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La Porta di Vetro

Bomba carta contro il circolo "Antonio Banfo" di Torino

Aggiornamento: 4 giorni fa


Non è la prima volta. E non sarà l'ultima, purtroppo. Ancora un attacco a un circolo o a una sede che testimonia la memoria di un martire della libertà, di un combattente della Resistenza. Non a caso nell'80esimo anniversario del 25 aprile.

Nel tardo pomeriggio di oggi, venerdì 10 gennaio, è toccato al Circolo Arci "Antonio Banfo". Si è trattato di una bomba carta lanciata contro un luogo storico di integrazione e confronto sociale in Barriera di Milano. I locali di via Cervino, infatti, sono da decenni una presenza sociale e politica e, in ultimo, un punto di integrazione importante per la zona nord di Torino, come hanno ricordato in una nota, i dirigenti della sezione Pd di Barriera Milano. Gli stessi che in passato hanno denunciato analoghi attentati alla libertà di espressione, attraverso scritte e ripetuti danneggiamenti. Evidentemente, la conclusione di militanti e dirigenti, "c’è qualcuno che non vuole che si lavori concretamente alla riqualificazione del territorio".


I nomi degli antifascisti uccisi barbaramente durante la Repubblica di Salo e l'occupazione nazista provocano ancora un moto di timore. E Antonio Banfo, classe 1900, appartiene a quella schiera. Figura eroica, non si piegò mai dinanzi ai fascisti e nel 1931 subì una condanna a tre anni di reclusione per attività sovversiva. Uomo di fede evangelica, fu uno degli artifici durante gli scioperi del '43 e del '44 alla Fiat Grandi Motori. Un coraggio che i fascisti non perdonarono né a lui, né al genero Salvatore Melis, entrambi assassinati il 18 aprile del 1945 alla vigilia dello sciopero generale, prova generale dell'insurrezione del 25 aprile. Pochi giorni prima erano state uccise le sorelle Vera e Libera Arduino.

I cadaveri martoriati di Banfo e di Melis furono ritrovati al mattino in corso Vigevano in prossimità di una piccola bealera dagli operai del primo turno della Fiat Ferriere. Di notte, erano stati prelevati nella casa di via Scarlatti 4 da una squadra di repubblichini. Il giorno successivo, la Stampa cercò di addebitare gli omicidi agli "estremisti comunisti". La versione di un regime agonizzante cui nessuno credette. Il fascismo si chiudeva così com'era iniziato: con atti di brutale prepotenza, violenza, con il gusto sadico quanto impotente dell'assassinio. E Al funerale di Banfo partecipò tutta la Barriera di Milano, mentre la città stanca di arresti, fucilazioni, fame e disperazione, che attendeva fiduciosa soltanto il momento dell'insurrezione. A Liberazione avvenuta, la Città di Torino gli ha dedicato una strada in Borgata Monte Bianco e una lapide in corso Novara 20/b ne ricorda il sacrificio.

Domani, alle ore 13, è stato annunciato un presidio di resistenza di fronte al circolo per condannare il grave attacco.


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