Il Mappamondo, appunti di viaggio: Vietnam e Cambogia, grandi amori d'Indocina
Aggiornamento: 18 dic 2023
di Pierfranco Viano
Ritorno in quella parte del sud est asiatico che più amo, Vietnam e Cambogia, dopo cinque anni. La pandemia Covid ha lasciato il segno, e non soltanto a livello personale (come accompagnatore), sui flussi turististici di questi due Paesi, mostrando peraltro anche un diverso grado di relisienza: il Vietnam è in piena ripresa, all'opposto della Cambogia che non presenta segnali di recupero. Egoisticamente parlando, ciò ci ha permesso di visitare la zona di Angkor in totale o quasi assenza di turisti, godendo della massima calma e non pressati dai gruppi di cinesi e sudcoreani che sciamavano in ogni dove prima della pandemia. Il viaggio è durato diciotto giorni ed è stato completo, grazie al fatto che abbiamo utilizzato anche le imbarcazioni per spostarci così da poter osservare angoli del Vietnam e della Cambogia che mai avremmo visitare.
I primi anni in cui ho seguito gruppi di turisti in Cambogia, la maggioranza era occidentale poi le cose sono cambiate trasformando la cittadina di Siem Reap in una città densa di hotel pronti a ospitare i nuovi turisti orientali. Ora mi auguro, che il turismo ritorni ad essere più allettato dalla Cambogia, paese più povero del Vietnam che, come nel più classico paradosso della conseguenza, può godere del vantaggio dei dollari americani che piovono copiosi: dopo una decennale guerra combattuta contro gli Stati Uniti, i principali turisti sono proprio gli americani che indirettamente hanno imposto mode, cibo e locali prima inesistenti. Un giro economico rilevante che si è innestato su un apparato industriale ben consolidato. Per contrasto, la Cambogia ha sofferto in maniera esponenziale l’incapacità della sua classe politica, della monarchia, fino a conoscere sulla propria pelle le atrocità commesse da Pol Pot e dai Khmer rossi nella seconda metà degli anni Settanta; fu un genocidio stimato tra il milione e mezzo e tre milioni di persone.
Il nostro viaggio parte dal Vietnam, ufficialmente Repubblica Socialista del Vietnam, che confina a nord con la Cina, a ovest con il Laos e la Cambogia, mentre a est e a sud si affaccia sul Mar Cinese Meridionale. La capitale Hanoi, attraversata dal Fiume Rosso, è una delle più citate e ricordate nel mondo per i quotidiani bombardamenti che l'aviazione americana effettuava tra gli anni Sessanta e Settanta.
Hanoi. Con un giro in cyclo (risciò a pedali) si visita il quartiere vecchio che si rivela un autentico alveare di attività commerciali all'interno delle sue stradine strette, per poi immergersi in un traffico inverosimile in cui sfrecciano soprattutto i motorini, il mezzo più comune in Vietnam.
Si vede dall’esterno il Mausoleo di Ho Chi Minh, lo zio Ho come lo chiamano ad Hanoi, vezzeggiativo non usato a Saigon, l'ex capitale del Vietnam del Sud), attuale Ho Chi Minh City. La zona, in cui sono stati edificati alcuni templi, è quella dove il padre della patria e dell'unificazione vietnamita ha vissuto per un certo tempo.
Infine, si assiste ad uno spettacolo unico al mondo: le marionette sull’acqua, dove abili artisti immersi nell’acqua fino alla cintola, nascosti dietro una tenda, fanno rivivere storie antiche legate alla cultura agricola, alla pesca, alle leggende di draghi, un copione di ciò che nei secoli passati veniva fatto vedere nelle campagne per allietare i contadini. Emozionante.
Da Hanoi, lungo l'autostrada, un comodo pullman ci porta verso l'incantevole Baia di Halong, dove ci attende una imbarcazione su cui si trascorre due mezze giornata ed una notte. Dopo un lustro, scopro con maggiore nettezza, e me ne faccio una ragione, che non è più la stessa baia da me conosciuta in passato, ma il panorama e il tramonto cui si assiste se il cielo è privo di nuvole, è meraviglioso.
Hoi An. Da Hanoi si vola verso il centro del Vietnam, a Danang , centro del turismo balneare, ma il nostro gruppo alloggia ad Hoi Han (Patrimonio Unesco dal 1999). Hoi An e il territorio circostante erano considerati, durante la guerra contro gli Stati Uniti, un'area protetta per la presenza di truppe americane, ed è la ragione per la quale è stata risparmiata dai bombardamenti. Noi visitiamo la cittadina al mattino, quando i gruppi cinesi hanno preso un'altra direzione che porta al centro archeologico che noi visiteremo nel pomeriggio. Hoi An conserva ancora il fascino di una antica città del Vietnam, soprattutto nella parte antica ricca di attività commerciali, case antiche che appartenevano alle famiglie più influenti durante la dominazione francese e un tempio cinese.
La zona archeologica di My Son (Patrimonio Unesco) è il più importante centro archeologico dell'intero Vietnam, con le tipiche torri d’influenza indiana, dove si sviluppò la scomparsa cultura Champa. Da Hoi An ci si trasferisce il giorno dopo nella città imperiale di Hué.
Hué. Si visita il Mausoleo Imperiale Tu Duc all'esterno della città, e all'interno la Cittadella e la Pagoda della Dama celeste, un tempio dove vivono monaci buddhisti.
Saigon/Ho Chi Minh City. Si scende nell'ex capitale del Vietnam del Sud dopo volo da Hué. La città non presenta grandi attrattive. La prima visita è riservata alla Pagoda cinese dedicata alla Dama celeste, protettrice di mercanti e marinai, cui segue la Cattedrale di Notre Dame (in restauro) situata nel centro cittadino e il bellissimo Ufficio postale in stile francese.
Il traffico a Saigon non favorisce gli spostamenti rapidi ed è di gran lunga più caotico che ad Hanoi. Diversamente dalla capitale, la città non è dissimile da qualunque altra metropoli occidentale, con le sue importanti catene alberghiere e negozi di prestigiose marche mondiali. Terminato il tour turistico, la sosta al vecchio hotel Rex si trasforma in una pagina di storia patria: è il luogo in cui si incontravano, infatti, Oriana Fallaci e Tiziano Terziani, corrispondenti di guerra.
Da Saigon si raggiunge l’imbarcadero dove si sale sul battello per iniziare la crociera sul fiume Mekong che prevedea metà pomeriggio una fermata per visitare un villaggio ai bordi del fiume che scorre per oltre 450 km attraverso Cina, Birmania, Laos, Cambogia e Vietnam, dove forma l’enorme delta, una regione anticamente feudo del popolo khmer. Una delle ragioni per cui ancora oggi, parte dei cambogiani ritengono l'area il meridione della Cambogia. Nella seconda metà degli anni Settanta, anche per sfuggire a una incipiente crisi politica, il regime di Pol Pot e dei Khmer rossi fece il tentativo di annettersi la zona, immediatamente rintuzzato dal Vietnam, da poco unificato. Il conseguente conflitto portò alla sconfitta degli invasori e innescò la definitiva eclissi del regno di terrore cambogiano. Ora il delta è divenuto un’area ad alta produttività agricola che, dopo la forte crisi dovuta alla collettivizzazione delle attività rurali seguita all’unificazione del ‘75, consente al Vietnam di essere il secondo esportatore mondiale di riso.
Dopo la sosta notturna obbligatoria, perché è vietata la navigazione sul Mekong, il viaggio prosegue fino al cambio imbarcazione, una più piccola che ci permette di visitare il mercato galleggiante di Cai Rang. Ritorniamo sul battello per arrivare a Can Tho, dove una volta pranzato, si continua in pullman destinazione Chau Doc, cittadina al confine con la Cambogia, posta sulle rive del fiume Bassac, per la seconda parte del viaggio.
La Cambogia, ufficialmente Regno di Cambogia, è uno stato che confina a nord con la Thailandia e Laos, a est e a sud con il Vietnam, a sud anche con il Golfo del Siam, a ovest ancora con il Golfo del Siam e Thailandia. La Cambogia è una monarchia costituzionale.
Phnom Penh. Saliamo su una barca veloce che fa rotta su Phnom Penh, capitale del Regno, dove si arriva in circa quattro ore. La trova cambiata. In cinque anni, sono sorti enormi grattacieli costruiti da imprese cinesi che hanno modificato il paesaggio di una sonnolente capitale dal traffico comunque pazzesco. Di rigore è la visita al Palazzo Reale, dove vive il re Norodom Sihamoni (i suoi appartamenti sono ovviamente off limits) e il Museo Nazionale.
A Phnom Penh ci si ferma anche la mattina successiva che si dedica a esplorare il Mercato Russo o l’ex carcere di massima sicurezza S-21, in cui sono stati rinchiusi circa 20mila cambogiani, prima di essere avviati a un campo di sterminio.
Battambang. Nel pomeriggio, partenza in pullman per Battambang, nel nord del Paese, attraverso una comoda strada che costeggia risaie immense. La scelta di Battambang, la seconda città per numero di abitanti della Cambogia, deriva dal fatto che il giorno dopo avremo una delle giornate più coinvolgenti del viaggio.
La mattina presto si va all’imbarcadero e si sale su una barca locale a motore per navigare sul fiume Sangker attraverso una Cambogia che si può vedere scivolando sul corso d'acqua. Case galleggianti, reti da pesca, villaggi, coltivazioni fino ad arrivare al grande lago Tonle Sap e di qui a Siem Riep dove, dopo otto ore di navigazione, ci si ferma tre giorni pieni ed una mezza giornata, dedicati alle meraviglie di Angkor.
Preah Vihear. La prima visita non è nel complesso di Angkor, ma fuori, al confine con la Thailandia, per ammirare il sito di Preah Vihear di età precedente l’era classica di Angkor. Per la sua rilevanza storica e architettonica, Preah Vihear, è considerata insieme con Angkor l’unico sito Patrimonio dell’Unesco in Cambogia.
I templi di Preah Vihear sono un’efficace raffigurazione materiale del periodo architettonico iniziale kHmer, quando uno dei temi dominanti è la realizzazione di edifici sacri che simboleggiano il Monte Meru, la Casa degli Dei, il centro del mondo. Il sito è stato motivo di recente oggetto di un contenzioso con la Thailandia ed infatti ci sono soldati cambogiani che presidiano la zona.
Angkor. I giorni che seguono sono dedicati alla visita di alcuni templi nella zona di Angkor, il sito archeologico più importante della Cambogia e uno dei più importanti del Sud-est asiatico. Nel periodo compreso fra il IX ed il XV secolo ospitò la capitale dell’Impero Khmer, di cui fu il centro spirituale e politico e Angkor Thom una vera e propria città fortificata realizzata tra il XII e XII secolo. Vanta templi stupendi.
Banteay Srey, il cosiddetto “il tempio rosa” per la qualità della pietra in cui è stato realizzato nel X secolo e comunemente considerato in assoluto una delle maggiori preziosità architettoniche ed artistiche cambogiane.
Noto come “Cittadella delle donne” per la graziosità delle raffigurazioni presenti nel tempio, si caratterizza per l'ottimo stato di conservazione e la raffinatezza della fattura. Dedicato a Shiva (divinità indiana) è il tempio più piccolo, ma a mio giudizio personale il più bello.
E’ importante ricordare che i vari templi presentano divinità induiste o il Buddha, poiché i re potevano essere induisti o buddisti. Interessante questo sincretismo che vediamo in alcuni templi in cui divinità induiste, soprattutto Shiva o Vishnu, "condividono" gli spazi anche con Avalokiteshvara considerato il bodhisattva che agisce per il bene degli esseri senzienti. Bodhisattva nel buddhismo è una persona che pur avendo ormai raggiunto l’illuminazione, e avendo quindi esaurito il ciclo delle sue esperienze terrene, sceglie tuttavia di rinunciare provvisoriamente al nirvana e di continuare a reincarnarsi sotto la spinta della compassione per dedicarsi ad aiutare gli altri esseri umani a raggiungerlo, spendendo per loro i propri meriti.
Banteay Samrè è un tempio in buono stato di conservazione, protetto, cosa rara, da una doppia cinta di mura con un fossato centrale.
Ta Phrom è il tempio che probabilmente più rimane impresso perché per volontà degli archeologi si è lasciato crescere parte della vegetazione che di fatto ha trasformato il tempio, con le piante che entrano nella roccia per poi fuoriuscirne spezzando le pietre. Non è per niente esagerato pensarsi un po' come Indiana Jones. Tra l'altro, il tempio è stato scelto agli inizi del Duemila come set di alcune scene del film Tomb Raider con Angelina Jolie.
Angkor Tom. Nel periodo d’oro sembra che vivessero oltre un milione di persone. L’area era cinta da un muro e fossato, chiara rappresentazione architettonica del Monte Sacro Meru della mitologia induista e buddhista.
Bayon. Rappresenta certamente il tempio in cui arte e capacità fantastiche degli autori e di chi l’ha commissionato si sono espresse al meglio della creatività. Al visitatore si offrono 216 enormi volti di Avalokitesvara e straordinari bassorilievi.
Angkor Wat. Qui normalmente si chiudono le visite. Si tratta di un enorme complesso architettonico, probabilmente il più grande monumento religioso della Terra. Gli elementi architettonici e i simbolismi vari sono affascinanti. I particolari sono minuti ed aggraziati, a partire dalle oltre 3000 figure femminili “apsara”, personificazione di un essere etereo della natura, delle nubi e delle acque che abita i cieli.
Non si deve dimenticare, che i templi sono frutto dell’opera degli archeologi che con la tecnica dell’anastilosi sono riusciti a rimettere insieme, elemento su elemento, i pezzi originali di una costruzione andata distrutta.
Per prepararsi al viaggio
Vietnam
Libri
Quando le montagne cantano di Nguyen Phan Que Mai, ed. Nord 2021
Vietnam suggestioni d’Oriente di Silvia Romio ed. goWar 2016
Storia della Guerra del Vietnam di Stanley Karnow, ed. Bur 2000
Film
Apocalypse Now di Francis Ford Coppola, 1979
Vittime di guerra di Brian de Palma, 1989
Il cacciatore di Michael Cimino, 1979
Tornando a casa di Hal Ashby, 1978
Cambogia
Libri
Il lungo nastro rosso di Luong Ung ed. Piemme 2000
Fantasmi. Dispacci dalla Cambogia di Tiziano Terzani Longanesi2008
L’eliminazione di Rithy Panh Feltrinelli 2014
Un pèlerin d’Angkor di Pierre Loti ed. Kailash 1992
Film
Urla del silenzio di Roland Joffé, 1984
First they killed my father di Angelina Jolie, 2017
White building di Kavich Neang, 2021
In rete, cliccare su TuttoCambogia un sito interessante che presenta 20 film sulla Cambogia
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