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La giornata di Mattarella a Torre Pellice

Aggiornamento: 1 set 2023

di Piera Egidi Bouchard

Oggi, 31 agosto, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella è stato accolto a Torre Pellice per l’iniziativa promossa congiuntamente dalla Amministrazione comunale e dalla Tavola valdese, a ricordo dell’ottantesimo anniversario del primo discorso pubblico di Altiero Spinelli per l’Europa, avvenuto proprio qui, con lo scoprimento di una targa a ciò dedicata, e per incontrare la comunità valdese alla Casa valdese - fino a qualche giorno fa sede dell’annuale Sinodo - proseguendo poi in una Visita al Museo valdese, dove ha potuto vedere in particolare la Mostra delle antiche Bibbie, alcune delle quali risalenti al 1500.

In attesa del Presidente

E’ questa la terza visita di un Presidente della Repubblica nelle Valli valdesi. La più recente è stata quella di Oscar Luigi Scalfaro,nel 1998, per i 150 anni dall’emancipazione; la prima fu quella di Francesco Cossiga nel 1989, in occasione del terzo centenario del “Glorioso Rimpatrio”, la ricorrenza che ricordava il ritorno in armi dall’esilio a Ginevra dei valdesi cacciati nel 1686 da Vittorio Amedeo II di Savoia, alleato di Luigi XIV, il “Re Sole”, che aveva esiliato gli ugonotti francesi, annullando l’Editto di Nantes che li tutelava, per instaurare una monarchia assoluta, contraddistinta dal motto “un Re, una Fede, una Legge”.

A differenza degli ugonotti, però, i valdesi resistettero, ma furono sopraffatti e sterminati dall’esercito sabaudo. Soltanto pochi superstiti, circa 3000, ottennero di poter espatriare in Svizzera, da cui ,tre anni dopo circa mille rientrarono in armi con una leggendaria marcia , appoggiati da Guglielmo d’Orange, diventato re d’Inghilterra, che fece guerra a Luigi XIV. La battaglia decisiva con la vittoria valdese avvenne al “ponte di Salbertrand”, in Val di Susa. Successivamente il cambio di alleanza di Vittorio Amedeo II, che si schierò con l’Inghilterrra, salvò il popolo valdese dalla distruzione, ma di fatto lo confinò fino al 1848 – quando con le “Lettere patenti “ Carlo Alberto riconobbe loro le libertà civili - in quello che fu chiamato “il ghetto alpino”.

Le firme di Giorgio Bouchard e di Bettino Craxi

Bisogna aspettare fino al 1984 perché, con la firma dell’Intesa ad opera dell’allora moderatore Giorgio Bouchard, Presidente del consiglio Bettino Craxi, in attuazione dell’articolo 8 della Costituzione – ricordata anche oggi negli interventi di Mattarella e di Spini - si giunga a pieni diritti, al reciproco riconoscimento tra lo Stato democratico uscito dalla Resistenza e Chiesa valdese, atto che aprì la strada alle successive Intese con le chiese evangeliche e comunità di minoranza, prima tra tutte gli ebrei.

”Data l’importanza di Spinelli – aveva dichiarato tempo fa l’assessora alla cultura e vicesindaca Maurizia Allisio – abbiamo ‘osato’ invitare anche il presidente Mattarella” Audacia premiata con la visita di oggi, avvenuta in un clima di partecipazione e condivisione.". Come è noto, Altiero Spinelli (1907-1986), di famiglia socialista, si iscrisse al Partito comunista d ‘Italia nel 1924, dopo l’assassinio di Giacomo Matteotti, e nel 1927 fu condannato dal Tribunale speciale a 16 anni di carcere, di cui 10 in prigione e 6 di confino tra le isole di Ponza e Ventotene. In questi luoghi incontrò - oltre a personaggi come Sandro Pertini - Eugenio Colorni ed Ernesto Rossi, intellettuali antifascisti ,con i quali scrisse nel 1941 il “Manifesto di Ventotene”. In questo si individuava la “soluzione federalista” di ispirazione socialista, “ con istituzioni – è scritto nel Manifesto -in cui si formino uomini desiderosi e interessati a svilupparle, come garanzia della loro libertà e come strumento per la loro ascesa a forme più alte di vita individuale e collettiva.”

In quegli anni di confino, infatti, Spinelli si era distanziato progressivamente dal comunismo sovietico e dallo stalinismo. Espulso nel 1937 dal Pcd‘I, fu dal 1948 al 1962 segretario generale del Movimento federalista Europeo, fondato a Milano il 27 e 28 agosto 1943 in casa di Mario Alberto Rollier, valdese, dirigente politico di “Giustizia e Libertà”.

In quella storica riunione erano presenti una trentina di antifascisti reduci dal confino , dal carcere e dall’esilio; oltre agli altri due estensori del documento Rossi e Colorni, Vittorio Foa, Manlio Rossi Doria, Giorgio Braccialarghe e Ursula Hirshmann, che diventerà la compagna di vita di Altiero.

Nel 1965 Spinelli fondò l’Istituto Affari Internazionali, che diresse fino al 1970, quando divenne membro della Commissione esecutiva della Comunità Europea. Fu deputato tra gli Indipendenti di sinistra dal 1976 al 1983, europarlamentare dal 1979 al 1986 e promotore di un progetto di trattato istitutivo di un’Unione Europea con marcate caratteristiche federali, che venne adottato a larghissima maggioranza dal Parlamento europeo il 14 febbraio 1984.

Ed ecco il collegamento con Torre Pellice: poco tempo dopo la riunione di Milano, Mario Rollier ospitò Spinelli nella casa avita di Torre - sede anche della prima riunione clandestina la sera dell’8 settembre del ’43, quando si formò il primo gruppo partigiano di “Giustizia e Libertà” (GL) - gruppo del quale è ancora attivissimo il presidente dell’Anpi locale , il più giovane di allora, il “bocia” Giulio Giordano (“Giulietto”), ora novantottenne. Presente all’ arrivo di Mattarella , e in prima fila, col suo fazzoletto verde dei GL al collo, nel Convegno al Teatro del Forte è stato cordialmente salutato a sua volta dal Sindaco e dal Presidente, che, sceso dal palco, si è poi intrattenuto a lungo a stringergli la mano..

E infatti proprio a Torre Pellice Spinelli presentò il progetto – noto come “Manifesto di Ventotene” redatto con Ernesto Rossi e Eugenio Colorni nel confino dove i tre antifascisti si trovarono – tenendo un discorso pubblico nel 31 agosto 1943 , presso il retrobottega della farmacia Muston delle sorelle Manassero, in via della Repubblica , dove la mattina di oggi alla presenza del Presidente Mattarella si è scoperta la targa in ricordo, su cui è scritto: “Riparato nelle Valli valdesi grazie a Mario A. Rollier, Altiero Spinelli tenne qui il suo primo comizio europeista nell’agosto 1943. Da qui ripartì per la Svizzera per diffondere le idee del Manifesto di Ventotene .Passa dai piccoli luoghi la grande storia e la speranza di pace che nutre l’Unione Europea”. Quest’ultimo concetto- riportato anche sul fondale del Teatro - è stato ripreso nel discorso con cui il sindaco di Torre Pellice, Marco Cogno, ha accolto il Capo dello Stato, dopo aver invitato l’assemblea a un minuto di silenzio in piedi per i 5 operai morti e tre feriti, travolti la notte scorsa da un treno , mentre erano al lavoro.

“A volte la lontananza delle aree interne dal centro legislativo ci fa apparire lo Stato distante – ha detto il sindaco Cogno - e le azioni portate avanti sui singoli territori ci possono sembrare battaglie inutili, marginali, ma la Sua presenza oggi in questo piccolo luogo italiano ci inorgoglisce e ci dimostra come le comunità tutte, insieme, possano concorrere al benessere dello Stato e fortifica in noi amministratori locali l’idea di quanto la nostra Repubblica sia una e indivisibile.

Giulietto Giordano con Piera Egidi Bouchard

”E ha anticipato il ricordo dell’8 settembre del ’43, quando molti ragazzi di allora sono saliti in montagna perché“ avevano scelto di far parte dell’Italia giusta, e anche in quel momento la ‘grande storia’ è passata per la nostra comunità e ha dato a quei giovani ragione. Un suo giovane conterraneo era mio nonno, e a lui e a tutti quelli come lui saliti in montagna, come a “Giulietto” qui presente, vogliamo rendere omaggio insieme a Lei.“

Lo storico Filippo Maria Giordano ha quindi illustrato non solo la figura di Spinelli, ma anche quella di Mario Rollier, che costituì il tramite con il mondo valdese e Torre Pellice: “Grazie a Rollier e a quel cenacolo di giovani amici affascinati dalla figura di Karl Barth, teologo della Chiesa Confessante tedesca, si consolidò nella coscienza politica di molti evangelici la convinzione di doversi battere contro il nazifascismo per dare vita agli Stati Uniti d’Europa. Giorgio Spini, testimone e partecipe di quegli eventi, ricordava come l’adesione al federalismo europeo fosse maturata in Rollier proprio grazie alla sua fede cristiana.”

A sua volta ha parlato l’on. Valdo Spini, che, nella sua vasta e dettagliata ricostruzione ha considerato - in un discorso che partiva dalle radici storiche e dai tanti personaggi, ma si proiettava nell’orizzonte politico di oggi e di domani - che “Se da tre prigionieri politici confinati in una piccola isola, come Spinelli,Rossi e Colorni potè scaturire l’intuizione di un processo politico così vasto e così determinante come quello dell’unità europea, non ci dobbiamo scoraggiare per le difficoltà che oggi possiamo incontrare ,anzi, dobbiamo rinnovare e irrobustire il nostro impegno. L’essenziale è non smarrire la bussola del nostro agire.”

Ha preso quindi la parola, in un inaspettato “fuori programma” lo stesso Sergio Mattarella, innanzitutto ricordando quegli operai morti e feriti oggi sul lavoro (al termine dell'incontro il presidente si è recato a Brandizzo, sul luogo della tragedia( e citando ancora le linee ideali della Costituzione, per assicurare a chiunque una vita dignitosa e un lavoro dignitoso, rammentando anche gli articoli 10 e 11, volti a promuovere la pace e la giustizia tra i popoli .In un partecipe intervento dagli ampi orizzonti, salutando con questa di Torre Pellice le tante “piccole patrie “italiane che hanno arricchito il nostro popolo dei migliori ideali, il Presidente è riandato ai fatti storici: oltre al qui ricordato “Manifesto di Ventotene”, anche la successiva “Carta di Chivasso” per la tutela delle popolazioni alpine, dalla cui ispirazione ideale ne scaturì, nel dicembre 1943, l’incontro clandestino in quella città di rappresentanti antifascisti valdesi e valdostani.

Il Presidente ha voluto ricordare, inoltre, che lo stemma della Repubblica italiana, lo “Stellone” circondato da rami di quercia e di ulivo, è opera di un pittore nato a Torre Pellice, Paolo Paschetto (1885- 1963).

Figlio di un pastore valdese- aggiungo - ma personalmente battista fu autore di tanti paesaggi delle valli, di pitture e incisioni di argomento religioso, di vetrate come quelle del tempio di piazza Cavour a Roma, e del grande affresco dell’aula sinodale qui a Torre, con la quercia che affonda le radici nella roccia, reggendo tra i rami una Bibbia aperta.

Mattarella infine ha anticipato una riflessione sulla prossima ricorrenza dell’8 settembre, che segnerà gli 80 anni dall’inizio della lotta partigiana per la riconquista della libertà, e ha ricordato anche i soldati e ufficiali che si opposero con le armi e la loro vita all’occupazione nazista, nel nostro esercito disfatto e abbandonato – aggiungo: oltre 600000 senza ordini che furono fatti prigionieri e deportati nei lager in Germania e Polonia. Nella prospettiva di una revisione dei trattati dell’Unione europea, il Presidente ha poi concluso ammonendo saggiamente che “la principale virtù della democrazia è la pazienza”.

da sinistra il sindaco Marco Cogno, la Moderatora Alessandra Trotta,il direttore del Centro culturale Davide Rosso a colloquio col Presidente

Anche la Moderatora, Alessandra Trotta, nel suo discorso di saluto alla Casa Valdese - la seconda tappa della visita del Presidente - ha ricordato quella data dell’8 settembre del 1943: “Siamo onorati della visita del presidente Mattarella – ha detto - in un’occasione tanto significativa che da sempre coniuga una fede vissuta alla luce dell’Evangelo di Gesù Cristo a un appassionato impegno civile. Un tipo di impegno che per un’intera generazione di giovani valdesi delle nostre Valli e altrove, diventò anche, drammaticamente, un impegno di resistenza al nazifascismo, guidato da una visione ampia di un’Italia e di un’Europa fondate su principi di libertà e democrazia, rispettose della pluralità di idee e valori, amanti della pace e tese a promuovere la solidarietà e i diritti umani.” E Mattarella a sua volta ha sottolineato il concetto espresso dalla Moderatora di una chiesa come “spazio plurale, luogo d’incontro e di dialogo” e rilevato l ‘importanza dell’art. 8 e dell’art. 19 della Costituzione, ,perché “libertà e pluralismo sono l’ambiente in cui le religioni si muovono.”Il Presidente si è recato quindi in visita al Museo valdese, soffermandosi particolarmente sull’esposizione delle antiche Bibbie.

Dopo la visita di Mattarella, nel pomeriggio si è tenuto il convegno “ Il sogno europeista è nato qui. Una sfida da completare”. “Si intende approfondire da un lato l’idea d ‘Europa nelle culture del continente – ha detto Bruna Peyrot, storica e presidente della Fondazione Centro culturale valdese nella sua introduzione – dall’altro il contributo di Altiero Spinelli alla costruzione dell’Europa, e infine si vuole guardare al futuro del federalismo europeo.

Il sindaco Marco Cogno; sullo sfondo, foto a destra, l'intervento della vice sindaca Maurizia Allisio

Dunque, si affronta il tema da un punto di vista storico, politico e sociale, approfondendo la figura di Spinelli, ma anche ‘ il sentimento dell’Europa nel tempo’, fino all’attualità, alle tematiche della migrazione, e aprendosi anche al futuro.”

Hanno partecipato al convegno, (moderatore Davide Rosso, direttore della Fondazione) dopo i saluti istituzionali della moderatora della Tavola valdese e del sindaco Marco Cogno, la stessa Bruna Peyrot, gli studiosi Piero Graglia, Stefano dell’Acqua, Filippo Giordano, Valdo Spini, già ministro dell’Ambiente e deputato, figlio dello storico Giorgio, che fu tra i partecipanti a quella prima conferenza. Inoltre Libero Ciuffreda, (presidente regionale del Movimento federalista europeo), Luisa Trumellini (segretaria nazionale dello stesso) e Pier Virgilio Dastoli (presidente nazionale) e la vicesindaca Maurizia Allisio, assessora alla cultura.


Si ringrazia per le foto Pietro Romeo e la rivista Riforma

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