Dall'Umbria l'appello per un Paese libero da pesticidi e Ogm
Aggiornamento: 8 nov
Va diretto al cuore..., in questo caso quello dell'Umbria "cuore verde di un'Italia libera dagli OGM e dai pesticidi", il Convegno scientifico di Agroecologia e Diritto coordinato da Giuseppe Altieri, uno dei più noti e battaglieri esponenti a favore di un'agricoltura biologica, libera dalla chimica.
Secondo Altieri, che auspica una riforma agraria che tuteli l'agricoltura italiana fondata sulla conduzione familiare e sulle piccole e medie aziende."dopo 80 anni di uso ed abuso della chimica in agricoltura è necessario un immediato programma Agroecologico di Sviluppo rurale regionale e nazionale". Ciò che evitare anche l'irreversibile contaminazione ambientale ed alimentare da OGM, al fine di proteggere la biodiversità naturale e le antiche varietà tradizionali locali adattate ai territori, ma in particolare per la tutela della salute ambientale, alimentare e della fertilità umana, compromesse dal bio-accumulo di pesticidi, additivi chimici e nanoplastiche nelle catene alimentari, oltre ogni soglia di sopportazione biologica.
Un altro aspetto di cui si occupa il Convegno, è l'eliminazione della plastica (e conseguentemente del rischio di ecomafie) dal settore agroalimentare e della pesca che rappresentano, ricorda ancora Altieri, "il 90% della plastica immessa nell'ambiente". Come? La strada da percorrere è il ritorno alla coltivazione della canapa di altre fibre naturali per il confezionamento "biologico", con obbligo di pesca attraverso reti naturali e biodegradabili.
Riconversione biologica, dunque, e per più comparti, a partire dagli allevamenti industriali, principali responsabili dell'emissione dei gas climalteranti (metano, ossidi di azoto, ammoniaca, CO2) e della produzione di liquami inquinanti, per favorire la produzione di fertile letame.
I disastri ambientali recenti e meno recenti dovuti al cambiamento climatico impongono, sostiene ancora Altieri, una politica di prevenzione del dissesto idrogeologico "attraverso l'incremento dell'humus stabile dei terreni e la ricostruzione del paesaggio agroforestale tradizionale affidata agli agricoltori, al Genio Civile e alle comunanze agrarie.
Si tratta di battaglie che procedono in parallelo e che si incrociano, perché dal rispetto della terra si costruisce una nuova visione agroindustriale che abbandoni il deprecabile disinteresse verso sprechi funzionali soltanto al potere che esercita la grande distribuzione su agricoltori e consumatori. .
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