Il nuovo numero de La Porta di Vetro: "Identità e democrazia europee"
Aggiornamento: 27 mag
Guarda in coda il video con le interviste agli autori.
L'identità del Vecchio Continente di cui parla il nuovo numero de La Porta di Vetro che viene presentato domani pomeriggio[1], dedicato alle elezioni europee dell'8 e 9 giugno, non si richiama, per entrare in presa diretta nella cronaca, all'Arriba Nueva Europa. Così definiamo con un libero e personalissimo adattamento, lo spirito che sembra animare le adunate madrilene organizzate dal presidente del partito di estrema destra Vox spagnolo Santiago Abascal, cui partecipa, ultima ieri, 19 maggio in videoconferenza, anche la presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni.
Arriba Nueva Europa, infatti, la si può considerare con un minimo sforzo di "fantasia", la declinazione del Terzo Millennio di Arriba España, parola d'ordine di falangista memoria che il generalissimo Francisco Franco prese in comodato d'uso per arringare le truppe del Tercio, la legione straniera spagnola, e cancellare la Repubblica spagnola nel 1936 con il suo Alzamiento nacional, in parole povere un colpo di stato militare.
Del resto, sulla scia dell'Arriba Nueva Europa di Vox, sembra muoversi Giorgia Meloni che nel suo discorso ha bollato l'Europa come "un continente stanco, remissivo, viziato, che ha pensato di poter barattare l'identità con l'ideologia, la libertà con la comodità, e oggi inevitabilmente paga il prezzo delle sue scelte. Ma non tutto è perduto. Quando la storia chiama, quelli come noi non si tirano indietro. Non lo abbiamo fatto finora e non lo faremo, a maggior ragione, ora".
Frasi che attraversano la colonna vertebrale come una scossa elettrica, se non fossero una evidente (si spera) parodia di antichi fanatismi e richiami da brivido all'esaltazione di un passato nostalgico che portò nel Novecento l'Europa alla catastrofe della Seconda guerra mondiale, dopo le prove generali di fascisti e nazisti nella guerra civile di Spagna, che costò al popolo spagnolo un milioni di morti. Certo, se non fosse una parodia ci sarebbe di chi preoccuparsi, perché l'Europa nelle mani dell'estrema destra, che suona il piffero della reazione anche con gli spartiti di Marina Le Pen non è ciò che si auguravano i Padri fondatori dell'unità europea.
Né si auguravano, da Jean Monnet e Altiero Spinelli a Robert Schuman, Alcide De Gaspari e Conrad Adenauer, che un presidente del consiglio o Capo di Stato si affiancasse a un estremista che si ispira al nazionalismo e sovranismo più esasperati, pronto a costruire muri tra i popoli, mentre l'idea di Europa unità è esattamente l'opposto.
Scherzi del destino da contrastare con gli anticorpi della democrazia, perché l'ultima volta che in Italia e in Europa, lo ripetiamo, si è sottostimata la forza del fanatismo e della violenza politica, è finita in tragedia. Una vera tragedia: da cui ci si è rialzati proprio grazie alla convinzione e all'impegno per evitare nel segno della Pace e della concordia tra i popoli, nuovi guasti, il ritorno di odi secolari e guerre crudeli all'Europa. Quindi, massima attenzione al giudizio sul continente "stanco, remissivo, viziato": sono attributi che precedono un chiaro desiderio di "raddrizzare" la situazione. Ma con quali mezzi e strumenti?
Note
A tutti i partecipanti sarà consegnata una copia gratuita della rivista.
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