Crisi Lear di Grugliasco: entri in campo la Regione Piemonte
Il prossimo 30 ottobre è in calendario a Roma, presso il Ministero delle Imprese, un nuovo incontro per valutare le prospettive della Lear di Grugliasco (comune della prima cintura di Torino). L'appuntamento segue quello dello scorso 23 settembre, durante il quale si sono arenate le soluzioni che per mesi hanno alimentato le speranze di una ripresa a breve scadenza dello stabilimento della multinazionale americana. Una speranza per evitare che anche la Lear, come altre realtà dell'indotto auto, finisca fuori dai radar dell'attività produttiva. Infatti, come è emerso dall'ultimo confronto istituzionale, l'ipotesi di intervento di una nuova azienda si è volatizzato non appena è stato affrontato il nodo cruciale delle garanzie finanziarie. Su un altro versante, annaspa anche il progetto aziendale di outplacement e ad oggi, soltanto una percentuale marginale delle lavoratrici e dei lavoratori coinvolti è stata inserita in un percorso lavorativo alternativo.
L'interrogazione della consigliera Laura Pompeo
In sostanza, la somma di più elementi negativi richiede, come è stato osservato in una recente interrogazione dalla consigliera regionale del Pd Laura Pompeo, "una volta di più, il fattore tempo diventa un elemento critico, che gioca a sfavore, essendo ormai imminente la scadenza degli ammortizzatori sociali (29 dicembre 2024)". Di qui, l'esortazione a una discesa in campo della Regione Piemonte attraverso i fondi stanziati per le aree di crisi complessa.
Del resto, la crisi della Lear, che produce sedili per auto, è uno dei tanti spaccati del declino dell'industria dell'auto in Italia, effetto anche delle scelte al ribasso di Stellantis per gli stabilimenti torinesi (coniugate alla miopia e debolezza dei governi e sindacati durante l'era Marchionne), i cui elementi di frattura, secondo la valutazione dei sindacati Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil, sono ora la contrazione produttiva dei modelli Maserati e la perdita della commessa per la Fiat 500. Ma, supplemento critico, l'esaurimento della cassa integrazione per la Lear potrebbe equivalere alla sua chiusura. E alla liquidazione di 400 lavoratori.
Una politica europea per l'auto
Come se ne esce? Certamente, non con le audizioni istituzionali dell'amministratore delegato di Stellantis Carlos Tavares (la prossima è prevista a Roma venerdì prossimo, 11 ottobre), "fuochi fatui" alle cui parole raramente sono seguiti i fatti, davvero concreti e spendibili per la condizione dei lavoratori, in particolare per le maestranze dello stabilimento di Mirafiori. In piccolo, per la Lear l'alternativa è un serio piano di reindustrializzazione per cercare nuovi investitori, in grande, il governo italiano si dovrebbe fare promotore di un progetto credibile di politica industriale transnazionale per il rilancio dell'auto a livello europeo, coinvolgendo l'Unione Europea e i principali produttori, perché è oramai evidente che se non si agisce sul pedale del sistema Europa, non basteranno le alleanze a macchia di leopardo dei marchi del Vecchio Continente, né una politica daziaria in difesa, per arginare l'arrembante offensiva del capitale cinese o di quelli asiatici.
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