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I giovani e lo studio: alla ricerca della perla preziosa

Aggiornamento: 5 giu

di Stefano Capello


La domanda che mi è stata posta di recente, "perché i giovani dovrebbero oggi studiare?", da cui si è sviluppata l'idea di questo articolo, raccoglie una significativa preoccupazione per il futuro del nostro Paese, che continua a investire nell'istruzione il 4,1 per cento del suo Pil, percentuale inferiore alla media (4,9 per cento) degli altri Stati che formano l'Unione Europea. Per quanto il 2022 abbia dato segnali di miglioramento nella riduzione dell'abbandono o dispersione scolastica[1], il livello di istruzione italiano ha fatto registrare dal 2000 al 2021 un ritmo di crescita più lento rispetto alla media dei Paesi dell'Ocse: nel 2021, in Italia la quota di persone tra i 25 e i 64 anni con un livello di istruzione terziaria ha raggiunto il 20%, la metà della media dei Paesi dell'Ocse (41%).[2] Un dato che in qualche modo è da mettere in relazione al quel 29 per cento della popolazione giovanile tra i 15 e i 29 anni che non studia, non lavora e non è impegnato nella ricerca attiva di un lavoro.

Dunque, nel cercare la risposta a una domanda oggettivamente complicata, mi è venuta in mente la parabola evangelica della perla preziosa ( Mt 13,44-46). Il testo racconta di un mercante che cerca perle preziose, e, trovatane una d’immenso valore, vende tutto per comprarla.

Quel mercante, quando esce di casa, è un semplice mercante che si sta mettendo alla ricerca di una perla: “E’ simile ad un mercante che va in cerca di perle preziose”. L’ennesima perla, forse, di una collezione che a casa gli fa fare bella figura con chi lo va a trovare. È un mercante che, rincasando, indossa il sorriso di un principe: “Trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra”. Stavolta è certo che una perla come quella appena trovata non ne esistono in commercio. È così che il mercante diventa principe: grazie a quest’ultima perla “di grande valore”.

La perla, da parte sua è ben convinta d’aver dato l’occasione al mercante, inseguendola, di raccattare tanto materiale da poter scrivere cento e più favole: ogni perla è frutto del mistero e dell’avventura. Ed è pure convinta di valere! Al punto da chiedersi come mai nessuno, fino a quel giorno, l’avesse ancora trovata.

Naturalmente il testo Evangelico ha un messaggio di fede, tuttavia potremmo allargare l’orizzonte anche su questioni non di fede, come lo studio e la cultura, lasciandoci provocare dal testo anche sotto questo punto di vista.

Parlando dunque in termini “temporali e non spirituali” oggi più che mai questa perla è la cultura che si acquisisce anche attraverso lo studio “non solum sed etiam” direbbero i latini.

Giocando con le parabole e le metafore potremmo dire che le perle sono lo studio, mentre “la perla preziosa“ è la cultura che è l’elaborazione critica di quanto studiato, unita all’esperienza di vita che si nutre anche di letture, cinema, teatro, passioni e viaggi.

Dobbiamo dire ai ragazzi che lo studio li renderà cercatori e mercanti di perle preziose e che la cultura li renderà nientedimeno che uomini di grande valore.


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