"Il CPR di corso Brunelleschi non deve essere riaperto"
di Nadia Conticelli
La posizione è netta ed intransigente: il Pd di Torino dice no alla riapertura del CPR (Centro di permanenza per rimpatri) di corso Brunelleschi. Detto in altre parole, il CPR è inutile e dannoso. Inaugurato nel 1999, il centro di permanenza è stato chiuso all'inizio dello scorso anno, dopo una gestione complicata, controversa, con focolai di risse e disordini, in sostanza molto discutibile sul piano della dignità umana, teatro nel 2021 del suicidio del ventitreenne originario della Guinea Musa Balde. Una morte avvenuta il 23 maggio 2021 all'interno del reparto "ospedaletto", dove il giovane era confinato da una decina di giorni.
Secondo i vertici del Pd, l’area occupata dalla Caserma Cavour, sede negli anni Sessanta di uno degli ultimi, se non l'ultimo reparto corazzato a Torino, deve essere riqualificata, con il coinvolgimento del territorio, mirando a progetti culturali, aggregativi e di inclusione.
Argomenti che saranno discussi domani, 9 novembre, in una conferenza stampa del Partito democratico, cui farà seguito un flash mob.
Di Nadia Conticelli, consigliera regionale Pd a Palazzo Lascaris, l'intervento che spiega le ragioni della mobilitazione per contrastare l’annunciata riapertura della struttura, definito "un luogo insicuro e non dignitoso sotto tutti i punti di vista, per chi viene portato dentro e per chi abita fuori".
L’esperienza dei Crp è da superare senza remore né indugi; nata come sperimentazione in un momento storico molto diverso, non ha funzionato. Il centro di permanenza temporanea di corso Brunelleschi a Torino è il più costoso d’Italia e rappresenta una spesa che non è affatto confortata da risultati. Come sottolineato dall’ordine del giorno che abbiamo presentato pochi giorni fa in Consiglio Regionale e a mia prima firma, nel 2022 nel Centro di permanenza per il rimpatrio di Torino, al 23 ottobre 2024 ancora chiuso per lavori di adeguamento e manutenzione, sono state trattenute 879 persone, di cui 199 provenienti dal carcere e 680 cittadini liberi, con un tasso di rimpatri del 24% meno della metà della media nazionale.
Sotto il profilo dei costi, l’analisi “Trattenuti” a cura di ActionAid e del Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Bari, sottolinea che il costo medio annuale per la gestione e per la manutenzione ordinaria e straordinaria per la struttura Brunelleschi è di 2.345.241,75 euro.[1]
Negli ultimi anni c’è stato un incremento di eventi critici e gesti anticonservativi. Negli ultimi mesi del 2021 i tentativi di suicidio sono stati 110. Il Servizio di emergenza sanitaria territoriale 118 della Città Metropolitana di Torino negli anni 2021 e 2022 ha registrato una forte crescita di pazienti trasportati, rispettivamente 192 e 201, rispetto ai 22 del 2019 e ai 32 del 2020. Numeri che rendono di fatto fallimentare l’esperienza del CPR di Torino”.
Il rilevante investimento che l’attuale Governo nazionale ha deliberato di incentrare sui CPR può essere investito molto meglio, con una generale revisione delle politiche migratorie e con il potenziamento delle politiche di inclusione attraverso il confronto con le parti sociali e il terzo settore.
Si investa in un’azione di indagine attraverso un tavolo di lavoro con gli Enti locali e il terzo settore allo scopo di individuare soluzioni alternative al trattenimento, volte a rafforzare la tutela dei diritti dei cittadini stranieri destinatari di provvedimenti di espulsione, destinandoli in strutture idonee alla loro permanenza in base alle caratteristiche culturali, tenendo conto delle eventuali problematiche sanitarie e psichiatriche e garantendo di conseguenza la sicurezza dei cittadini tutti.
L’annunciata riapertura della struttura di corso Brunelleschi preoccupa molto e sono sempre più i cittadini che la ritengono un luogo insicuro e non dignitoso sotto tutti i punti di vista, per chi viene portato dentro e per chi abita fuori.
Il Consiglio Comunale di Torino, subito dopo la chiusura del 2023, ha approvato un ordine del giorno per chiedere che il CPR di corso Brunelleschi non venisse riaperto e il 9 ottobre scorso la Circoscrizione 3 di Torino, territorio su cui il CPR di corso Brunelleschi è costruito, ha approvato un analogo documento che ne invoca la chiusura definitiva. Anche in consiglio regionale il gruppo del Partito Democratico ha presentato un ordine del giorno per la chiusura e la riconversione di questi luoghi che rappresentano una sorta di limbo infernale dove il rispetto dei diritti umani viene dimenticato e chi è in attesa di rimpatrio si trova a vivere in condizioni peggiori della detenzione carceraria.
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