Fisco: "Giudizio sospeso sulla legge delega del Governo"
di Alessio Ferraris*
Il fisco, insieme a quello della partecipazione, è da sempre uno dei temi centrali della nostra azione sindacale. Voglio ricordare in questa occasione che otto anni fa, proprio la mia organizzazione sindacale, la Cisl, diede vita a un progetto di legge di iniziativa popolare dal titolo “Per un fisco più equo e giusto”, consegnando al Parlamento italiano e alla Camera dei Deputati una legge su cui furono raccolte oltre mezzo milione di firme.
Il nostro obiettivo, allora come oggi, è sostenere i redditi dei lavoratori e dei pensionati e realizzare una grande operazione redistributiva della ricchezza e del reddito a favore delle fasce sociali medio-basse del Paese per arginare e correggere la crescita esponenziale delle diseguaglianze avvenuta nell’ultimo decennio.
La posizione di Cgil, Cisl e Uil
Nei giorni scorsi il governo Meloni ha convocato a Palazzo Chigi i leader sindacali per illustrare la legge delega sul fisco prima di portarla all’approvazione del Consiglio dei ministri. Su questo incontro abbiamo già espresso tutto il nostro disappunto sia per l’inadeguatezza del confronto, sia per l’illustrazione parziale e sommaria dei contenuti della legge delega. Le nostre perplessità e le nostre critiche sono rivolte, oltre al metodo, proprio al merito della riforma fiscale annunciata dall’Esecutivo.
Si parla, ad esempio, di una revisione degli scaglioni, ma si rimane nel vago, non specificando quali saranno le nuove tre aliquote, così come sui tagli alla spesa fiscale e sulla revisione di detrazioni e deduzioni. Per di più, la delega fiscale ci pare debole e troppo tollerante verso l’evasione, stimata intorno ai cento miliardi di euro, con l’istituzione di un meccanismo di concordato biennale che genererà solo la rincorsa “allo sconto sulle tasse” da parte di contribuenti (realmente bisognosi?), mentre dipendenti e pensionati continueranno a pagare quanto dovuto alla fonte e senza alcuno sconto o agevolazione.
Noi pensiamo invece che la lotta all’evasione debba essere rilanciata con decisione, rafforzando gli strumenti di tracciabilità delle transazioni a partire dall’estensione della fattura elettronica, dalla connessione tra banche dati finanziarie e fiscali e dalla digitalizzazione dei pagamenti.
Restituire ai lavoratori 5 punti del cuneo fiscale
Inoltre, orientando le aliquote verso un sistema flat, si contravviene al principio costituzionale di progressività e a un principio a noi caro che è quello della giustizia sociale. Sostenere che anche le aliquote flat possono garantire la progressività è una mezza verità. Abbiamo ricordato al Governo, nelle poche occasioni di confronto che ci sono state nell’ultimo periodo, i contenuti della piattaforma unitaria di Cgil, Cisl e Uil. Una piattaforma che punta a una riforma fiscale redistributiva, basata su criteri di equità, solidarietà e progressività del prelievo, così come indicato dalla nostra stessa Costituzione.
Come Cisl crediamo che le azioni di riduzione del carico fiscale debbano essere concentrate sui redditi bassi e medi da lavoro e da pensione, elevando la no tax area, azzerando la tassazione sulla contrattazione di secondo livello a favore anche dei dipendenti pubblici, restituendo ai lavoratori i 5 punti di cuneo fiscale, aumentando la detassazione per i benefit contrattati e la tassazione delle rendite, a favore di un recupero per stipendi e pensioni.
Per tutte queste ragioni ci pare prematuro, sulla base di queste sommarie informazioni ricevute, esprimere un giudizio compiuto sul testo di legge delega del governo. Ovviamente la delega avrà un iter parlamentare e, successivamente, dovrà essere attuata attraverso specifici decreti entro 24 mesi. Questo ci consente di dire che il percorso sarà sufficientemente lungo e articolato per provare a mettere in campo tutte le azioni possibili, a sostegno delle nostre rivendicazioni, comprese iniziative di mobilitazione insieme a Cgil e Uil, per contrastare e correggere le storture che appaiono evidenti.
*Segretario generale Cisl Piemonte
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