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Menandro

Draghi e la sindrome di lesa maestà

di Menandro


L'uomo Mario Draghi si è irritato, così il banchiere Mario Draghi ha preso cappello e ha pungolato l'ipertrofico ego del presidente del consiglio Mario Draghi verso la salita al Colle - rigorosamente dopo la chiusura della borsa - per esternare al presidente della Repubblica il suo disappunto per l'ingratitudine dei partiti. Gli stessi, per la cronaca, che poche ore prima gli avevano votato la fiducia al Senato.

La domanda sorge allora spontanea: dove credeva di vivere l'uomo Mario Draghi la cui identità è passata per decenni nel ruolo di banchiere fino a essere richiesto come salvatore della patria a palazzo Chigi? Se l'Italia fosse un paese normale con partiti normali e leader di partiti altrettanto normali lo si sarebbe chiamato al capezzale del Paese il 13 febbraio del 2021?

La fotografia dell'Italia è nota: 1) è un Paese che ha un suo personalissimo concetto di legalità; 2) ha una criminalità invasiva, ammorbante, ossessiva rappresentata da mafie di spessore internazionale in ogni angolo della penisola isole comprese; 3) ha un livello di evasione ed elusioni fiscali vergognoso, di cui si parla tanto ma si agisce contro poco; 4) ha un debito pubblico che se si invertisse la tendenza del punto tre scenderebbe a zero nel giro di un decennio; 5) è un Paese che ha maturato un rispetto per il lavoro e per i lavoratori più in generale prossimo allo zero; 6) dalla fine della Prima Repubblica, il Paese si è praticamente fermato, ad eccezione delle privatizzazioni accelerate al massimo con una velocità che ricorda molto da vicino la formazioni degli oligarchi dei Paesi dell'est; 7), 8), 9), 10)... lasciamo che siano i lettori a riempire lo spazio.

Ora, con questa cornice, il signor banchiere presidente del Consiglio Mario Draghi, detto il migliore, quale Paese pensava di governare? Gli sono davvero sembrate così insopportabili le rimostranze dell'avvocato del Popolo Giuseppe Conte, afflitto da comprensibili contraccolpi per l'abbandono del Movimento Cinque stelle di un suo ministro che lo ha salutato per dilagante e ingiustificata ambizione, portando con se armi e bagagli, deputati e senatori? E ha trovato davvero così fastidiose le reazioni del signor Matteo Salvini, in agitazione permanente effettiva a causa dei sondaggi non più favorevoli alla Lega? Per non parlare delle fibrillazioni che battono sul cuore e in testa a Giorgia Meloni, sognatrice ad occhi aperti una campagna elettorale travolgente con chiamata al voto il 28 ottobre 2022, centesimo anno dalla Marcia su Roma, per dare anche un ritorno storico e celebrativo ad una eventuale vittoria?

Signor banchiere presidente del Consiglio dimissionario Mario Draghi, detto il migliore, ricorda che cosa diceva Totò, quando si ritrovava a fronteggiare le banalità della vita? "Bazzecole, quisquilie, pinzillacchere", le liquidava il principe de Curtis. E allora su, non si faccia guastare dall'orgoglio, mercoledì riprenda il cammino, la missione non è finita, c'è un Pnrr da gestire e in Europa lei è unico che si è guadagnato la credibilità di spendere quei soldi.


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