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Anna Paschero

"Buco" conti sanità: il Piemonte sul filo del commissariamento

di Anna Paschero


La notizia è di venerdì scorso, 17 gennaio, ma merita un ritorno "di fiamma", se non altro per la risposta data a stretto giro di posta dall'Assessore regionale del Piemonte alla Sanità Federico Riboldi (già sindaco di Casale Monferrato) sul presunto “buco” contabile delle aziende sanitarie pari ad oltre 700 milioni di euro, un "profondo rosso" tuttavia bollato come allarmistico e ingiustificato.

Spiega, infatti, la nota dell'assessore, che i bilanci di previsione 2025  presentati dalle Aziende Sanitarie Regionali a cavallo di ogni anno sono strumenti di programmazione con i quali queste ultime indicano, oltre alle spese ordinarie, anche “alcuni desiderata”. Si legge ancora, che eventuali squilibri economico finanziari saranno solo rinvenibili dai bilanci consuntivi – da adottare entro aprile dell’anno successivo, che certificano le cifre e i risultati effettivamente raggiunti. Infine, la “nota” ricorda che il bilancio della sanità per l’anno 2024 appena chiuso sarà in equilibrio e lo stesso equilibrio sarà realizzato anche nell’esercizio 2025.

Come si può osservare, si tratta di dichiarazioni che dovrebbero mettere il coperchio sugli allarmismi alimentati dai media, se non fosse che le notizie sono state attinte direttamente dai bilanci che alcune aziende Asl hanno già pubblicato, come per esempio quello dell’ASL Città di Torino, pubblicato il 7 gennaio scorso, dove viene illustrata la presunta situazione economica al 31 dicembre 2025, fornendo la rappresentazione analitica del previsto risultato economico dell’azienda. Sui criteri di iscrizione di entrate e spese la Regione ha fornito indicazioni secondo le quali le Aziende iscrivano a bilancio lo stesso finanziamento del 2023, e senza alcuna quota da destinare a investimenti.

Il bilancio dell’ASL Città di Torino viene pertanto redatto in perdita, (-162.105.929,53) contrariamente a quanto previsto dalle norme di legge, in quanto le risorse al momento iscrivibili sono quelle del 2023. Nella nota illustrativa si legge che “risulta infatti impossibile coniugare i principi di veridicità, attendibilità e correttezza con quello del pareggio di bilancio, stante l’insufficienza delle risorse provvisoriamente assegnate. I costi evidenziati nel presente bilancio rappresentano i budget attribuiti agli ordinatori di spesa e qualora fossero sottostimati, parametrandoli alle risorse assegnate, avrebbero la conseguenza di interrompere servizi essenziali o di costringere ad autorizzare spese fuori budget in modo continuativo in corso d’anno”.

Le risorse assegnate dalla Regione non tendono conto delle spese previste per gli adeguamenti ISTAT, pari all’ 8,5% su tutte le forniture di beni, servizi e manutenzioni, né dell’incremento delle rette per le strutture residenziali pari al 3,5% - rispetto al 2023. Mancano i trasferimenti per la riduzione delle liste d’attesa e quelli per i costi per danni da vaccinazione, iscritti nel bilancio 2025 ma non finanziati.  

Per quanto riguarda gli investimenti viene rimarcato che per poter dare piena attuazione al piano delle alte tecnologie, ormai irrinunciabile, ed al piano della riorganizzazione territoriale e della rete ospedaliera, sicurezza ed adeguamenti normativi “non si può prescindere dalla messa a disposizione di appositi finanziamenti in conto capitale”.

In ultimo si dà atto che i costi del 2025 sono stati previsti in continuità con quelli del 2024 di pre-chiusura. Ovvero, tale dichiarazione lascia supporre che anche la gestione 2024 possa chiudersi con un risultato negativo.

La stessa situazione di bilanci 2025 in perdita si presenta per le ASR che hanno già pubblicato i loro bilanci fino ad arrivare alla cifra di 702 milioni di euro, con un reale rischio di commissariamento della sanità piemontese, perché tale importo è destinato ad aumentare con la pubblicazione dei bilanci delle restanti aziende piemontesi,  nonostante i proclami dell’ultima ora del presidente Alberto Cirio e del suo Assessore. Morale della storia. Terminati i fuochi, che non sono stati "fatui", per citare Pierre Drieu La Rochelle, la cui affinità a questa Giunta è certamente ideologica, ma fuochi semplicemente propagandistici nell’ultima campagna elettorale, il Governo della Regione Piemonte si trova a fare i conti davvero con una sanità non più capace di garantire servizi essenziali ai suoi cittadini, che già ne stanno pagando il caro prezzo con l’impossibilità di accedere alle cure necessarie, e con il macigno dell’addizionale regionale al 3,3%  fino all’anno 2043.   

 

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