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Aida dell'Oglio

Aceri di corso Belgio: bocciato dal Tribunale il progetto del Comune di Torino

di Aida Dell'Oglio*


E' certamente l'ora dell'esultanza. Ma senza per questo pretendere di mortificare gli sconfitti. Che pure ci sono ed hanno un nome e un cognome: l'amministrazione comunale di Torino, guidata dal sindaco Stefano Lo Russo, e l'assessore al verde Francesco Tresso. Infatti, giovedì pomeriggio, il Comitato per la difesa degli aceri di Corso Belgio ha ricevuto la notizia che attendeva con una certa apprensione dall'ultima udienza in Tribunale, il 20 maggio scorso[1]: il giudice ha accolto il ricorso sugli aceri della discordia di corso Belgio[2] e ha condannato Palazzo Civico a pagare le spesi legali. Un esplicito riconoscimento allo stato di "necessità" in cui i ricorrenti sono stati costretti ad operare, dovendo essi difendere, contro l'iniziativa dell'Amministrazione, un diritto riconosciuto dalla Costituzione italiana ed europea. Altresì, il Giudice ha riconosciuto la fondatezza del ricorso basato su evidenze scientifiche, le quali attestano che privare la popolazione della presenza degli alberi, con il loro prezioso contributo in assorbimento di CO2 e polveri sottili ed emissione di ossigeno e assorbimento e moderazione delle alte temperature, costituisce grave danno alla salute dei cittadini. Ha quindi ordinato di sospendere il Progetto e di rivederlo modificandolo nella sostanza; gli interventi andranno effettuati prioritariamente sulle parti dell'alberata che evidenzieranno degrado e quindi necessità di drastico intervento e la sostituzione dovrà avvenire eventualmente con piante di una certa grandezza e altezza. Inoltre, nella sentenza del giudice Sburlati, si riportano le parole del consulente del Tribunale che prospettano "una programmazione diversa dell'intervento e di mitigazione del suo impatto,  valorizzando i servizi ecosistemici ancora offerti dagli alberi esistenti nel periodo di transizione, in particolare per quanto riguarda l'azione di mitigazione delle temperature".


L'epilogo arriva a distanza di quasi un anno, era il 9 giugno del 2023, dalla presa di posizione dell'assessore Tresso, nell'unico incontro con la popolazione del quartiere Vanchiglietta.[3] In quella occasione, i presenti avevano compreso che non c'era altra strada, di fronte all'abbattimento imminente dei 241 aceri di Corso Belgio, di contrastare pubblicamente l'operazione: una sorta di "restyling" ambientale, secondo il Comune; un massiccio intervento di spoliazione del patrimonio alberato di due chilometri di corso Belgio,  da effettuare nell'arco di pochi mesi, da giugno ad ottobre del 2023, per sostituirlo con gli esili peri cinesi, a detta del nascente Comitato e della maggioranza dei residenti. Tra l'altro, la sorte dei peri cinesi, che la Circoscrizione 7 ha piantato tre anni fa nei giardini Magliano, è visibile a chiunque: su dodici ne sono sopravvissuti, nel primo anno, appena la metà... Non a caso, come ricordato sopra, nella sua sentenza il magistrato ribadisce la necessità di sostituire gli aceri con alberi della stessa taglia.                  

Da quel 9 giugno dello scorso anno, le cronache hanno riportato l'impegno di un cospicuo numero di cittadini che si è mobilitato nei presidi su corso Belgio ventiquattro ore su ventiquattro e che ha sostenuto una campagna stampa attraverso manifesti per informare la popolazione sulle numerose attività in cui il Presidio si è impegnato periodicamente, oltre a comunicati stampa per riassumere il senso dei vari momenti in Tribunale o per rigettare interpretazioni false sulle operazioni di opposizione che il Comitato, di volta in volta , si vedeva costretto ad effettuare.

Come quando, per due volte, nel mese di febbraio, il Comitato ha invitato i cittadini a scendere in  strada per cercare di impedire l'abbattimento di una parte degli aceri, dichiarato, non si è mai capito se in buona o cattiva fede, in imminente pericolo di crollo. In quelle circostanze, l'Amministrazione comunale non ha esitato ad opporre a cittadini pacifici, nella maggior parte persone anziane "armate" di pentole e mestole, la presenza delle forze di polizia in divisa antisommossa.

Il Comitato, sia pure attraverso momenti di pessimismo e scoramento, di fronte al quasi generale silenzio di chi avrebbe potuto e, noi crediamo, dovuto,  intervenire per fare luce su quanto stava avvenendo a Torino, ma anche altrove, in Italia e fuori d'Italia, non ha mai perso la fiducia nella vittoria della sua causa.


 *Comitato ”Salviamo gli aceri di Corso Belgio”


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