Bombardamenti su Gaza: crisi di coscienza tra i piloti israeliani Un'inchiesta di Haaretz
- La Porta di Vetro
- 2 giorni fa
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Prosegue la campagna di sensibilizzazione del quotidiano israeliano Haaretz contro gli spietati attacchi su Gaza. Una denuncia che cade nel giorno, oggi 21 aprile, in cui il premier Netanyahu, come spiega il Gerusalem Post, è alla sbarra nel processo che si svolge Tel Aviv, imputato per "regali illegali", "tentata corruzione mediatica" e "corruzione mediatica".[1] Per la cronaca, il tribunale distrettuale di Gerusalemme ha respinto tre richieste di rinvio da parte del primo ministro, che aveva inizialmente ritardato dall'estate al 2 dicembre a causa della guerra.
"Siamo campioni della repressione", i piloti dell'aeronautica israeliana si aprono sui dilemmi morali della guerra di Gaza: è questo il titolo d'apertura di Haaretz che in un lunghissimo e dettagliato articolo scava nelle coscienze dei militari che si ritrovano ad "assassinare" i vertici di Hamas e nello stesso tempo distruggere, come è avvenuto la settimana scorsa, un edificio di quattro piani in cui hanno trovato la morte circa 40 persone, la maggior parte delle quali donne e bambini, secondo i rapporti. Altre fonti, aggiunge il quotidiano "hanno detto che otto case adiacenti sono state danneggiate e che tra i morti c'erano 15 membri di una sola famiglia". Non sono mancate domande estremamente scomode e risposte altrettanto dilanianti, come queste: Ci sono persone che stanno pensando di smettere di volare? "Certo. Ci sono persone per le quali questo è un dilemma quotidiano dal loro punto di vista. Questo argomento della fiducia nel sistema disturba il loro sonno notturno".[2]
I commenti dei lettori
Haaretz pubblica anche i commenti dei lettori, rivelatori di un'accorata preoccupazione per lo stato di degrado politico e morale in cui è immerso lo Stato d'Israele, espressi ora con un filo di ironia sul "grande bisogno di centri di trattamento per la salute mentale in Israele", ora con aperti richiami al terribile passato della II guerra mondiale, con i quali si contesta la "litania di scuse patetiche: i piloti sarebbero più onesti a usare la difesa di Norimberga... sull'eseguire solo gli ordini". Alcuni commenti esprimono anche aperta condanna, come da parte di chi rivolgendosi a un pilota, gli ricorda che "non è la prima volta che sceglie di bombardare palestinesi innocenti, facendo saltare in aria i bambini. Che siano stati uccisi dieci prima o mille bombardati, è comunque un male. Lei ha scelto di partecipare a questo genocidio. Scusa per la tua colpa, sto sanguinando per tutte le vite che Israele ha distrutto".
Le provocatorie dichiarazioni di Smotrich
La tensione politica a Tel Aviv, non appena si affronta cause ed effetti dell'intervento militare nella Striscia di Gaza, denota segnali di sempre maggiore inquietudine, insofferenza e radicalizzazione all'interno dell'esecutivo di Netanyahu. Il ministro delle Finanze israeliano di estrema destra, Bezalel Smotrich, ha infatti affermato, che per quanto la restituzione degli ostaggi sia importante, "non è l'obiettivo più importante". E in un'intervista rilasciata alla stazione radio di destra Galei Israel, come riporta sempre Haaretz, Smotrich ha dichiarato: "Dobbiamo eliminare il problema di Gaza. Abbiamo un'enorme opportunità, e le scuse sono scomparse: non c'è Biden, non c'è [il ministro della Difesa] Gallant e non c'è nessun ex capo di stato maggiore dell'IDF...". Le dichiarazioni di Smotrich, com'era prevedibile, non sono state accolte con soverchi entusiasmi dai famigliari degli ostaggi ancora in mano ad Hamas. In proposito, sui social è riportata la dura contestazione di una madre, Einav Zangauker, a Smotrich attraverso X/Twitter: "L'unica verità è che per le tue delusioni messianiche e psicopatiche, sei disposto a sacrificare il mio Matan e un intero paese". Tra l'altro, a ulteriore conferma della riduzione di spazi democratici in Israele, la polizia israeliana ha condizionato l'approvazione di una protesta contro la guerra a Tel Aviv alla condizione che "non vengano mostrate immagini di bambini o neonati di Gaza".[3]
Le inchieste su Ben Gvir
Fronte interno che tende a surriscaldarsi nel mostrare come la guerra non sia diventata altro che una posizione di rendita di Netanyahu e del suo governo, indifferenti a scandali e notizie imbarazzanti, come la rivelazione a fine marzo della rete televisiva israeliana Channel 12 news, sempre a proposito della polizia, di un'inchiesta dello Shin Bet, il servizio segreto israeliano, avviata nell’agosto del 2024, su una possibile infiltrazione nelle forze di polizia di seguaci del kahanismo, dal nome del suo ideologo Meir Kahane, controverso rabbino, teorico della violenza e della vendetta anti-araba, ucciso a New York nel 1990 da un terrorista arabo. Un'operazione che avrebbe avuto come mente ispiratrice il ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir, grande ammiratore di Meir Kahane, pronto ad accusare Ronen Bar, numero uno dello Shin Bet, definendolo un “bugiardo, un criminale che deve stare in prigione” e che “sta cercando di istigare un colpo di stato”. Parole che mirano a suggestionare l'estremismo di destra e a rafforzare la posizione politica di Ben-Gvir e del suo partito Potere Ebraico che hanno chiesto l'espulsione dei palestinesi "sleali", l'annessione della Cisgiordania e il reinsediamento ebraico di Gaza.
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