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Cattolici e Valdesi a confronto nel XX Convegno del Laux

di Piera Egidi Bouchard


Il XX convegno storico del Laux che si è svolto sabato 3 agosto, ha avuto come titolo “Cattolici e valdesi – dai conflitti alla condivisione ecumenica”. Promosso dal Comune di Usseaux, dalla Società di Studi Valdesi, dal Centro studi e ricerche sul Cattolicesimo della Diocesi di Pinerolo e dall’Associazione culturale “La Valaddo”, l'incontro (come recita il volantino di invito, col programma rigorosamente in italiano e in francese) voleva mettere a confronto le presenze religiose, cattolica e valdese, che dalla fine del Duecento si sono affiancate e contrastate in un territorio delle Alpi occidentali ripartito politicamente fra il Delfinato francese e il ducato dei Savoia e anche confine linguistico fra l’occitano prevalentemente parlato e il francese e l’italiano divenute lingue di cultura.  


Le repressioni reiterate in quest’area, del valdismo prima e delle Chiese valdese e ugonotta poi, con l’inquisizione medievale e una crociata e le guerre di religione, ormai perlopiù immerse nell’oblio, sono riassunte in un piccolo ma denso libro, ormai introvabile, scritto da Giorgio Bouchard e Giorgio Tourn in occasione delle Olimpiadi del 2006 e tradotto in varie lingue europee (“Torino e le Valli olimpiche”, Claudiana), che ripercorre  la “Torino evangelica”, la “Val Susa”, la “Val Pragelato”, la “Val Perosa” e le “Valli valdesi”.


Dai predicatori di Calvino alla Controriforma

La vicenda della parte superiore della Val Chisone, che va da Sestriere a Perosa Argentina, un tempo chiamata Val Pragelato, studiata dai convegni del Laux, è ancora più particolare. Appartenente al Delfinato francese, la presenza valdese vi è attestata dalla fine del XIII secolo e qui sono giunti nella primavera del 1555 i primi predicatori inviati da Calvino nelle Alpi a stabilirvi una chiesa riformata. Presto i riformati, o ugonotti, hanno assunto una presenza totalitaria mantenuta anche durante le otto guerre di religione fra il 1562 e il 1590 e fino agli anni sessanta del Seicento.

La Controriforma cattolica e le persecuzioni giuridiche sviluppate da tale data hanno avuto come esiti nel 1685 la revoca del precedente regime di tolleranza, la distruzione dei templi, l’espulsione dei ministri riformati, la proibizione di ogni forma di culto pubblico della religione riformata; e a questi e altri provvedimenti repressivi hanno fatto seguito, nel 1685-1687, nel 1699 e negli anni 1727-1730, le grandi definitive emigrazioni degli abitanti di religione riformata verso la Germania.    

Chi conosce più una tale drammatica storia, in luoghi ormai frequentati solo da spensierati turisti d’estate e d’inverno? Perciò è importante che proprio in questa valle, nei convegni del Laux, queste vicende siano state studiate condividendone i vari aspetti fra studiosi cattolici ed evangelici e di cultura laica e un vasto pubblico “misto”: un lavoro minuzioso di ricostruzione delle fonti, che è già stato raccolto e dato alle stampe in quindici libri.  


Punti di incontro e punti di rottura

Il ventesimo convegno nella prima sessione ha studiato, sotto la presidenza di Joëlle Long, quattro punti di rottura fra cattolici e valdesi: le contese per battezzare i bambini presentate da Simone Baral, ricordando fra l’altro i periodi in cui i valdesi dalla Val Pragelato erano costretti a portarli per il battesimo ai templi della Val Germanasca; gli svolgimenti dei matrimoni misti ricostruiti da Marco Bettassa, con speciale attenzione alle conversioni  indotte, assegnando le doti matrimoniali alle ragazze valdesi povere; le pratiche e legislazioni cimiteriali studiate da  Federica Tammarazio, a partire dalle sepolture nei campi e nelle aree cimiteriali familiari fino agli spazi cimiteriali distinti; le storie separate, “di parte”, raccontate da  Gian Paolo Romagnani, che sono state lette fino all’inizio di una storiografia “scientifica” nei recenti anni ’70 con Grado Merlo e ora con la nuova Storia dei valdesi (Claudiana) in quattro volumi opera di quasi cento autori di diverse appartenenze.

La seconda sessione, presieduta da Luca Mercalli, che abita e conosce questi luoghi, è stata dedicata all’avvicinamento ecumenico: Marta Margotti ha presentato tappe, luoghi e attori del percorso ecumenico valdese, partendo dalla seconda metà del 1800 per giungere fino alla costruzione e all’attività del Centro ecumenico di Agape a Prali a opera del pastore Tullio Vinay e dei suoi successori; e a sua volta Piercarlo Pazé ha evidenziato dalla metà del Quattrocento le prese di distanza e i momenti di  attenzione del mondo cattolico, per arrivare negli anni trenta del Novecento a una “strategia della conoscenza” e, quindi, alle relazioni ecumeniche di oggi.


Il percorso ecumenico del domani

In conclusione il pastore Eugenio Bernardini, già moderatore della Tavola valdese, e il vescovo di Pinerolo Derio Olivero si sono confrontati sul percorso ecumenico di domani. “Un laboratorio ecumenico significa non solo teoria, ma esperienza – ha detto Bernardini – bisogna parlarsi, ascoltarsi, guardarsi negli occhi, consapevoli, come scritto in un importante documento sull’ecumenismo che ‘nessuna chiesa esaurisce la pienezza di Dio’. Ogni chiesa, a cominciare dalla propria, ha limiti e difetti e ha reiterato peccati, ma ha anche un patrimonio da condividere con le altre. “Nello ‘spaesamento’ che coglie tutti noi credenti nell’attuale processo di secolarizzazione sperimentiamo che la debolezza ci rende umili”.

“Bisogna guardare avanti – ha detto a sua volta il vescovo Olivero – il futuro possiamo desiderarlo e un briciolo orientarlo. Si vive inseguendo sogni, che sono come le strade di campagna, che prima non c’erano, ma ora, con il passare del contadino, ci sono. Dobbiamo fare sogni, grati di quello che hanno fatto i nostri padri”. Nel ruolo attuale di presidente della Commissione CEI per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso ha ammonito che bisogna andare oltre l’ecumenismo di nicchia e, come cristiani, confrontarci insieme anche nel dialogo con le altre religioni, e ha indicato fra i percorsi l’intercomunione eucaristica e una diversa disciplina dell’insegnamento della religione nelle scuole.


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