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Aldo Tortorella, l'addio a un raffinato intellettuale e prestigioso dirigente politico

Livia Turco

Aggiornamento: 3 giorni fa

di Livia Turco


Se ne è andato, prossimo ai 99 anni, Aldo Tortorella, "il partigiano Alessio", prestigioso dirigente del Pci, di cui è stato parlamentare per vent'anni. Tortorella, nato a Napoli nel 1926, ha ricoperto numerosi incarichi all'interno del Partito comunista italiano, fino ad essere chiamato in segreteria nazionale da Enrico Berlinguer. Dal 1970 al 1975 è stato direttore nazionale dell'Unità, dopo essere entrato nel giornale a Genova, appena diciannovenne, il 25 aprile 1945, giorno della Liberazione, in quella che sembrava, come raccontò nel suo libro "A Genova gli operai non ridono" Alf Gaudenzi, raffinato pittore e gallerista "una redazione di liceali che si preparavano alla maturità...".

Il ricordo di Livia Turco, dirigente di primo piano del Pci, Pds, Ds e Pd, ministra per la solidarietà sociale dal 1996 al 2001 nei governi Prodi, D'Alema e Amato. Senatrice nel 2006 e ministra della salute nel governo Prodi. Parlamentare dal 2008 al 2013, oggi presiede la Fondazione Nilde Iotti.


Ero una giovane militante della FGCI torinese, arrivata da Morozzo nel Cuneese, nel 1973. Iscritta alla 44^ Sezione PCI Dante di Nanni di Borgo San Paolo. Credo fosse il 1976 ed ero stata nominata da poco responsabile delle Ragazze di Torino ed a Torino si tenne una Conferenza con gli intellettuali. Vi erano, tra gli altri Renzo Gianotti, Giorgio Ardito, Antonio Monticelli, Piero Fassino e Silvana Dameri, all'epoca responsabile regionale delle donne. Fu in quella circostanza che Silvana mi sollecitò ad intervenire per portare la elaborazione delle donne e del Femminismo. Mi impegnai molto, anche perché mi sembrava un compito sproporzionato intervenire in quel consesso autorevole. Passai la notte a scrivere tutto il tempo nel convegno con il batticuore... Il mio intervento ottenne attenzione, ma non certo un clima caloroso. Tortorella dopo l'intervento mi guardò con curiosità, poi nella pausa del convegno venne a salutarmi per conoscermi e mi disse con la sua erre moscia e la sua gentilezza: "Cara, hai svolto un buon intervento". Ma ciò che mi stupi e stupì tutti i presenti fu che nelle conclusioni citò più volte il mio intervento, esprimendo apprezzamenti di merito. Un fatto inusuale sia per l'attenzione verso una giovane ancora poco conosciuta, sia per il riferimento puntuale ai temi delle donne. Fu un incoraggiamento e indimenticabile. Successivamente sarei diventata Segretaria della FCGI di Torino.

Gli anni delle lotte per le grandi conquiste, ma anche gli anni durissimi contro lo stragismo fascista e la lotta contro le Brigate Rosse. La FGCI di Massimo D' Alema aveva scelto la linea coraggiosa di combattere strenuamente ogni forma di violenza, ma di restare nel Movimento. Ricordo il Comitato Centrale del 1977 del PCI, dove la linea di D'Alema e della FGCI fu fortemente criticata da una parte del Gruppo Dirigente del PCI. Ma in quel difficile fragente, Tortorella ci sostenne con molta convinzione: avevamo il dovere di coinvolgere e di dialogare con i giovani e conquistarli al valore della democrazia. Anche quando diventai responsabile nazionale delle donne comuniste, nel 1986, Tortorella fu un interlocutore prezioso. Rigoroso, puntuto nella sua ironia, ma attento e disponibile. Lui, anche per le sue vicende famigliari, aveva acquisito dimestichezza con i pensieri e le teorie del Femminismo. Sosteneva la battaglia delle donne e capiva anche la nostra fatica. In particolare era convinto che la nostra autonoma elaborazione del Femminismo era preziosa al PCI perché contribuiva a rinnovare la sua pratica e la sua cultura politica. Pertanto, quando lanciammo la Carta delle donne comuniste Dalle Donne la Forza delle donne che assumeva come orizzonte culturale e pratica politica il Femminismo della Differenza Sessuale, lui era molto consapevole della portata della sfida e seguiva i lavori anche con un atteggiamento nascostamente protettivo. Chiedemmo come donne di fare approvare la Carta nella Direzione Nazionale dove eravamo quattro donne. Costruii una relazione positiva con Nilde Iotti per spiegarle il nostro progetto ed avere il suo assenso. Nilde Iotti in quella Direzione fu tra le prime ad intervenire e ci diede un affettuoso e convinto sostegno. A quel punto Aldo Tortorella vi si avvicinò e mi disse "Cara Vecchia (così chiamava affettuosamente le giovani compagne) dopo la "benedizione" della Iotti ti suggerisco di chiudere qui la discussione... perché se si apre non so come andrà a finire... i compagni non li sento molto preparati sul Femminismo della differenza Sessuale".

Accolsi il suo invito e il segretario generale Alessandro Natta concluse rapidamente i lavori con la solenne approvazione della Carta Itinerante delle Donne Comuniste, che, notava con piacere lo stesso Tortorella "itinerava molto bene nella società trovando significativi consensi".

Un grande indimenticabile Maestro.









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