Contrasto alla pandemia: nuove risorse dall'Europa
- Giuseppina Viberti, Germana Zollesi
- 28 set 2022
- Tempo di lettura: 4 min
di Giuseppina Viberti e Germana Zollesi

Il Coronavirus ci ha insegnato che la salute è sempre più un problema collettivo e per affrontarlo occorre articolare le risorse in modo razionale, il che presuppone un cambio culturale da realizzarsi attraverso una continua e persistente attività di ricerca e un’azione di educazione sanitaria. Quest’ultima è sicuramente l’arma vincente, ma comporta un impegno dei singoli individui, cui non tutti sono disposti a sottostare: la rapida diffusione della Covid-19 ha appurato come il mondo può essere colto di sorpresa e, per non ricadere nell’errore, occorre predisporre adeguate misure e azioni programmatiche. Per questo si accoglie con soddisfazione l’ulteriore finanziamento annunciato da Ursula Von der Leyen, di un aumento del 30 per cento portando l'impegno complessivo a oltre 4 miliardi di euro.
L’impegno di Bruxelles
Il crescere delle ondate migratorie, la modifica delle condizioni climatiche, la scoperta di nuovi vettori nel campo degli insetti e delle zecche, stanno modificando rapidamente le possibilità di diffusione delle malattie infettive. Non sono ancora state definite le condizioni in cui è nato il coronavirus (se per le disastrose condizioni igieniche in un mercato o preparato in laboratorio), ma sul pianeta ci sono altre situazioni favorevoli alla nascita di patologie come quelle tropicali in rapido “trasferimento” in tutto il pianeta. Nessun allarmismo, ma attenzione e programmazione: le conoscenze attuali hanno individuato oltre 1,7 milioni di virus in mammiferi e uccelli e cullarsi nell'idea che nessuno di questi possa evolversi, compiendo nuovamente un salto di specie da animale a uomo, è pura illusione. Quindi, meglio prepararci, in primis con la ricerca, con la disponibilità di risorse e con la crescita culturale.
Nell’ultimo anno sono stati scoperti 900 nuovi virus di cui, oltre alle 160 varianti del coronavirus (su cui sono concentrati i mass media), un nuovo ceppo di Ebola, 18 virus zoonotici (tenuti sotto controllo come Lassa e Marburg, causa di febbre emorragica), oltre ai virus influenzali che si ripropongono modificati all’inizio della stagione fredda. Seppur nella maggioranza dei casi non letali, i virus influenzali tendono a mutare velocemente, cioè a presentare variazioni antigeniche nelle due glicoproteine HA e NA che permettono di ingannare la risposta immunitaria dell’ospite. Le risposte vengono infatti predisposte in base alle precedenti infezioni, ma se si modifica il virus il soggetto diventa immunologicamente suscettibile e potenzialmente si può contagiare gran parte della popolazione.

La preparazione dei vaccini contro l’influenza deve essere continuamente aggiornata, in base alla informazioni provenienti dalle attività di sorveglianza, fondamentali per selezionare i ceppi specifici da inserire sulla base del grado di differenza epidemiologica e sierologica rispetto a ciò che è circolato rispetto alle stagioni precedenti.
I processi di globalizzazione e le modificazioni climatiche hanno accentuato la diffusione delle patologie tropicali, in particolare, la Febbre Gialla, trasportata dalla zanzara Aedes che rischiano di diffondere le variabili Dengue, Zika, Chikungunya.
L’Europa, tramite il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) sta cercando dirafforzare con un’azione comune, le difese contro le malattie infettive e, prima ancora, individuare tempestivamentee analizzare le minacce emergenti.
Le librerie di virus
Contrastare i pericoli connessi al diffondersi delle pandemie ha indotto uno sforzo senza precedenti per coordinare la conservazione e l’accesso alle raccolte di virus su scala planetaria. I finanziamenti messi in campo dall’UE hanno permesso lo sviluppo di un archivio di virus, facilmente accessibile attraverso una rete globale. Per combattere efficacemente le infezioni virali è necessario conoscere i complessi meccanismi di azione dei virus: conoscenza che si raggiunge solo attraverso l’individuazione di tutti i ceppi virali.

Per questo l’European virus archive e il Global Outbreak Alert and Response Network dell’Organizzazione mondiale della sanità, ha predisposto un’ampia rete di centri riconosciuti collegati via web, facilitando e velocizzando l’azione dei ricercatori che hanno già codificato oltre 10.000 virus. Molti di questi virus sarebbero sconosciuti al mondo scientifico se non fossero stati catalogati in modo coordinato e accurato. Queste banche dati sono la base per la predisposizione di cure efficaci e l’individuazione di vaccini in tempi utili per stroncare sul nascere nuove pandemie e per queste ragioni l’annuncio della presidente Ursula Von Der Leyen pare quanto mai opportuna.
I compiti del nuovo governo
Il nuovo governo che si insedierà a breve, avrà, fra gli altri, il compito di affrontare la prevenzione delle nuove pandemie, compresa quella che da più parti viene definita la “nuova pandemia”, cioè la resistenza agli antibiotici che, in Italia, rappresenta un tema quanto mai attuale. L’uso inappropriato di terapie antibiotiche (sia in campo umano che veterinario) ha causato una situazione nella quale, nel nostro Paese, ogni anno dal 7 al 10 per cento dei pazienti va incontro ad un’infezione batterica multiresistente con migliaia di decessi. Ancora oggi nonostante le campagne di formazione dei medici e dei pazienti siamo al di sopra della media europea. Le infezioni correlate all’assistenza colpiscono ogni anno circa 284.100 pazienti causando circa 4.500-7.000 decessi.
Questa “nuova pandemia”va combattuta su più fronti:
1) Cambiamento culturale dei medici e dei pazienti per utilizzare gli antibiotici quando sono realmente necessari.
2) Sviluppo di test diagnostici veloci e precisi per decidere rapidamente se l’infezione è virale o batterica e quindi evitare l’uso inappropriato degli antibiotici.
3) Incentivare le aziende a fare ricerca per produrre nuovi antibiotici utili contro i germi multiresistenti sempre più diffusi.
4) Diffusione dei vaccini, in primis, contro lo Streptococcus pneumoniaedetto anche Pneumococco che causa nel mondo circa 800.000 morti all’anno di bambini di età inferiore a 5 anni.
La battaglia contro tutte le pandemie si combatte su più fronti ed è una responsabilità del singolo e della collettività nella quale siamo tutti coinvolti.
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