Gianna Pentenero candidata Pd contro Cirio in Piemonte
- Vice
- 16 mar 2024
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 14 set 2024
di Vice

Nel finale di partita, paradosso della conseguenza, hanno fatto da collante le divisioni interne nel Pd per coagulare le correnti e i vari cacicchi sulla outsider Gianna Pentenero, quale candidata Presidente di Regione alle elezioni di giugno. Epilogo quasi inevitabile oggi all'assemblea in un hotel di Torino, dinanzi allo stallo che da mesi paralizzava il partito, diviso tra l'attuale vicepresidente del Consiglio regionale Daniele Valle e la parlamentare cuneese e vicepresidente PD Chiara Gribaudo, entrambi derivati politici di autocandidature, secondo una prassi corrente vissuta come il male minore del piccolo cabotaggio politico. Un nodo gordiano sciolto d'imperio da Elly Schlein in una recente intervista con cui favoriva il tertium tutt'altro che non datur, appunto l'attuale assessore comunale della giunta Lo Russo. La premessa non deve suonare come una diminutio del valore di Gianna Pentenero che mastica politica da giovanissima, dalla sua prima elezione a sindaco di Casalborgone, piccolo comune del Chivassese, per poi vivere una stagione politica intensa e lunga quasi tre lustri in Regione dal 2005 al 2019: nominata (a sorpresa) assessora regionale della giunta dall'allora presidente Mercedes Bresso; rieletta nel 2010 consigliera a palazzo Lascaris nella competizione con cui Roberto Cota bloccò il centro sinistra, salvo poi pagare la tenacia della stessa Bresso con le dimissioni per le liste elettorali farlocche; nuovamente assessora con Sergio Chiamparino, salvo non essere riproposta nel 2019, proprio lei che si era rivelata una autentica macchina di voti.
Errore di cui oggi il Pd si emenda con la sua candidatura che sulla carta si configura una sfida impossibile al presidente uscente di centro destra Alberto Cirio, straordinario sughero galleggiante impermeabile a qualunque critica da qualunque parte gli provenga (anche dall'interno), eroe del semplicismo verbale associato a una maschera (non di ferro) che in cinque anni di governo del Piemonte, che non passeranno alla storia, si ritrova liscia e priva di rughe, fors'anche per la scarsa incisività delle opposizioni.

Meno impossibile, invece, e qui si ritorna al discorso iniziale, gli accomodamenti che configura la candidatura di Gianna Pentenero per dare risposte multiple alle piccole e grandi ambizioni che agitano il Pd. Nel gioco dell'occupazione di caselle che si svuotano a cascata, si parte ovviamente dalla candidata, di cui è nota l'incomunicabilità (non mutuata dalla vena cinematografica di Michelangelo Antonioni, ma autentica idiosincrasia personale) con il sindaco Stefano Lo Russo. Nella soddisfazione per due, le voci che sono rimbalzate coram populo in sala, tra baci e abbracci all'emozionata vincitrice, hanno "postato" in pole position per la sostituzione in giunta Nadia Conticelli ( sinistra nella foto, accanto al segretario regionale Domenico Rossi), presidente del Pd, attuale capogruppo in Consiglio comunale, che non ha mai nascosto di sentire strettino alla vita (nel senso letterale del termine) quel ruolo.

La promozione di Conticelli aprirebbe così la strada a Pierino Crema, ex sindacalista della Cgil, cui sono riconosciute doti di mediatore e di analisi politica "vecchia maniera", merce rara nella politica cittadina. Infine Chiara Gribaudo, che forse non otterrà nulla nell'immediato, ma che con il suo "obbedisco", non di garibaldina memoria, ovviamente, si è guadagnata un bonus da utilizzare nel prossimo futuro; è giovane e non gli mancheranno le opportunità di esibirlo.
Rimane fuori da questo discorso Daniele Valle, "bocciato" per la seconda volta, dopo il tentativo di cinque anni fa portato avanti dal discontinuo Sergio Chiamparino, incapace di battersi fino in fondo per colui che riteneva il suo delfino. Un'altra delle occasioni perdute del Pd che con Valle candidato avrebbe sperimentato una nuova leadership in Regione, riconosciuta, con cui provare a (ri)costruire una classe dirigente al servizio di una politica coesa e di prospettiva a Palazzo Lascaris. Proprio ciò che è venuta meno in questi mesi, in cui il partito si è ritrovato nel precipitato individuale della domanda scespiriana "essere o non essere", il vero avversario da battere per Gianna Pentenero, prima ancora degli avversari, e dell'estremo tentativo di allargare il "campo politico".
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