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Difesa comune europea: unica condizione per riportarsi sullo scacchiere internazionale

Michele Corrado

di Michele Corrado


Le ultime iniziative americane sul conflitto ucraino stanno provocando costernazione fra i Paesi dell´Unione Europea. Insieme alle dichiarazioni su un cambio di priorità degli interessi strategici che vorrebbero gli Stati Uniti privilegiare lo scenario asiatico a scapito di quello europeo, gli effetti che potrebbero scaturire da queste nuove linee d'azione potrebbero essere dirompenti per l´equilibrio continentale. Un diminuito interesse degli americani per la Nato avrebbe come effetto immediato una perdita di credibilità del potere dell'Alleanza con una possibile immediata ricaduta per i singoli Paesi. Di qui, anche l'iniziativa di oggi, 17 febbraio, del presidente francese Macron.

Del resto, la Nato è una creatura americana e senza la volontà di Washington di perseguire il Concetto  Strategico dell´Alleanza non sarà possibile per alcun altro Paese potersi sostituire. Vivere sotto un ombrello difensivo per decine di anni ha portato i Paesi europei a considerarlo permanente ed irreversibile. Al contrario, ora lo scenario può drasticamente mutare e nessuno pare attrezzato per i cambiamenti. Lo scenario presenta due facce complementari: una politica, che consiste nel dover provvedere in proprio alla sicurezza collettiva, l'altra economica, che svela in concreto i costi che si dovrebbero affrontare nell'ambito della Difesa per essere credibili.

Europa, la ricerca di un ruolo politico

La sveglia è giunta con la constatazione che russi ed americani possano accordarsi sulla questione ucraina senza tenere in alcun conto il ruolo dell´Unione Europea (che concretamente non c'è mai stato), ma che si pensava, in una sorta di collettiva illusione di auto convincimento, che vi fosse. L´Ucraina è ancora in piedi solo grazie al supporto, sia militare che economico, che si è accollato l'America di Biden per interessi legati alla competizione tra potenze mondiali, in una visione che al di là dell'Atlantico favorisce l'apparato militare-industriale, secondo tradizione. Tutto il resto era e rimane un contorno che nella pratica della conduzione delle operazioni sul terreno (che rimane ciò che conta), non ha fatto che confermare la pochezza concreta del contributo europeo a fronte di entusiastiche dichiarazioni sulla volontà di resistenza della nazione ucraina.

La ricerca affannosa di un ruolo politico dell'Europa che non è stato riconosciuto né dagli Usa, né dalla Federazione Russa, forse potrà accelerare la proposta di un'inversione di tendenza nelle scelte di politica estera e militari, per evitare al Vecchio Continente una cupa depressione, malgrado le sue indiscusse capacità e  potenzialità.

Recuperare decenni di ritardo a rimorchio di una costante fiducia nell´alleato americano, con il risultato di depauperare le risorse dedicate alla Difesa, vissuto come un settore destinato prima o poi all´estinzione, senza per questo necessariamente nutrirsi di una "vocazione guerrafondaia", ha portato l'Europa ad una mancanza di reattività di fronte a crisi militari come quella ucraina, se non a reazioni isolate, scomposte ed estemporanee che hanno creato ulteriore confusione. Ma riuscire ad invertire la rotta con le attuali strutture decisionali che confidano ancora in un impiego delle Forze in attività di peace-keeping è surreale. Basti leggere i costi pressoché inesistenti se confrontati con quelli ucraini.


Autonomia militare e capacità diplomatiche

Così l'aver scaricato sempre su altri gli impegni politici ed economici della complessa macchina militare ha, paradossalmente, contribuito anche a depotenziare la capacità diplomatica dell'Europa e la sua straordinaria missione di pace e ultimo, ma non meno importante, ha portato l'opinione pubblica a ritenere inutili le Forze armate. Dopodiché, quando si è esclusi dalle decisioni che contano, non ci si domanda la ragione, ma su ricorre alla lamentatio per invocare il riconoscimento esterno a partecipare ai negoziati voluti da altri.

Per avere "voce in capitolo" nella risoluzione di conflitti come quello russo-ucraino è necessario avere forze di combattimento e strutture decisionali agili e con reale capacità di impiego. L´Europa non ha entrambe le capacità ed ha dimenticato che una Nato senza il contributo europeo (Stati Uniti, Gran Bretagna e Canada), può riuscire ad esprimere comunque capacità di proiezione di Forze da combattimento quasi ovunque, mentre una Nato senza questi Paesi non riuscirebbe a sostenere quel che attualmente resta dell´Ucraina per qualche settimana (sempre che tutti fossero d’accordo) e di conseguenza non avere neppure potere negoziale.

Potrebbe essere giunto il momento di una presa d´atto che possa riuscire a spiegare ai cittadini europei che la "sicurezza" non è un concetto filosofico astratto, né una dichiarazione di guerra, ma la base di un qualsiasi futuro si desideri realizzare.




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