (ex Fiat), che a cascata produce chiusure e ridimensionamenti nell’indotto".
Di qui, la necessità che anche il grande gruppo automobilistico, che trasferisce sempre più produzioni all'estero, prenda coscienza della particolare incertezza che grava "sui destini dello stabilimento di Mirafiori, ormai ridotto a piccoli numeri di occupazione". E allora, si chiede l'arcivescovo, che "cosa significa la campagna di prepensionamenti, la chiusura della sede di Grugliasco (Maserati), la cassa integrazione nelle linee di Mirafiori?", anche perché "poco inciderà, in termini di occupazione, l’apertura del nuovo hub per il riciclo delle vecchie auto".
Commento finale, fuori da ogni sconto diplomatico: "Per questo mi rivolgo con fiducia ai responsabili di Stellantis, perché partecipino alla vicenda di Torino offrendo innanzitutto un chiarimento sui loro progetti: rilancio o ridimensionamento?".
Note
[1]https://www.laportadivetro.com/post/salvataggio-lear-se-n-è-discusso-in-municipio-oggi-a-torino
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