Erode è nuovamente tra di noi, ma nessuno lo mette alla porta
Aggiornamento: 3 giorni fa
Non è vero che i bambini ci guardano. E' falso. Nessuno ha il tempo di guardarti mentre muore, figuriamoci un bimbo cui hanno già rubato la speranza.
I bambini nel Vicino Oriente oggi muoiono di fame, di stenti, per malattie e per il gelo nell'indifferenza perché non si ha più il coraggio di superare gli steccati di parte e gridare al mondo che tutto quello che sta accadendo è un'infamia e di denunciare con forza i nuovi Erodi che iniettano dosi massicce di livore contro tutti e tutto.
La strage degli innocenti
"Gaza, undici bambini uccisi negli attacchi. Quattro neonati morti per ipotermia". Questo il titolo pubblicato sul sito dell'Unicef [1] Il testo che segue riporta una dichiarazione del Direttore regionale dell'UNICEF per il Medio Oriente e il Nord Africa, Edouard Beigbeder che pubblichiamo integralmente.
Negli ultimi giorni dell'anno, non sembra esserci fine alle minacce mortali per i bambini di Gaza. Negli ultimi tre giorni, secondo le notizie, almeno undici bambini sono stati uccisi in attacchi. Ora stiamo assistendo anche alla morte di bambini a causa del freddo e della mancanza di un riparo adeguato.
Secondo il Ministero della Sanità palestinese, negli ultimi giorni quattro neonati sono morti per ipotermia. Queste morti evitabili mettono a nudo le condizioni disperate e in via di peggioramento in cui versano le famiglie e i bambini di Gaza. Con le temperature che si prevede scenderanno ulteriormente nei prossimi giorni, è tragicamente prevedibile che altre vite di bambini andranno perse a causa delle condizioni disumane in cui versano, che non offrono alcuna protezione dal freddo.
Il 2024 è stato un anno di difficoltà inimmaginabili per le famiglie di Gaza. Oltre alla costante minaccia di attacchi, molti vivono senza un riparo adeguato, senza nutrizione e senza assistenza sanitaria. Le ferite causate dal freddo, come l'assideramento e l'ipotermia, rappresentano un grave rischio per i bambini piccoli che vivono nelle tende e in altri rifugi di fortuna non attrezzati per il gelo. Per neonati, infanti e bambini vulnerabili dal punto di vista medico, il pericolo è ancora più grave.
I team dell'UNICEF sul campo continuano a lavorare instancabilmente, distribuendo ai bambini indumenti invernali, coperte e forniture di emergenza. Ma la capacità delle agenzie umanitarie di consegnare aiuti salvavita nella misura necessaria rimane fortemente limitata. A novembre sono entrati a Gaza in media 65 camion carichi di aiuti al giorno, troppo pochi per rispondere adeguatamente ai bisogni urgenti di bambini, donne e altri civili. La parte più settentrionale di Gaza è ormai sottoposta a un assedio quasi totale da più di due mesi.
L'accesso umanitario sicuro e senza restrizioni alla Striscia di Gaza e al suo interno, per raggiungere le popolazioni colpite ovunque si trovino, anche nel nord, è fondamentale. Tutti i valichi di accesso devono essere aperti, anche per quanto riguarda il carburante e i materiali necessari per far funzionare e riabilitare le infrastrutture essenziali e le forniture commerciali. Deve essere garantita una circolazione sicura per gli operatori umanitari e le forniture attraverso la Striscia di Gaza, per raggiungere in sicurezza le comunità che ne hanno un disperato bisogno.
Mentre ci avviciniamo a un nuovo anno, i bambini hanno il diritto a un futuro libero dalla paura e fatto di promesse. Un futuro che deve iniziare con un cessate il fuoco immediato e duraturo a Gaza, con il rilascio di tutti gli ostaggi e con un rinnovato impegno a lavorare insieme per affrontare i bisogni urgenti dei bambini e delle loro famiglie.
Edouard Beigbeder, si legge nel sito di Unicef, ha la doppia cittadinanza serba e francese. Tralasciando, non che non sia importante, il suo curriculum scolastico, si apprende che prima dell'attuale incarico,è stato rappresentante dell'organizzazione in Libano (2022-2024), nella Repubblica Democratica del Congo (2019-2022), in Bangladesh (2014-2019) e ad Haiti (2012-2014). Posti "caldi". Dal 2009 al 2012 ha gestito i 13 uffici sul campo dell'UNICEF India. In precedenza, ha collaborato all'attuazione della risposta all'emergenza in Indonesia, Ruanda, Repubblica Democratica del Congo, Kenya, Somalia e all'Ufficio regionale dell'UNICEF per l'Africa orientale e meridionale.
Dalla Siria a Gaza
All'inizio di dicembre, da Aman, in Giordania, Beigbeder ha chiesto che si fermino le violenze contro i civili inermi e gli aiuti umanitari possano affluire nella Striscia di Gaza. "Nessun bambino che fa la fila per il pane o si rifugia in una tenda dovrebbe essere calpestato a morte o ucciso da un attacco aereo". Netanyahu, primo ministro dello Stato di Israele ha risposto all'appello con un bombardamento quotidiano o quasi su quel poco che rimane di vita e e su quel tanto che è diventato un inferno in terra.
Il 18 dello stesso mese, Beigbeder ha fotografato la situazione in Siria in questi termini:
Oggi ho concluso la mia visita a Damasco, Homs, Hama, Aleppo e Idlib dove ho potuto constatare la terribile situazione dei bambini siriani. Dopo 14 anni di guerra, milioni di bambini non hanno conosciuto altro che il conflitto, costringendoli a crescere troppo in fretta. Eppure c’è speranza e l’opportunità di un futuro migliore. L’Unicef rimane sul campo per fornire assistenza salvavita e sostenere le famiglie siriane nel tracciare un nuovo percorso per il loro Paese. Una transizione politica credibile e inclusiva deve dare priorità ai diritti dei 10 milioni di bambini siriani. Viaggiando per la Siria, l’entità dei bisogni è stata sconcertante. 7,5 milioni di bambini hanno bisogno di assistenza umanitaria. 6,4 milioni di bambini hanno urgente bisogno di servizi di protezione, poiché l’insicurezza e le difficoltà economiche aggravano le violazioni dei diritti dei minori, la paura e l’angoscia.
[...] Tragicamente, mentre le famiglie tornano nelle case devastate dal conflitto, le mine e gli ordigni inesplosi (UXO) rappresentano una minaccia mortale. Dal 2020, questi residuati bellici hanno ucciso più di 1.260 bambini. Solo nell’ultima settimana, almeno 11 bambini hanno perso la vita in incidenti avvenuti nei pressi di Aleppo, Daraa e Hama.
La strage degli innocenti nel Vicino Oriente continua. Erode è infaticabile nel tempo e nello spazio. Si presenta con volti diversi, ma il fine è unico: violentare e uccidere i bambini per dare un monito all'intera umanità.
Dal Vangelo secondo Matteo (2,16-18):
Erode, accortosi che i Magi s'erano presi gioco di lui, si irritò fortemente e mandò a trucidare tutti i bambini che erano in Betlemme e in tutto il suo territorio dai due anni in giù, stando alla data della quale si era esattamente informato dai Magi...
Dopo la morte di Erode, l'angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse di lasciare l'Egitto e ritornare con Maria e il bambino in terra Israele. (Mt 2,19-23).
Non ci resta che attendere in sogno.
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