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Il debito sale e lo sviluppo scende: c'è bisogno di maghi 

Aggiornamento: 24 ago

di Galeno

 

Ammetto che la mia esperienza è un po’ datata, ma nel mio secondo secolo di problemi con la moneta e il debito ce ne furono moltissimi. Il Denario d’argento via via perdeva peso, sino al caos monetario del 250, ma io non c’ero più da un bel po’ di anni. I prezzi aumentavano in proporzione, con quella che voi chiamate inflazione. Anche i debiti dei patrizi e dell’imperatore, che gestiva una cassa speciale dello stato, erano enormi e difficili da riscuotere, per motivi assai seri che lascio a voi immaginare. Del PIL, con cui confrontare il debito, per fortuna non sapevamo nulla, semmai contavamo gli schiavi che arrivano a Roma grazie alle conquiste. Se erano tanti il prezzo scendeva e diventava più facile avviare nuovi opere nelle case dei ricchi e da parte dell’imperatore.

Ora passo ai fatti vostri. I giovani medici che ammirano quello che fu il mio coraggio per la ricerca della verità nella scienza  – e corrispondono con me usando quello strumento misterioso che chiamate WhatsApp – mi avevano riferito che in Italia, grazie all’imperatore Giorgia Meloni (pericolosissimo dire imperatrice, anche se sarebbe più giusto) tutto funzionava per il meglio e quella misura che chiamate PIL cresceva più che in tutte le altre contrade d’Europa, ben meglio che dai Galli e dai Germani. Ora un gruppo di aruspici del malaugurio chiamato Ocse comunica notizie ben diverse.[1] Le altre contrade crescono più velocemente della vostra, che intanto rallenta. Solo i Germani sono in condizione peggiore, con l’aggravante che le fortune della vostra industria dipendono in gran parte dal benessere di quei territori.

Che cosa potete fare? Il vostro sommo sacerdote della moneta, che mi pare si chiami Panetta, locutus est con chiarezza pochi giorni fa.[2] I miei giovani medici, che hanno molta fretta e leggono solo le notizie di corsa, mi avevano scritto che Panetta aveva tuonato contro il debito a 3mila miliardi di euro, misura che non riesco neanche a immaginare. Sono andato a controllare e l’ha detto, ma ha anche detto ben altro. Per esempio, che anche con più occupazione e più lavoratori stranieri, il contributo del lavoro alla crescita sarà però contenuto. Solo una maggiore produttività – cioè un incremento del prodotto per ora lavorata – potrà assicurare sviluppo e redditi elevati.

Tuttavia, in Europa la produttività cresce lentamente: negli ultimi due decenni abbiamo accumulato un ritardo di 20 punti percentuali rispetto agli Stati Uniti, principalmente a causa della difficoltà che le imprese europee incontrano nell’utilizzare nuove tecnologie nel processo produttivo.

Secondo studi recenti, questa debolezza riflette la frammentazione delle attività di ricerca e sviluppo e la scarsa integrazione tra il mondo scientifico e quello delle imprese. L’industria europea è intrappolata in settori a tecnologia intermedia e poco presente in quelli alla frontiera, nonostante l’eccellenza della ricerca condotta nei singoli paesi.

Il caso dell’intelligenza artificiale (IA) è emblematico. Sebbene in questo campo le università europee producano ricerca di qualità, le aziende continentali hanno una presenza trascurabile nello sviluppo della tecnologia: tra il 2013 e il 2023, gli investimenti privati nel campo dell’IA sono stati 20 miliardi di dollari in Europa, contro 330 negli Stati Uniti e 100 in Cina.[3]

È evidente, per motivi sia economici sia strategici, che l’Europa non può limitarsi a essere un semplice utilizzatore della tecnologia. Deve ambire a un ruolo attivo nella sua produzione.

Una presenza significativa dell’Europa in questo settore – oggi dominato da pochi giganti tecnologici globali – accrescerebbe la concorrenza e determinerebbe benefici che oltrepassano la dimensione produttiva e riguardano i diritti essenziali dei cittadini, quali la tutela dei dati personali e il pluralismo nel settore dell’informazione.

Rafforzare l’Europa – e con essa l’Italia – non è solo una necessità economica, ma anche il modo per affermare la nostra sovranità strategica e i nostri valori fondamentali.

Sviluppo e qualità del PIL per battere il debito e avere più crescita. Avete tanti debiti e tanti poveri perché molti degli imperatori che vi hanno governati hanno fatto regalie a questo e a quello e hanno richiesto sempre meno tributa ai più ricchi. Ai miei tempi, il fisco gravava moltissimo su quelli. Ne ha scritto anche qualche tempo fa su Ianua vitri [4] un tale di cui non mi hanno parlato malissimo…

Aggiungo che quando il sommo sacerdote della moneta europea era un grande mago, un certo Dracones o un nome simile, il grande scudo del tempio della moneta che chiamate BCE aveva accolto quote ingentissime del debito delle contrade del continente. Ad esempio, il 30 per cento di tutto il debito creato dai Germani e un quarto di quello vostro. Non dimenticate le magie e tenetevi ben attaccati all’Europa, senza dare retta alla vostra imperatrice.


Note

[3] Qui Panetta cita N. Maslej et al., Artificial Intelligence Index Report 2024, AI Index Steering Committee, Institute for Human-Centered AI, Stanford University, Stanford, aprile 2024, https://aiindex.stanford.edu/report/

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