Futuro Stellantis: immediata mobilitazione di sindacati e politica locale
Aggiornamento: 1 giorno fa
Il sindaco di Torino, a conclusione del consiglio comunale di oggi pomeriggio, 2 dicembre, a chi dai banchi dell'opposizione in Sala Rossa reclamava per l'ennesima volta e con disarmante pervasività una presa di posizione sul centro sociale Askatasuna, ha replicato con una ben dissimulata soddisfazione di sperare in una discussione sulle prospettive di Stellantis a Mirafiori.
Insomma, le dimissioni di Tavares hanno provocato una scossa elettrica nel corpo della politica o, almeno, in una parte di essa, quella che reclama "un ritorno al passato". Cioè a riprendere in mano le questioni del lavoro, del salario, dell'occupazione, degli investimenti con cui, probabilmente, si potrà dare concretezza alla sicurezza. Un problema serio, che sarebbe controproducente negare, ma che deriva anche dalla caduta delle condizioni di vita per la mancanza di lavoro, da una insufficiente redistribuzione della ricchezza da cui parte la convivenza civile.
E' l'ultimo miracolo del Ceo Carlos Tavares, che in un recente passato si era già distinto per mettere d'accordo governo e opposizioni.[1] Per la verità, i lavoratori italiani di Stellantis avrebbero preferito ben altri "miracoli", a cominciare dai livelli produttivi e di vendita, ma la visione industriale di Tavares, che se ne va comunque intascando una robusta liquidazione con cui non avrà problemi ad assicurare una vita serena a più generazioni del suo casato, evidentemente non coincideva con quella della nostra società.
Lo abbiamo già scritto, Tavares in Italia non lascia rimpianti. Ma le sue dimissioni aprono una delicata fase di transizione, durante la quale sarà necessario vigilare attentamente sull’operato del gruppo e soprattutto sul futuro degli stabilimenti e dei lavoratori italiani.
I sindacati torinesi sono già mobilitati ed hanno convocato per venerdì prossimo un'assemblea delle delegate e dei delegati dell'automotive all'Auditorium del Santo Volto, cui seguirà un confronto tra i sindacalisti di tutte le sigle metalmeccaniche presenti negli stabilimenti torinesi, il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, il sindaco di Torino Stefano Lo Russo e Alessandro Svaluto Ferro in rappresentanza della Diocesi di Torino.
Il momento è drammatico. Già in occasione dell'audizione di Tavares in Parlamento, lo scorso 10 ottobre, l'Amministratore delegato aveva promesso che l’azienda non avrebbe abbandonato l’Italia. Nessuno gli aveva creduto. Dunque, alla luce del cambio alla guida del gruppo, è importante oggi ricordare quelle promesse per far sì non solo che vengano mantenute, ma anche gli azionisti di riferimento presentino un piano industriale e di investimenti credibile, perché l'incertezza su Stellantis è massima e si somma ad un contesto tutt'altro che incoraggiante per l'intero settore dell'automotive in Europa. Infatti, proprio oggi è iniziato lo sciopero ad oltranza dei lavoratori di Volkswagen, dopo che l'azienda ha annunciato di voler licenziare più di 15.000 dipendenti e di voler ridurre del 10% le retribuzioni di quelli che rimarranno in organico.
Governo e Sindacati dovranno sedersi al tavolo con la nuova dirigenza per fare pressione e verificare che questo accada. In queste prime ore, i partiti si sono dimostrati uniti nel chiedere con urgenza che il Presidente di Stellantis John Elkann risponda alle richieste del Parlamento, presentandosi in audizione per chiarire la posizione del gruppo e presentare il suo piano per il futuro.
A livello locale sia il Presidente regionale Alberto Cirio che il Sindaco di Torino Stefano Lo Russo si dicono “pronti a vigilare” perché le promesse di investimento fatte sul nostro territorio vengano mantenute. La Presidente del gruppo consigliare regionale del PD Gianna Pentenero sottolinea invece come “le dimissioni di Tavares rendano ancora più urgente e non procrastinabile un chiarimento della società sul piano industriale.
Ancora più dura la posizione del Movimento 5 Stelle, che nelle parole della ex Sindaca Chiara Appendino, secondo cui “Tavares non mancherà all’Italia per tutti i disastri che ha lasciato”, scagliandosi anche contro la buonuscita del manager, che secondo le prime indiscrezioni riportate dai giornali ammonterebbe a circa 100 milioni.
In questo contesto, sarebbe importante ritrovare anche quell'unità del fronte sindacale che non è stata in grado di manifestarsi in occasione dell'ultimo sciopero generale dello scorso 29 novembre, contro la Manovra Finanziaria, che per altro ha fatto registrare altissime percentuali di astensione dal lavoro proprio nel settore metalmeccanico.
Note
[1]https://www.laportadivetro.com/post/miracolo-carlos-tavares-mette-d-accordo-governo-e-opposizioni
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