Educhiamo all'amore oblativo: risposta alla violenza di oggi
Aggiornamento: 30 set 2023
di Stefano Capello*
In tutte le epoche ci si è dovuti confrontare con molte problematiche che in certi casi hanno assunto il carattere di vere e proprie emergenze. In particolare, purtroppo, il fenomeno della violenza sulle donne ha assunto nostri giorni, un carattere dilagante. I femminicidi sono la dolorosissima punta dell’iceberg di un fenomeno violento fatto di stupri, di violenze psicologiche, di atteggiamenti irrispettosi e di mercificazione del corpo. Le risposte che proviamo a dare sono molte; prevenzione, repressione, educazione, ma tutte sembrano non essere adeguate alla gravità del problema e soprattutto si limitano ad una lettura superficiale del fenomeno.
Necessitiamo forse, di dare risposte ponendoci su di un livello altro, su un piano cioè, teoretico ed esistenziale.
E se la risposta fosse educare ad un amore oblativo, cioè disinteressatamente? Amore oblativo come dono di sé senza condizioni, capace di permetterci di poterci riconoscere nell’altro. Educare all’amore oblativo significa cambiare prospettiva, consente di approdare ad una dimensione esistenziale in grado di agire avendo come paradigma il dono e non il possesso, la com-passione e non il sopruso. Oserei dire che è proprio attraverso il dono di sé che ci si scopre esistenti. Ci si appropria della propria identità profonda attraverso i legami, identità che non può esserci data se non nella relazione attraverso gli occhi dell’altro.
Nella relazione scopro chi sono e chi voglio essere. La vita stessa ce lo insegna, il neonato prende coscienza di sé nell’istante in cui riconosce la madre come altro, dimostrando cioè, che darsi identità è riconoscersi attraverso l’altro. Come non pensare a Italo Calvino che nel “ Barone rampante” dice: "lui conobbe lei e se stesso, perché in verità non s’era mai saputo. E lei conobbe lui e se stessa perché pur essendosi saputa sempre, mai s’era potuta riconoscere cosi". Anche Pavese ha espresso questo meraviglioso concetto parlando dell’amore tra uomo e donna nel suo libro “Il mestiere di vivere” dove scrive: “l’amore ha la virtù di denudare non i due amanti l’uno di fronte all’altro, ma ciascuno dei due davanti a sé."
Se educassimo i bambini , i ragazzi, i giovani ed anche noi stessi all’amore oblativo attraverso il quale riconoscersi nell’altro, forse potremmo dare all’altro il giusto valore, riconoscendolo come amore e non come oggetto o peggio come “cosa”. Necessitiamo cioè di un percorso profondo ed esistenziale per poter affrontare la buona battaglia contro l’egoismo ,l’egocentrismo e la conseguente incapacità di gestire i problemi, le frustrazioni ed i no che la vita ci riserva.
E se la risposta fosse l’amore oblativo? Poniamoci allora la giusta domanda!
* Dal 1° settembre 2023 delegato arcivescovile della Diocesi di Torino per l’Insegnamento della Religione Cattolica (IRC).
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