Alle radici dei comportamenti sessuali violenti nei giovani
di Sabrina Buffo*
Domani, 11 novembre, sarà un anno dall'omicidio di Giulia Cecchettin, la ventiduenne di Vigonovo, comune della provincia di Padova, uccisa con 75 coltellate da Filippo Turetta, un giovane che diceva di amarla. Giulia era prossima a discutere la sua tesi di laurea in Ingegneria Biomedica. La sua morte è diventata un simbolo dell'allarme sociale che giustamente si è diffuso nel nostro Paese, ma non solo, dinanzi a episodi di violenza sessuale sempre più marcati tra i nostri giovani e adolescenti.
Violenza come tratto distintivo anche nelle relazioni border line e in prossimità della delinquenza, organizzata e non, come a Napoli, dove nel giro di meno di tre settimane sono stati uccisi tre giovani tra i 15 e i 19 anni per mano di coetanei nel corso di sparatorie o per regolare presunte "offese".
Pistolettate e "armi bianche": boom di lesioni provocate da ragazzi sotto i 17 anni, che girano armati di coltello, ha titolato di recente il quotidiano cattolico Avvenire, dando voce a una preoccupazione comune a tanti altri paesi europei. Dunque, si tratta nel complesso di fenomeni che ci obbligano a interrogarci su come nascono alcuni comportamenti sessuali deviati, gli stessi che da un altro versante favoriscono anche l'ascesa di un bullismo fuori controllo dalle conseguenze drammatiche.
Alla magistratura e agli organi inquirenti toccherà far luce sui singoli casi, ma è la società tutta che si deve interrogare su quanto sta avvenendo.
Inizialmente, quando il neonato viene al mondo vive in uno stato simbiotico con la madre. Questa prima fase tende a durare ben poco, grazie alle prime frustrazioni di cui fa esperienza il bambino. Per esempio, se si ha fame e il seno materno non arriva questa è l’occasione in cui si inizia ad operare una discriminazione tra sé e il mondo esterno. Dopo aver scoperto di non essere il tutto, il bambino evolve verso una fase caratterizzata dall’egocentrismo assoluto, per cui ritiene di essere il centro del mondo, ponendo i suoi bisogni e desideri al di sopra di ogni cosa e considerando ciò che è diverso da sé come strumento utile a soddisfare le sue necessità.
Più avanti, durante il periodo che precede la pubertà, l'egocentrismo non riguarda più solo il soggetto stesso, ma diventa un “egocentrismo di genere”, per cui vengono inglobati in esso i compagni dello stesso sesso. In questo periodo, il bisogno d’identificazione sessuale diventa preminente e il bambino ha bisogno di scoprire quale sia il comportamento tipico delle persone del suo stesso sesso. L’identificazione, oltre ad avvenire tramite l’interazione con i membri del proprio sesso, si forma grazie alla contrapposizione con i membri di sesso opposto. I gruppi interagiscono, si prendono in giro, ma il contatto personale è evitato, in quanto l’altro sesso è visto come qualcosa di sconosciuto. In breve, l'identificazione avviene per reciproca contrapposizione.
Soltanto durante la pubertà e l'adolescenza inizia il desiderio, ancora timoroso, dell'altro sesso, che è sentito come qualcosa di totalmente estraneo. Qui avviene l’esperienza del primo innamoramento, dove il ragazzo scopre la “femminilità” in generale, grazie all’interazione con una ragazza in particolare che lo affascina. Conseguentemente, infine, il soggetto riesce a comprendere come il genere in senso lato sia declinato in diversi soggetti, ognuno con caratteristiche proprie e peculiari, scoprendo che ogni essere umano è qualcosa di specifico e originale e non semplicemente un maschio o una femmina.
Lo sviluppo sessuo-affettivo ha il suo massimo periodo di sviluppo nell’età evolutiva, caratterizzata dai continui mutamenti corporei, che si presentano come qualcosa da esplorare. Infatti, a partire dai 6 mesi, si manifestano le prime manipolazioni genitali, grazie alla possibilità del controllo volontario dei movimenti, mentre le auto stimolazioni vere e proprie si presentano intorno ai 2-3 anni con un incremento considerevole verso i 5-6 anni.
Durante il periodo di latenza è interessante notare come si verifichino frequentemente esperienze a carattere omosessuale ma che, ciononostante, non sembrano avere un impatto per il successivo orientamento sessuale del soggetto. Questo comportamento si manifesta come modalità predefinita per poter fare esperienza della propria sessualità in un “ambiente sicuro” cioè con persone del proprio sesso, prima di dirigersi “in ambienti inesplorati”. Infatti, tutta la gamma di giochi esplorativi che si osservano in questo periodo evolutivo rispondono all’esigenza di rafforzare la propria identità sessuale all’interno dell’ingroup.
Con l’avvento della pubertà, si assiste ad un rapido cambiamento ormonale che causa un accrescimento somatico, caratterizzato dalla comparsa dei caratteri sessuali secondari, oltreché da complessi fenomeni psicologici. In questa fase si fa evidente il desiderio sessuale vero e proprio, attraverso i primi sogni erotici e con una spiccata attenzione e curiosità verso l’ambito sessuale. Per il genere femminile, la prima mestruazione è un'esperienza di grande importanza, in quanto sottolinea inequivocabilmente l’aspetto sessuale e riproduttivo della propria sessualità. Molte di loro aspettano con ansia e orgoglio questo evento, come segno dell’essere diventate adulte, altre invece, possono considerarlo un evento vergognoso, impuro e spaventoso.
L’atteggiamento dei genitori rispetto alle tematiche legate allo sviluppo sessuale può essere un fattore che facilita l’integrazione di tale aspetto nella vita dell’adolescente, ma può anche essere motivo di problematiche e difficoltà che insorgono nel soggetto qualora non abbia avuto un’adeguata educazione e supporto alla sessualità. In questo tumultuoso periodo di sviluppo corporeo si ha una caratteristica recrudescenza della masturbazione che diventa la modalità esplorativa utile alla scoperta della propria corporeità e delle nuove intense emozioni di cui si è capaci.
Durante l’adolescenza emergono, infatti, le prime relazioni di coppia tra giovani innamorati. Ciononostante, in questo periodo il soggetto adolescente non ha ancora sviluppato le caratteristiche necessarie a mantenere una relazione stabile e co-costruita con l’altro. Una sessualità matura è una sessualità integrata, che si esprime sia sul piano fisico, che affettivo, che cognitivo con la stessa intensità verso la stessa persona. Durante l'adolescenza, al contrario, si assiste ancora a una marcata distinzione tra l'aspetto genitale e quello affettivo. Soprattutto all’interno del contesto culturale odierno, gli adolescenti maschi e femmine sembrano percorrere itinerari differenti per raggiungere l'integrazione sessuale e ciò comporta non pochi equivoci e delusioni nel dialogo tra i due sessi. Solitamente, i maschi sentono prima e più intensamente la spinta genitale e solo più tardi vi integrano il livello affettivo, mentre per le femmine sembra avvenire il contrario e ciò provoca spesso contrasti.
La fase di innamoramento presenta caratteristiche tali da renderla equiparabile a uno stato euforico ipomaniacale, anche grazie all’azione delle fenilanfetamine e della dopamina. Essa, infatti, è contrassegnata da eccitazione fisiologica, come l’insonnia, o la sensazione di “farfalle nello stomaco”; esaltazione emotiva e distorsioni cognitive, come la valutazione irrealistica dell'altro, la sottovalutazione degli aspetti negativi e sopravalutazione di quelli positivi.
Trascorso il periodo intenso dell'innamoramento raramente la coppia adolescenziale riesce a sviluppare una relazione amorosa perché tipicamente, l’adolescente non è ancora in grado di uscire da se stesso per occuparsi sinceramente del bene dell'altro, per cu i legami in questa età tendono a terminare velocemente, ma non sempre in modo sincrono. L'adolescente è capace soltanto di una relazione "captativa" in cui l'altro è desiderato per il piacere che ci dà e lo si vuole possedere per le sensazioni intense che suscita in noi, ma quando non è più in grado di provocare tali sensazioni, tende a perdere importanza. Un altro motivo di fallimento delle coppie adolescenziali è la ben nota instabilità evolutiva, durante la quale si vivono rapidi e intensi cambiamenti, si diventa diversi in pochi mesi, si scoprono nuove esigenze e si abbandonano continuamente vecchi interessi: l'adolescente non ha ancora trovato sé stesso e per questo non può impegnarsi in relazioni mature.
La maturità, tuttavia, non è un punto di arrivo raggiunto una volta per tutte, non è stabilità ed equilibrio, ma piuttosto capacità di adattamento continuo alla ricerca di un rapporto armonico tra sé, il mondo e gli altri, tutti elementi che mutano nel tempo e non possono dunque rimanere tra loro nella medesima relazione. È, quindi, la capacità di adattamento il segno distintivo della maturità, non soltanto a livello sessuale ma anche nelle relazioni.
Difatti, una coppia non è un dato che vale una volta per tutte, ma una realtà dinamica che va costruita giorno per giorno e ogni tappa di questa vicenda a due è punto di arrivo e di partenza contemporaneamente, in cui occorre investire reciprocamente su sé stessi e quando non si riesca a creare quest’armonia nascono i presupposti per scontri che possono, in alcuni casi, degenerare in violenza.
Come scrive William Shakespeare nella tragedia Romeo e Giulietta, l'amore "è profondo quanto il mare: più (a te) ne concedo più ne possiedo, perché l'uno e l'altro sono infiniti". Concetto ormai dimenticato da molte coppie.
*Psicologa
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